Elezioni Sardegna vince Todde sul filo di lana: 45,3% contro il 45%del candidato di centrodestra, Paolo Truzzu. Si prevedono ricorsi e verifica schede. 36seggi al centrosinistra e 24 al centrodestra in Consiglio Regionale. Alessandra sarà la prima presidente donna e la prima presidente del M5S nell’isola. Le stranezze sarde, lo spoglio alla moviola. Puntare sulle donne è l’imperativo.
Elezioni Sardegna vince Todde con una manciata di voti in più rispetto a Truzzu. A scrutinio non ancora ultimato raggiunge il 45,3% dei voti mentre Paolo Truzzu, candidato del centrodestra, è al 45%. Una sfida al fotofinish quella delle elezioni regionali in Sardegna, che lascia prevedere possibili ricorsi, ma soprattutto una revisione delle scelte e degli schieramenti.
Elezioni Sardegna vince Todde, prima presidente donna
“Sono la prima presidente donna della Sardegna” le dichiarazioni della Todde nel corso di una breve conferenza stampa nella notte. Ovviamente esulta il centrosinistra con Giuseppe Conte, Elly Schlein, Stefano Bonaccini. “La Sardegna ha scelto la nostra Alessandra Todde. E’ la prima presidente di regione del M5s, la prima donna alla guida della Sardegna. Dal 2015 il centrosinistra non strappava una regione alla destra. La strada, forse, è quella giusta”, aggiunge Schlein.
Elezioni Sardegna vince Todde. I dati
La candidata del centrosinistra, Alessandra Todde vince col 45,3%, Truzzu si ferma al 45%. L’ex governatore Soru all’8,7%, Lucia Chessa all’1%. 36seggi al centrosinistra e 24 al centrodestra, nessun seggio per la Coalizione sarda di Renato Soru e per Sardegna R-Esiste di Lucia Chessa. E’ questo il nuovo Consiglio regionale della Sardegna.
Al Pd dovrebbero andare 11 seggi (il più votato dei Dem a Cagliari è stato il segretario regionale Piero Comandini), 6 seggi al M5S, 4 ad Alleanza Verdi Sinistra, 3 ciascuno a Progressisti, Sinistra futura, Uniti per Todde e Orizzonte Comune, 2 al Psi.
Nel centrodestra: 7 seggi a Fratelli d’Italia, 3 ciascuno a Riformatori sardi, Forza Italia, Sardegna al centro-venti e Psd’Az, 2 ciascuno a Lega e Pli, 1 all’Udc.
Spoglio alla moviola
Lentissimo lo spoglio delle schede elettorali. Oltre 24 ore dopo l’inizio delle operazioni non è ancora concluso lo spoglio delle schede. In base ai dati pubblicati sul sito dell’amministrazione regionale sarda, continuano a mancare all’appello i dati di 22 delle 1.844 sezioni elettorali.
I voti di tutti i candidati presidente
Questi i voti riportati dai candidati presidente della Regione Sardegna, sulla base dei dati caricati dai Comuni sardi nel sistema Sier, il Sistema informativo elettorale regionale quando mancavano 22 sezioni alla conclusione dello scrutinio: Alessandra Todde 330.619 (45,3%); Paolo Truzzu 327.695 (45%); Renato Soru 63.021 (8,7%); Lucia Chessa 7.147 (1%). Il dato è aggiornato alle ore 5.30 ed è riferito a 1822 sezioni su un totale di 1844.
Restano da scrutinare
Lo scrutinio delle rimanenti 22 sezioni elettorali (4 a Sassari, 2 a Sorso, 3 a Sestu, 2 a Bonarcado, 3 a Luras, 2 a Musei, 2 a Serdiana, 2 a Silius, 1 a San Gavino Monreale, 1 a Villasor), sarà completato, come previsto dalle norme vigenti, dagli uffici dei Tribunali dei rispettivi territori.
Io sarò eletta, mio padre no. Le stranezze sarde
“Sono contenta che non finirà per essere ricordato come il responsabile della sconfitta del centrosinistra. Spero stia bene, e non ci sia rimasto male, in campagna elettorale non ci siamo mai incrociati. Per la legge elettorale in Sardegna non entrerà in Consiglio, il terzo candidato non entra anche se rappresenta tanti voti, un’assurdità che proveremo a cambiare”. Lo dice in una intervista a Repubblica Camilla Soru, futura esponente del Consiglio regionale sardo in quota Dem e figlia di Renato Soru, l’ex governatore di centrosinistra. “La nostra è una vittoria totalmente sarda, però è chiaro, avrà un grande peso nazionale. Ma ha vinto Todde e con lei i sardi e il futuro di questa terra”. La Soru accusa il sindaco candidato di essere stato il grande assente della campagna elettorale.
Puntare sulle donne. I tempi sono maturi
Il Centrodestra dovrà fare il meaculpa, se i risultati saranno confermati anche da eventuali riconteggi. E soprattutto sarà necessario rivedere le candidature adeguandole ai tempi. Forse, più che il centrosinistra ha vinto la voglia di nuovo, l’attualità di una candidatura al femminile. L’Italia che per la prima volta è guidata da una premier donna, Giorgia Meloni, deve puntare sulle donne!
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