Donne afghane resistono e nessuno dimentica la libertà assaporata. Giorno dopo giorno i ruoli di genere vengono rafforzati, le donne devono smettere con le loro attività non casalinghe svolte finora
Donne afghane resistono e non dimenticano il recente passato, fatto di sport, musica, affari e pantaloni. A vent’anni dall’attacco a New York, quando il mondo interno pensava “Niente sarà più come prima”, tutto è al suo solito posto. Lo sa bene Tooba Lefti, intervista da Il Foglio, la sua vita nell’Afghanistan dei talebani è profondamente diversa.
Donne afghane resistono!
A vent’anni di distanza l’Afghanistan torna nelle mani dei talebani e le libertà assaporate finora vengono di nuovo strappate via ai cittadini, e soprattutto alle donne. A partire dal governo, non inclusivo, non rappresentativo. Così lo definiscono UE ed USA
Tooba Lefti
Tooba Lefti, 34 anni ed un mondo da liberare. Su Il Foglio, Daniele Raineri intervista Tooba. Lefti organizza proteste, con altre donne e uomini. Non le toccano le percosse nelle carceri perché donna, viene rimandata a casa, i suoi colleghi malmenati. Il giorno dopo, le strade sono di nuovo gremite di persone in protesta. Chiedono che UE ed USA non riconoscano il governo talebano.
Sport come esibizione del corpo
«I talebani sono gli stessi di vent’anni fa, solo il loro look è cambiato», dice Tooba. “Le ultime disposizioni talebane vietano le manifestazioni illegali.”, legali vuol dire concordate prima, gli orari, il luogo, i temi, gli slogan. Di fatto, la manifestazione legale è praticamente impossibile.
La libertà non si dimentica
“Io lavoravo in una ong e ho un negozio di cambiavalute – ha detto Lefti – non mi permetteranno di continuare a lavorare, ma all’estero non ci vado: sono sicura al cento per cento che la nostra battaglia possa essere vinta, la dittatura non sarà un successo, dopo pochi anni gli afghani sceglieranno la ribellione perché i talebani sono gli stessi di vent’anni fa ma le donne no, le donne sono cambiate, è cambiato il paese, abbiamo assaporato la libertà e il sapore della libertà non si dimentica.”