“Le nuove generazioni hanno bisogno di modelli”. Servono ai giovani e servono alle donne, due soggetti lasciati finora fuori dalle sfide della leadership.
È il momento delle donne. Ho visto, nella nostra Regione, il primo incontro di rilievo tra Amministratrici Donne. Ho visto tre amministratrici rampanti che riescono a conciliare politica, lavoro e famiglia.
Sono Patrizia Buini, Presidente del Consiglio Comunale di Assisi, Imprenditrice. Claudia Maria Travicelli, Presidente III° Commissione Consigliare del Comune di Assisi, Imprenditrice. Maria Michela Niro, Consigliere Comunale di Campobasso, Presidente della Commissione Politiche Europee del Comune di Campobasso, Medico Neurochirurgo, Candidata alla Regione Molise per Grande Sud. Sono donne che, dopo l’esperienza di comunione tra il Molise ed Assisi, hanno proposto, in sintonia con i Parlamentari di Grande Sud, una giornata nazionale dedicata alla Riflessione sull’Etica e Senso del Dovere e Responsabilità dei Parlamentari del nostro Governo. Nel Documento redatto da Buini, Travicelli e Niro è previsto un Premio da dedicare al Politico che nel corso dell’anno si è distinto per l’Impegno mostrato per “Evitare l’inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora, nelle case, nelle fabbriche, sulle nostre strade”.
Perché come ha ricordato il nostro Presidente Napolitano, bisogna “Tenere sempre alta la guardia sulle condizioni di sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro con una costante azione di prevenzione e di vigilanza”. Le Tre Pasionarie sono donne capaci di seguire la loro vocazione senza inutili proclami ma con grande fermezza, senza curarsi dei devianti rumori di fondo, forse perché nella loro concretezza femminile hanno capito che tutto il mondo sta fallendo, che tanto vale stare a sentire se stesse e le proprie intuizioni. Intuizioni come l’idea delle Tre Pasionarie di programmare la Giornata del Premio all’Etica in Politica, alternativamente, un anno ad Assisi ed una anno in Molise. “Non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri soffochi la voce che sale da dentro di voi. Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione, in qualche modo loro sanno cosa volete davvero diventare” così suggeriva Steve Jobs nel famoso discorso del 2005 ai neolaureati di Stanford.
È il momento delle donne…però succede che si celebrino funerali di quattro operaie e di una ragazzina vittime della tragedia annunciata di Barletta che ha ricordato a questo paese che c’è chi lavora 10-12 ore al giorno per 3,95 euro all’ora, senza alcuna tutela. Alcune ragazze molisane, sole con figli, lavorano come Ausiliare a tempo determinato, sapendo che a fine incarico dovranno farsi da parte, altre ragazze lavorano per 10 ore al giorno, per 6 giorni alla settimana.
È il momento delle donne. Il Nobel per la pace quest’anno è rosa. Il Premio è stato assegnato alle liberiane Ellen Johnson Sirleaf e Leymah Gbowee, e alla yemenita Tawakkol Karman. La motivazione: “Per la loro lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al processo di pace”, come ha detto il Presidente del Comitato per i Nobel, Thorbjoern Jagland. Ellen Johnson Sirleaf è la prima Presidente donna di uno Stato africano (ancora in carica), Leymah Gbowee è un’attivista pacifista, Tawakkol Karman si occupa di diritti delle donne e democrazia nello Yemen, Paese che tra l’altro sta attraversando negli ultimi mesi una fase critica per via delle manifestazioni connesse alle “primavere arabe” e alla dura repressione del Governo. È il momento delle donne…però l’attrice iraniana Marzieh Vafamehr è stata condannata a novanta frustate e un anno di prigione per aver interpretato il ruolo da protagonista di «My Teheran for Sale», film che racconta le difficoltà incontrate dagli artisti nella Repubblica islamica. Nei mondiali di atletica leggera ho visto un’atleta donna correre in burkini. Vedo ogni anno il Gran Premio di Formula 1 in Bahrein, ma in Arabia Saudita alle donne è vietato guidare, pena l’arresto. La legge concede loro solo il sedile posteriore. Ho visto in diretta tv l’assassinio di Neda, in via Amirabad a Teheran. Ho visto alla tv al Arabiya la giornalista sudanese Lobna Ahmed al Hosseini che ha rischiato 40 frustate per avere indossato un paio di pantaloni, violando così la shariya islamica.
È il momento delle donne. Intervenendo al Salone dell’imprenditoria femminile e giovanile a Vicenza il ministro Giorgia Meloni ha detto che “Le nuove generazioni hanno bisogno di modelli”. Servono ai giovani e servono alle donne, due soggetti lasciati finora fuori dalle sfide della leadership: una sana emulazione aiuta, può dare forza collettiva e rinforzare una forma di autostima che potremmo chiamare di genere. Forse qualche modello femminile si può anche trovare dalle nostre parti, nel nostro “Grande Sud”, a voi la scelta.
di Romeo Flocco
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