Giovanni Colacci, infermiere di sala operatoria a Bojano, è partito volontario per aiutare i suoi colleghi milanesi a gestire l’emergenza Coronavirus. Formato in 12 ore, ha preso servizio al nuovo reparto di terapia intensiva di Milano Fiera. Dagli strumenti medici di ultima generazione, all’utilizzo di tablet da parte dei pazienti per parlare con i familiari, la recente sezione emergenziale è all’avanguardia sotto tutti i punti di vista
(UMDI – UNMONDODITALIANI) L’Italia chiamò, Giovanni rispose. L’infermiere di Bojano ha risposto alla richiesta di aiuto del Sistema Sanitario Italiano, a corto di personale soprattutto nelle zone più colpite da questa pandemia da Coronavirus. Giovanni Colacci, 39 anni, infermiere presso la clinica Villa Esther di Bojano, è parte integrante della task force di personale sanitario inviato il 3 aprile in aiuto dei colleghi milanesi. La moglie e la figlioletta a casa aspettano con apprensione il suo ritorno; la scelta di partire per aiutare nell’emergenza Covid-19 è partita direttamente dal cuore. “Ero a casa, guardavo i tg. Medici, colleghi infermieri, operatori sanitari stavano arrivando a darci una mano dalla Russia, dall’Albania, da Cuba. Ho pensato: e io sto qui senza fare niente? – racconta Giovanni nell’intervista rilasciata a Primo Piano – Ho ascoltato poi il capo della Protezione civile Borrelli che parlava dell’attivazione della task force e di come si poteva fare domanda. L’ho fatto e mi hanno chiamato subito”. Il bojanese è un infermiere di sala operatoria presso la clinica Villa Esther, che come tante attività lavorative ha dovuto ridimensionare le priorità e ridurre il personale. (LEGGI QUI L’APPROFONDIMENTO SULLE MISURE PER IL CONTENIMENTO DEL CORONAVIRUS) Mosso dalle notizie sugli aiuti che stavano giungendo dall’estero e dalla voglia di sostenere la Patria in prima persona, l’infermiere ha deciso di prestare soccorso alla città di Milano, uno dei focolai dell’epidemia, dopo il consenso ottenuto dall’ex sindaco dimissionario, Marco Di Biase, titolare della struttura ospedaliera bojanese. Giunto a Roma, è stato portato, insieme ai colleghi che hanno risposto alla chiamata dell’Italia, a Milano Fiera, al reparto di terapia intensiva costruito in pochi giorni, in sostegno del suddetto reparto degli ospedali della zona norditaliana che non avrebbero avuto posti letto sufficienti per accogliere l’alto numero di pazienti affetti dal Coronavirus.
UN OSPEDALE ALL’AVANGUARDIA: TABLET AI PAZIENTI PER COMUNICARE CON I FAMILIARI
Il reparto, a cui hanno lavorato incessantemente operai addetti alla costruzione e persone che si sono offerte volontarie, finanziato con raccolte fondi da privati, ha accolto i primi degenti la settimana scorsa, come promesso da Guido Bertolaso (consulente per l’emergenza Covid ed ex capo della Protezione Civile) e da Angelo Borrelli (capo del dipartimento della Protezione Civile). La nuova costruzione è all’avanguardia, tutte le attrezzature sono di ultima generazione e, rispondendo al criterio dell’efficienza, il personale sanitario è stato dotato anche di tablet per far sì che i pazienti possano mantenere i contatti con la propria famiglia. “Qui c’è una professionalità elevatissima e una risposta del sistema, anche in termini tecnologici, veramente di altissima qualità” – fa sapere l’infermiere di Bojano, volontario nell’emergenza, dopo essere entrato in servizio ed aver preso parte ad un corso intensivo di 12 ore sui comportamenti da tenere, per proteggersi dal contagio, e, sulle tecniche da adottare, per curare i pazienti malati di Covid-19.
GIOVANNI COLACCI, FUOCHI D’ARTIFICIO, IMPEGNO E PASSIONE
Giovanni Colacci, 39 anni, è bojanese doc. Da anni dipendente di Villa Esther, casa di cura apprezzata e riconosciuta in tutto il Molise, nel ruolo di infermiere di sala operatoria, ha deciso di partire come volontario per sostenere i suoi colleghi milanesi, militari al fronte nella guerra contro il coronavirus SARS-CoV-2. La sua famiglia è molto nota nella città matesina per la lunga tradizione nelle attività di fuochi d’artificio, insuperabili in occasione della festività del patrono, San Bartolomeo. Al giovane infermiere e a tutti i suoi colleghi va il più sentito grazie da parte di tutta la comunità italiana, molisana e bojanese per il servizio che stanno svolgendo.