Inno degli Emigrati Italiani a Dante, ricordato da Cicero, “anello di congiunzione fra Roma e gli italiani che vivono in Patagonia o nel Queensland”, come sostiene il fondatore, Max Bono. Giovanni Pascoli, poeta, accademico e critico letterario italiano, compose la poesia nel 1911, su richiesta degli italoamericani di New York, in occasione dell’inaugurazione della statua del sommo poeta, su iniziativa della Società Dantesca d’America
Inno degli Emigrati Italiani a Dante, a ricordarlo è Cicero, fondato il 9 maggio 2009 per essere il punto di riferimento degli italiani all’estero. “Di questi tempi nessuno si ricorda degli emigrati italiani all’ estero. Lo facciamo noi di Cicero con una bella poesia di Pascoli” – queste le parole con le quali viene introdotta la poesia.
Inno degli Emigrati Italiani a Dante
Esule a cui ciascuno fu crudele;
tu cui da sé la dolce patria scisse
e spinse in mare legno senza vele…
Ma tu scendesti a interrogare Ulisse
il molto errante, il molto pazïente,
e ci dicesti ciò ch’egli ti disse:
– Uomini, non credete all’occidente:
ciò ch’è a voi sera è prima aurora altrui.
Seguite me nel mondo senza gente:
dire, anche morti, gioverà: Vi fui! –
Profeta, e tu, lungo l’Oceano insonne
dicevi ad uno insonne sulle porte
schiuse e vietate: – Non ci son colonne!
Le pose a segno Ercole eroe, che in sorte
ebbe l’eterna Gioventù ribelle.
Le pose il forte: passa oltre il più forte.
Va! Salpa! Issa le vele! Cerca stelle
più nuove, ignoti mari e vie sul rombo
di venti ignoti, e le tre caravelle
ad altre terre adduci ormai, Colombo –.
O timonier d’Italia eterno, Dante!
Sei tu che volgi dove vuoi la prora
sul nostro lungo solco spumeggiante!
Con lui tu fosti: governavi allora
Santa Maria, quando sul limitare
del nuovo Mondo, ella attendea l’aurora.
Prima dell’alba, sul purpureo mare
quasi una grigia nuvola apparì…
«Terra!» gridò la Pinta, ed echeggiare
parve una voce alta infinita: – Sì!
Chi è l’autore?
L’autore dell’Inno è Giovanni Pascoli, considerato, insieme a Gabriele D’Annunzio, uno dei maggiori esponenti del decadentismo italiano, nonostante la sua formazione positivistica. Nel 1911, l’anno prima della sua morte, per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia, gli italoamericani di New York decisero di erigere nel cuore di Manhattan una statua dedicata a Dante, rispondendo ad un’iniziativa della Società Dantesca d’America. A Pascoli fu chiesto di scrivere l’inno per l’inaugurazione del monumento. La poesia è apparsa sulla Tribuna il 23 agosto 1911. Successivamente, l’Inno degli Emigrati Italiani a Dante fu incluso nella raccolta Poesie Varie. Nel 1913 entrò nella terza edizione postuma di Odi e Inni.
Cicero
“Siamo l’anello di congiunzione fra Roma e gli italiani che vivono in Patagonia o nel Queensland” – Max Bono, all’anagrafe Massimo Bonomo, fondatore di Cicero, rete degli italiani nel mondo, descrive così la sua iniziativa su La Città Nuova. “Gli italiani vivono da tutte le parti del mondo, da varie colorazioni politiche, da varie regioni italiane, da varie culture. E ciò nonostante sono tutti simili in quanto tutti italiani. Così diversi e così uguali. È questa la bellezza di Cicero e degli italiani all’estero”, queste le parole che ha scritto Bono, su Gente d’Italia, in occasione dell’11esimo compleanno della rete.
Rete degli Italiani nel Mondo
Gli Italiani all’estero sono tantissimi, secondo l’AIRE, Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, solo in Argentina alla fine del 2019 erano presenti 842.615 italiani. Seguivano Germania, con 764.183 italiani emigrati, Svizzera, con 623.003 italiani emigrati, il Brasile ne contava 447.067, la Francia 422.087, il Regno Unito 327.315, e, ancora, Stati Uniti, Belgio, Spagna, Australia, Canada, Venezuela, Uruguay, e molti altri.
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