Dieta vegana e sport: alimentazione completa per atleti e appassionati di sport. E’ infatti possibile che una dieta veg riesca a garantire energie necessarie sia per gli sport di potenza, sia per quelli di resistenza
Dieta vegana e sport: che hanno in comune le celebrità dello sport? Seguono tutti una dieta vegana. Il velocista Carl Lewis, le regine del tennis Venus e Serena Williams e Martina Navratilova, ma anche Marco Bergamasco, ex star della nazionale italiana di rugby e la ciclista italiana Antonella Bellutti, campionessa olimpica a Sydney e Atlanta.
Come conciliare sport ad alto livello con questo regime alimentare?
“La dieta cento per cento vegetale – afferma Luciana Baroni, specialista in Neurologia, Geriatria e Gerontologia, fondatrice e presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – è completa anche per atleti e appassionati di sport”. “Una dieta ottimale – continua Luciana Barioni – è quella costruita secondo le nostre raccomandazioni: consumo quotidiano e variato di tutti i cibi dei cinque gruppi vegetali con cereali, legumi, verdura, frutta, frutta a guscio e semi. Anche chi sceglie un’alimentazione latto-ovo-vegetariana, segue questi criteri perché il regime nutrizionale è basato su cibi vegetali e il consumo di latticini e uova è minimo”.
Dieta vegana e sport: più calorie rispetto al fa bisogno giornaliero per gli atleti?
“Maggiori sono le calorie necessarie – continua la Barioni – maggiore sarà la quantità di cibo e maggiore il contenuto in nutrienti. Non vi sono problemi a garantire, a partire dalla dieta, proteine, ferro, calcio, zinco, vitamine del gruppo B, forniti dalla varietà dei cibi consumati”.
Proteine: punto critico?
“Una dieta vegan ne contiene molte, specie quella degli sportivi, proprio perché dovendo assumere più calorie, consumano più cibo e quindi più proteine. Il problema delle proteine – afferma la specialista in Neurologia – è che se ne consumano troppe: in una dieta onnivora media anche il doppio del necessario, e ciò danneggia l’organismo”.
Dieta vegana e sport: attenzione agli Omega 3
“Gli omega-3 sono spesso scarsi in tutte le diete – continua in seguito Luciana Burioni – ma se si fa attenzione è facile includerli nell’alimentazione anche evitando il pesce, che sarebbe bene non consumare molto frequentemente, per questioni di costo, di impatto ambientale, di danno alla salute”. “I vegetali sono un’ottima fonte di acidi grassi Omega 3 – spiega la specialista – e sono utilizzabili in parecchi piatti. Penso alle noci, ai semi di lino e di chia macinati e all’olio di semi di lino. Due porzioni al giorno soddisfano i fabbisogni e una porzione corrisponde per esempio 30 grammi di noci”.
Dieta vegana e sport: un’alimentazione bilanciata
E’ possibile che seguire una dieta «veg» garantisca facilmente tutti i nutrienti di cui un atleta, o un appassionato, di sport ha bisogno? “Certo – risponde Gianfranco Beltrami, specialista in medicina dello sport e nutrizionista – per lo sportivo onnivoro è più facile assumere i nutrienti necessari sia per gli sport di potenza, sia per quelli di resistenza”. Molti studi hanno però analizzato, come molti vegetariani consumino cibi a bassa intensità energetica.
Non tutti i «veg» sono uguali
“Al di là degli aspetti più specifici – aggiunge Stefano Erzegovesi, medico nutrizionista e psichiatra, primario del Centro per i disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano – mi domando sempre cosa possa voler dire essere “veg”. “È tale anche chi si nutre di brioche veg – continua Erzegovesi – hamburger di soia, patatine, insalata in busta e pane bianco. Un’ alimentazione che certo non ha effetti benefici. Anche se pensiamo ad altri prodotti veg raffinati, non sappiamo quanto sia benefico nutrirsi di affettati di soia e “finta” carne. I cibi “simil-qualcosa” sono spesso ricchi di grassi aggiunti, additivi alimentari e, soprattutto, sono a base di proteine vegetali raffinate, prive di buona parte delle fibre e dei fitochimici, che sono la parte più sana delle proteine vegetali”.
Scelte intelligenti
“È però vero che i prodotti ricavati da animali sono più ‘inquinati‘ – afferma il medico nutrizionista e psichiatra – di quelli vegetali perché gli animali sono più “in alto” nella catena alimentare e quindi inevitabilmente più “inquinati” di un prodotto agricolo, ma la moderazione nel nutrirsene mette al riparo da pericoli. Come pure le scelte intelligenti”. “L’alimentazione nelle cosidette “Zone Blu” – conclude Erzegovesi – le cinque zone del mondo con il più alto numero di centenari è sempre stata caratterizzata dalla forte presenza di verdura, frutta, cereali integrali e legumi, con piccole quantità di proteine animali, usate però più come “insaporitori” che non come “piatto forte”.
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