Elezioni depositati 101 simboli con due grandi coalizioni di centrodestar e centrosinistra e un terzo polo per il riscatto dell’Italia martoriata negli ultimi anni da un governo da dimenticare assieme ai vari Speranza, Brunetta, Draghi e via dicendo che hanno imposto un vero e proprio regime dittatoriale. Il centrodestra. dato per favorito, corre in Italia con FdI, Lega, FI e Noi moderati, all’estero si presenta col contrassegno unitario ‘Salvini-Berlusconi-Meloni’. Il centrosinistra in Italia e all’estero si presenta con 4 simboli: ‘Pd. Italia democratica e progressista’, Impegno civico, ‘Alleanza Verdi Sinistra’, +Europa. Il terzo polo di Azione e Italia viva ha un unico simbolo e non è in alcuna coalizione. M5s (con Conte come leader) corre da solo, sia in Italia e all’estero
Elezioni depositati 101 simboli in vista delle elezioni politiche in programma il 25 settembre prossimo. Il deposito dei simboli si è concluso il 14 agosto al Viminale. In prima valutazione il ministero dell’Interno ha ammesso 70 dei 101 contrassegni depositati. 14 quelli che non hanno superato il vaglio mentre 17 hanno 48 ore per presentare integrazioni . Tra chi non ha superato il vaglio ministeriale anche la lista dell’ex pm Palamara (Palamara oltre il Sistema), Italiani con Draghi Rinascimento, Up con de Magistris e il primo simbolo depositato del Partito Liberale Italiano. Stop anche al Movimento politico Libertas; Partito Pensionati al Centro; Democrazia cristiana; Pensiero e Azione – Ppa, Popolo Partite Iva; L’Italia sè desta, Lega per l’Italia, Partito federalista italiano. Tra i non ammessi anche ‘Sud chiama Nord’ dell’ex M5s, Dino Giarrusso che ha poi ritirato il simbolo.
Elezioni depositati 101 simboli e tanti doppioni
Il Viminale è chiamato a decidere sui ‘doppioni’: ci sono quattro Democrazie cristiane; due Pli; due ‘Sud chiama Nord’; due Unioni popolari con De Magistris; un Partito comunista italiano e un Partito comunista dei lavoratori; svariate liste che includono la parola ‘moderati’. Gli interessati potranno adeguarsi e modificare il simbolo contestato oppure presentare ricorso presso l’Ufficio elettorale nazionale presso la Corte di Cassazione.
Elezioni depositati 101 simboli su 98
Elezioni depositati 101 simboli rispetto alle 98 forze politiche perché ‘Pd. Italia democratica e progressista’ ha presentato un simbolo leggermente diverso per le circoscrizioni estere (la scritta ‘Italia democratica e progressista’ è in corsivo invece che in stampatello).
‘Alleanza Verdi Sinistra’ ha inoltre presentato simboli in lingua tedesca e slovena per le circoscrizioni di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Adesso si dovranno raccogliere le firme per essere sulle schede elettorali. Le liste andranno presentate nelle varie Corti d’Appello domenica 21 e lunedì 22 agosto.
Elezioni depositati 101 simboli con due grandi coalizioni
Elezioni depositati 101 simboli, ma le grandi coalizioni sono soltanto due: centrodestra e centrosinistra. Terzo polo e M5s si presentano con un unico simbolo e senza alcun alleato.
Centrodestra
Il centrodestra, altamente favorito dai sondaggi dopo la caduta a ruota libera registrata dal governo dimissionario, corre in Italia con un programma in comune e con quattro simboli: FdI, Lega, FI e Noi moderati. Ogni forza ha il proprio capo politico. All’estero ci sarà un simbolo unitario ‘Salvini-Berlusconi-Meloni’.
Centrosisnistra
Il centrosinistra corre in Italia e all’estero con quattro simboli: ‘Pd. Italia democratica e progressista’, Impegno civico, ‘Alleanza Verdi Sinistra’, +Europa. Ogni forza ha il proprio capo politico e programma.
Terzo Polo
Il terzo polo di Azione e Italia viva ha un unico simbolo e non è in alcuna coalizione. Il capo politico è Carlo Calenda.
M5S
M5s corre da solo in Italia e all’estero. Il capo politico è Giuseppe Conte.
Le elezioni politiche 2022 fanno registrare una novità assoluta: un ex Presidente del Consiglio (Giuseppe Conte) e un ministro degli Esteri in carica, benchè dimissionario, (Luigi Di Maio) che depositano personalmente il proprio simbolo al Viminale.
