Fuga per la libertà finita male, per i 2 giovani tratti in arresto a Ferrazzano, dopo 40 km di inseguimento. Erano in possesso di sostanze stupefacenti al fine di spaccio. Uno dei 2 percepiva il reddito di Cittadinanza indebitamente, dovrà restituire €11.500 allo stato italiano
Fuga per la libertà che costerà cara, al conducente e al passeggero, dell’Audi A 3 fermata a Campobasso. Dopo 40 km di inseguimento da parte dei Carabinieri. Durante un normale controllo su strada, nel comune di Gambatesa, i militari alzano la paletta dell’Alt, in quanto riconosco il viso del guidatore dell’auto come soggetto di interesse operativo. A tale intimidazione a fermarsi, l’uomo inizia ad aumentare la sua velocità. I militari, salendo sulla volante di servizio per fermarli, chiedono aiuto alla centrale di Campobasso per far sì che la corsa verso la libertà dei 2 soggetti termini il prima possibile. Giunti nel Capoluogo, con le sirene dei Carabinieri spiegate, fermano la loro corsa nella proprietà privata di uno dei 2.
Durante l’inseguimento, il conducente dell’Audi A3 effettuava una serie di manovre finalizzate a impedire il controllo dei militari, invadendo più volte la corsia opposta di marcia. Procedeva ad alta velocità anche nelle strette e scivolose strade interpoderali, i cui limiti di velocità sono di 30 Km/h, così come indicato dalla segnaletica verticale presente. In alcuni casi, sfiorava le autovetture che procedevano in senso contrario di marcia. Effettuava sorpassi in curva, ponendo deliberatamente in pericolo, con una guida oggettivamente pericolosa, l’incolumità degli utenti della strada.
Identificano un 40enne di Ferrazzano ed un 20enne di Campodipietra. I 2 vengono subito sottoposti a minuziose perquisizioni sia personali che domiciliari. Nel veicolo viene trovato un buon quantitativo di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed eroina, tutto sottoposto a sequestro penale.
Fuga per la libertà, la decisione del magistrato
Il magistrato di turno decideva per l’arresto a carico due dei soggetti per i reati di detenzione ai fini di spaccio e per resistenza a pubblico ufficiale. Gli stessi venivano inoltre multati per aver ‘evaso’ la “zona rossa” e per le numerose infrazione al Codice della Strada commesse nel tentativo di fuga. Ad aggravare la situazione è l’indebito percepimento del reddito di cittadinanza e false dichiarazioni per ottenere l’ammissione al gratuito patrocinio. Questo infatti, tramite autocertificazioni, in particolare aveva chiesto ed ottenuto il reddito nonostante fosse stato sottoposto, tempo addietro, agli arresti domiciliari per altri reati. Inoltre aveva omesso di indicare all’INPS parte del suo patrimonio immobiliare, di cui è comproprietario. Il valore di esso, è notevolmente superiore al limite consentito per ottenere il predetto sussidio. Queste false dichiarazioni gli avevano consentito di percepire indebitamente negli ultimi mesi circa 11.500 euro che ora dovrà restituire.
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