Il libro, oggetto sconosciuto agli italiani, lo è ancor di più per quelli residenti al Sud. Leggere è come fare un’escursione. Trascende il tempo. Il comune di Roma, in collaborazione con la Provincia e la Regione ha provato ad
organizzare varie iniziative, tese alla promozione della lettura, quali tra molte La giornata della lettura, Il centro permanente promozione del libro, La fiera della piccola e media editoria, ma sembra che queste iniziative stentino a decollare.I libri insegnano ai ricordi, li fanno camminare. Bisogna leggerli anche per il piacere di girare la pagina e portare lo sguardo in alto a sinistra, dove la storia continua.”
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ROMA – Il libro? Quasi uno sconosciuto per gli italiani a dar retta ai dati forniti dall’AIE (Associazione Italiana Editori), in base a quelli forniti dall’ISTAT del 2009. L’associazione rileva che nello stesso anno il 45,1 per cento degli italiani di età superiore ai 6 anni ha letto almeno un libro non scolastico Ma la fascia dei lettori saltuari (da 1 a 11 libri l’anno) è consistente: quasi 22 milioni di persone sopra i sei anni d’età. Chi legge più di 12 libri l’anno, infine, rappresenta solo il 6,9 per cento.
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Anche l’area geografica è importante al fine delle statistiche di lettura: il nord Italia vede una netta prevalenza di lettori rispetto alla popolazione, seguita dal Centro e, ben distaccati, il Sud e le Isole. Le prime cinque regioni italiane che leggono di più, naturalmente, si collocano al nord. Fanalino di coda è la Sicilia, invece, seguita dalla Campania , dalla Puglia, dalla Calabria e, infine, dalla Basilicata. Altro dato significativo è la spesa media mensile per abitante in libri: appena 4,90 Euro, che scende ancor di più per i bambini.
A voler trovare delle motivazioni per invogliare alla lettura ce ne sarebbero molte e tutte, volendo, valide.
Leggere è un privilegio degli esseri umani. Attraverso la lettura possiamo entrare in contatto con altre vite oltre che con la nostra. Leggere è come fare un’escursione. Trascende il tempo. I libri ci trasportano in altri paesi. Addirittura essi, a volte, possono aiutarci a trovare le risposte ai nostri quesiti.
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Le parole non vengono mai usate a caso, né restano semplicemente parole. Ogni termine porta con sé emozioni, ricordi, suoni, riflessioni.
Chi scrive racconta, e lo fa, spesso, in maniera solitaria ed autonoma; chi legge può farlo quando vuole e dare una sua interpretazione, a seconda del suo background, stato d’animo e tanto altro.
Il problema fondamentale è che tutti questi motivi trovano sì consenso, ma solo presso chi è un lettore forte, ovvero chi legge già molto.
La vera sfida diventa, quindi, quella di incentivare la lettura e far sì che diventi un’abitudine e un piacere quotidiano e non uno sforzo o, peggio, un obbligo.
Il piacere alla lettura è un bene che va insegnato ai piccoli così come ai grandi.
Il comune di Roma, in collaborazione con la Provincia e la Regione ha provato ad organizzare varie iniziative, tese alla promozione della lettura, quali tra molte La giornata della lettura, Il centro permanente promozione del libro, La fiera della piccola e media editoria, ma sembra che queste iniziative stentino a decollare.
Un po’ perchè mancano i fondi, un po’ perchè manca una vera e propria cultura alla lettura.
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Bisognerebbe affiancare tutte queste iniziative a una “cultura”del libro, con seminari, incontri e iniziative nelle scuole, a partire dall’asilo.
Fattore non secondario è anche il costo dei libri. Magari non tutti quelli che vogliono leggere possono permettersi grossi acquisti o ravvicinati nel tempo.
A questo si potrebbe ovviare implementando i servizi, la qualità e la quantità offerti dalle biblioteche, garantendo così un largo accesso a chiunque ne abbia voglia.
Per amare i libri e farli propri, si potrebbe iniziare a pensarli così come li descrive Erri De Luca, noto scrittore napoletano, nel suo libro “In alto a sinistra”:
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“I libri conoscono le nostre pene, i bisogni, gli scontenti. In ognuno di loro c’è una frase, una lettera che sembra scritta solo per noi. Sono una vita seconda, la insegna a chi non può viverla, oppure a correggere il passato. I libri insegnano ai ricordi, li fanno camminare. Bisogna leggerli anche per il piacere di girare la pagina e portare lo sguardo in alto a sinistra, dove la storia continua.”
di Stefania Paradiso
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