Una notte da leoni 2 strappa risate con estrema facilità. Non solo, invoglia persino a raccontare le disavventure dei personaggi come se fosse il pubblico stesso ad averle vissute in prima persona, in un cocktail di follia e luoghi comuni
Torna il consueto appuntamento settimanale con il Cineforum Place of Ideas. Il film scelto per il dibattito in quest’occasione è Una notte da leoni 2. La banda di Una notte da leoni ingaggia un altro matrimonio e un’altra notte molesta di ebbrezza ed entusiasmi, trasportando deliri e buchi neri della memoria dai casinò del Nevada ai quartieri più malfamati di Bangkok. Il tipico sequel ripropone gli stessi elementi del capostipite riadattati a una location esotica. Una notte da leoni 2 ripropone gli ingredienti del micidiale cocktail del primo episodio unendo l’umorismo della commedia con la struttura di un noir o di un giallo. Todd Phillips ripropone esattamente lo stesso impianto narrativo del primo film rimodellandolo fra i luoghi comuni sul fascino e sul degrado della Thailandia, come giardini zen e alberghi miserabili. Bradley Cooper pare ben felice di mettersi da parte, mentre Zach Galifianakis gioca sulla consapevolezza di saper far ridere recitando anche solo con la barba. Una sorta di remake e coinvolgere il pubblico che per la seconda volta deve ricostruire insieme ai personaggi una notte di follie rimossa dai ricordi. Altro matrimonio, altra sbronza epocale e una serie di avventure al che sfiorano la farsa. Bangkok è impietosa: una scimmia, un dito mozzato, un tatuaggio intorno ad un occhio, una testa rasata e il fratello minorenne della sposa svanito nel nulla. Ogni tappa del percorso dei personaggi è memorabile: monaci, spacciatori, tatuatori, transessuali. Anche quando il salto nel quartiere lussuoso sembra ridare un filo di speranza alla loro ricerca, il sordido ricompare sottoforma umana con un piccolo ruolo affidato a Paul Giamatti. Una notte da leoni 2 strappa risate con estrema facilità. Non solo, invoglia persino a raccontare le disavventure dei personaggi come se fosse il pubblico stesso ad averle vissute in prima persona. Il Cineforum place nasce da un’idea di Mina Cappussi e ha portato negli anni film di successo che hanno affrontato temi sociali e culturali di forte impatto emotivo, organizzato da Centro Studi Agorà e dal quotidiano internazionale Un Mondo d’Italiani Umdi, Ippocrates, Casa Molise, Regione Molise-Patto per lo Sviluppo del Molise e con i ragazzi del Servizio Civile all’interno del progetto Molise Noblesse Festival. Il Cineforum Turchese è un “posto delle idee” al pari del Caffè Letterario Turchese e coinvolge il popoloso quartiere di Terre Longhe. Il dibattito sui temi del film avrà luogo mercoledì 29 agosto alle ore 17.00, presso la sede del quotidiano internazionale Un Mondo d’Italiani in Località Terre Longhe. La conduzione è affidata a Mattia Amatuzio e Giovambattista Russo. La grafica è di Francesco Romano.
Sono passati due anni dalla folle notte di Las Vegas in cui Phil, Stu e Alan rischiarono di far saltare il matrimonio del loro amico Doug. Anche se ancora in cerca dei pezzi mancanti della sua psiche, Stu è finalmente in procinto di sposarsi e, per l’occasione, ha deciso di invitare Doug e Phil ad una sfarzosa (e astemia) cerimonia in Thailandia presso la villa dei futuri suoceri. L’unico problema è che il viziato e pazzoide Alan non si è mai scordato quella fatidica notte a Las Vegas e, venuto a sapere del matrimonio di Stu, fa di tutto per farsi invitare, ansioso di poter passare un’altra notte assieme ai suoi unici amici. A parte qualche screzio fra Alan e il geniale fratello adolescente della sposina e un futuro suocero non proprio entusiasta dello sposo, tutto sembra procedere tranquillo. Finché qualche giorno dopo, arriva la solita telefonata da parte di Phil: “Abbiamo combinato un casino. Un’altra volta“. Contravvenendo al primo e unico comandamento di Las Vegas (“What happens in Vegas stays in Vegas”).
di Romina Nocera
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