InVestiamoci diventa un leitmotiv, nonostante sia nato da poco! Lo scopo del progetto di Centro Studi Agorà, C.N.I.S., Ippocrates, e sostenuto dalla Chiesa Valdese, è favorire l’inclusione sociale attraverso il mondo della moda e l’arte della sartoria. Come? Vediamolo nel dettaglio!
InVestiamoci diventa un leitmotiv, un sentimento, un luogo, un’idea. Il progetto, nato pochi mesi fa, è volto al miglioramento delle condizioni di vita di soggetti affetti da disabilità. L’obiettivo è quello di includerli socialmente e favorirne l’autonomia o una semi-autonomia finanziaria. Come? Attraverso la creazione di un Laboratorio artigianale di sartoria, in cui impiegare i disabili nella realizzazione di abiti sartoriali su misura, anche per disabili, favorendo un percorso di inserimento lavorativo e facilitando la creazione di reti di socializzazione.
InVestiamoci diventa un leitmotiv
InVestiamoci è un progetto work in progress, anche se è iniziato da poco, è già un leitmotiv e i primi risultati si stanno vedendo! È un programma innovativo che, allo stesso tempo, riporta lustro al lavoro artigianale, che, in questa vita frenetica, che corre veloce, è spesso lasciato indietro. L’arte della sartoria sembra essere il luogo giusto dove abbattere le barriere, fisiche, ma soprattutto mentali.
Integrazione e moda a Bojano
A Bojano moda e integrazione camminano insieme, grazie ad InVestiamoci, realizzato da Centro Studi Agorà, Coordinamento Nazionale Insegnanti Specializzati (C.N.I.S.) e Associazione socio-culturale Ippocrates, e sostenuto dalla Chiesa Valdese. È realmente possibile promuovere l’inclusione sociale attraverso la moda? La risposta è sì. Il progetto lo sta dimostrando. Non è semplice, per questo prevede più fasi per raggiungere l’obiettivo.
Prima fase
La prima fase di InVestiamoci prevede un periodo di formazione. Nel corso “Design moda, taglio e cucito”, attualmente in svolgimento, i disabili sono stati affiancati da esperti nel settore della moda, Maria Notartomaso (taglio e cucito) e Eliana Cappussi (Design e Moda). La relazione tra i docenti e i partecipanti è stata mediata da parametri tattico-visivi e, a seconda dei casi i docenti stessi hanno adottato una metodologia passiva e attiva. Nel primo caso, i docenti hanno realizzato i disegni che rappresentano i desideri ed i bisogni, dimostrando che ciò che s’immagina si può realizzare. Nel secondo caso, il designer ha accompagnato l’allievo nella realizzazione del disegno. L’esperto in sartoria segue gli allievi, con l’ausilio del tutor, nelle azioni di taglio del cartamodello, della stoffa, di imbastitura, di messa a misura, di cucitura, di applicazione degli accessori, ecc. Il corso ha una durata di quattro mesi, a cura di personale docente qualificato. L’obiettivo è quello di indirizzare il beneficiario alla completa autonomia di realizzazione di un capo in tutte le sue fasi. Le metodologie applicate sono riconducibili all’apprendimento cooperativo e al tutoring, basate sulla condivisione di esperienze e sull’individuazione di pratiche e aiuto reciproco.
Seconda fase
Nella seconda fase si prevede l’attività di impresa in forma di cooperativa sociale. In un primo periodo si procederà all’organizzazione logistica dei locali, cioè, i partecipanti si dedicheranno al laboratorio di sartoria e allo spazio destinato all’accoglienza dei clienti. Nel secondo periodo, il laboratorio entrerà nel vivo della sua funzione. I disabili saranno direttamente coinvolti nella produzione di una serie di abiti, che saranno proposti ai possibili clienti attraverso un sito internet o l’interazione diretta. Inoltre, potrebbero tenersi eventi e/o sfilate in diversi luoghi. Non mancherà, comunque, la supervisione di docenti e tutor che hanno accompagnato i partecipanti nella fase precedente.
Terza fase
La terza fase sarà quella pubblicitaria. La realizzazione di un sito internet permetterà, non solo di far conoscere a tutti le nuove creazioni sartoriali, ma anche di sensibilizzare la popolazione al tema della disabilità, attraverso la conoscenza del laboratorio sartoriale e, quindi, del progetto stesso.
La disabilità non è un limite, e questo le associazioni impegnate nella buona riuscita del progetto lo stanno dimostrando bene. Non ci aspetta che vedere i primi abiti confezionati!
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