Chi fa per sè fa per tre
All’ufficio elettorale del ministero dell’Interno operano di persona anche il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (lo ha fatto già in passato), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci (Impegno civico), l’ex Guardasigilli Clemente Mastella e l’ex pm Antonio Ingroia, protagonista del processo Dell’Utri e presentatore con Marco Rizzo del simbolo ‘Italia sovrana e popolare’.
Tengo famiglia
Elezioni depositati 101 simboli. Le uniche forze politiche che hanno messo nel simbolo la propria famiglia europea sono FI (Ppe), Azione-Iv (Renew Europe), ‘Alleanza Verdi sinistra’ (Europa verde, European Green Party), Forza Nuova (Apf).
Nomi e cognomi
Forte e indicativa di un orientamento pericoloso la personalizzazione della politica, giustificata solo in caso di nuove liste formatesi in risposta alle imposizioni di governo e alla deriva dittatoriale della gestione della cosiddetta pandemia. Ben 26 simboli contengono il nome di un leader: Merlo (Maie), Calenda, Mastella, Salvini, Cateno De Luca, Giarrusso, Panzironi (Rivoluzione sanitaria), Pappalardo/Presutti (Gilet arancioni), Paragone (Italexit), Nappi (Naturalisti), Lista Pannella, Berlusconi, Adinolfi/Di Stefano (Alternativa per l’Italia), Lupi/Toti/Brugnaro, Musso (Forza del popolo), Di Maio (Impegno civico), Meloni, Papale (Luce del sud), Salvini-Berlusconi-Meloni (centrodestra all’estero), Sgarbi (Rinascimento), De Magistris, Peretti (Democrazia cattolica liberale), Cappato (Referendum e democrazia), Bonino, Palamara (Oltre il sistema) e Draghi (il simbolo è ‘Italiani con Draghi. Rinascimento’ ma a palazzo Chigi non sanno nulla di questo contrassegno ed è stato infatti già rigettato dal Viminale).
Deposito presso le Corti di Appello
Il prossimo passaggio formale consisterà nella presentazioni delle liste: il 21 e 22 agosto presso le cancellerie delle Corti di appello (dalle ore 8 alle 20 entrambi i giorni), il 35esimo e il 34esimo giorno antecedente il voto. Utimi giorni, insomma, per completare la raccolta delle firme. Prima del 2020 servivano, per i 63 collegi plurinominali alla Camera e per i 33 del Senato “almeno 1500 e non più di 2000” sottoscrizioni da parte di elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nel medesimo collegio plurinominale o, in caso di collegio plurinominale compreso in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tale collegio plurinominale”.
Diminuiti Collegi Camera e Senato
Dopo il referendum i collegi plurinominali per la Camera sono scesi a 49 e quelli per il Senato a 26. Per potersi presentare su tutto il territorio nazionale servirebbero, quindi, circa 73.500 firme. La legge dice però che “in caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla metà”, dunque 750 firme per ogni collegio plurinominale. E’ necessario quindi raccogliere complessivamente 56.250 firme autenticate da funzionari pubblici o notai e avvocat (36.750 per la Camera e 19.500 per il Senato); ma visto che chi firma per la Camera lo fa anche per il Senato, la soglia è di 36.750 persone che firmino le liste.
Ma ci sono le eccezioni
Nel decreto Elezioni, varato dal Governo il 5 maggio scorso, sono previste delle esenzioni: l’articolo 6 bis del provvedimento stabilisce che possono presentare le liste senza raccogliere le firme “i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021”, dunque Pd, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, M5s, Liberi e Uguali, Italia Viva e Coraggio Italia.
Elezioni depositati 101 simboli: si vota il 25 settembre
Il 25 settembre, giorno delle elezioni, i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23. Poi entro il 15 ottobre dovrà tenersi la prima seduta del nuovo Parlamento. A stabilirlo è l’articolo 61 della Costituzione, in base al quale “la prima riunione” delle Camere “ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni”.
Il buio della storia e la dittatura sanitaria
Gli italiani sperano di lasciarsi dietro le spalle, a monito perenne per le future generazioni, la deriva dittatoriale di un governo che ha martoriato gli italiani, ha sospeso insegnanti e sanitari, ha umiliato i cittadini, ha permesso a sedicenti “scienziati” di imporre le proprie idee arricchendo le multinazionali farmaceutiche. Sarà la storia a giudicare questo abisso della ragione.