Guadagnuolo presenta la scultura del ricordo, in memoria della strage delle foibe, opera dell’inumana follia del generale comunista Tito; tre teschi umani riemersi dalle tenebrosità di queste inquietanti cavità. Il monumento verrà presentato sabato 17 febbraio 2018 ad Ardea (Lazio)
(UMDI-UNMONDODITALIANI) Per non dimenticare un triste capitolo della storia italiana, verrà inaugurata ad Ardea, il 17 febbraio 2018 una scultura dal titolo “Foibe: memoria, ragioni e verità”. Un monumento, ad opera dell’artista Francesco Guadagnuolo, denso di significati, memore di quel che fu nel periodo del Secondo Dopoguerra a Trieste, in Istria e Venezia Giulia. Questa terribile pagina storica, l’orrore dello sterminio italiano, è rimasta a lungo una verità celata e viene resa ancora oggi incompleta dalla storia. Una tragedia appartenente al popolo italiano da non porre nel dimenticatoio, di cui ogni 10 febbraio in Italia si commemora il ricordo, per iniziativa, solo di recente, nel 2004 per legge del nostro Parlamento Nazionale. La chiameremo come per gli Ebrei il Giorno del Ricordo, con l’espatrio imposto di circa 350 mila italiani obbligati ad andarsene via dalle loro terre e, se questo non bastasse, congiunto al terribile massacro delle Foibe: crepacci rocciosi dove lasciarono la vita migliaia di italiani. I baratri profondi non si sa quanto, sono intasati da rifiuti, macchine, armi belliche e da un ammasso inverosimile di salme. Cadaveri calcati e a più livelli che l’artista ha interpretato con tre crani sovrapposti con la mandibola aperta come se volessero ancora urlare vendetta. Ecco che Guadagnuolo presenta tre teschi umani riemersi dalle tenebrosità di queste inquietanti cavità rocciose. Dunque persone umane, teschi defunti abbandonati e dimenticati. Ogni cranio scandito da tre colori come per simboleggiare Trieste, Istria e ‘Venezia Giulia’, uno al di sopra dell’altro, schiacciati dal peso dell’inumana follia disposta dal generale comunista jugoslavo Tito. Inoltre i tre teschi-cimeli indicano la memoria come dire che non va dimenticata, le ragioni, il perché di tanto orrore? Ed infine la verità che va ancora ricercata dal punto di vista politico-storico con conseguenti responsabilità. L’opera scultorea di Guadagnuolo viene presentata allo scopo che non si replichi mai più una sciagura del genere. Infatti, la manifestazione di Ardea fissa il resoconto di ciò che è avvenuto dopo la carneficina, per combattere ogni barbarie e far sorgere i principi ideali di pace e libertà. Un notevole ricordo emotivo, il resoconto degli avvenuti, che vuole spingere il visitatore attraverso la scultura-monumento di Guadagnuolo stimolandolo contro tutte quelle folli menti malate che hanno portato a vivere il dramma delle Foibe. Con questa scultura-monumento Guadagnuolo desidera restituire configurazione-vitale, espressività-emotiva al richiamo drammatico di tutti gli olocausti. Questa mostra non vuole essere solo un’accusa di natura politica, ma quello di scacciare la zona buia dell’accatastamento dei corpi, martiri innocenti, del grave lutto segnato, disseminato e poi anche trascurato, e far diventare le cavità carsiche e le voragini dell’Istria veri sepolcri sacri. I tre pensieri determinanti attorno a cui gravita il “monumento ai martiri delle Foibe” di Guadagnuolo, sono immagine, morte, memoriale. Restituire la vita a ciò che la brutalità del dramma ha reso amorfa e riscattare la memoria dell’infame italiano e della sua coscienza civile, ricercare la realtà dei fatti avvenuti. Una mostra, dunque, significativa che tiene vivo il ricordo anche nelle coscienze di chi non l’ha vissuto in prima persona. L’opera di Guadagnuolo particolarmente commovente ed evocativa ricerca un connubio con la storia. Arte e storia s’incontrano per onorare la Giornata del Ricordo, il 10 Febbraio, mantenendo vivo il dramma subito ingiustamente da noi italiani e di tutti gli olocausti delle Foibe, della diaspora degli istriani, fiumani e dalmati.