Dad si o no? Il settimanale “DiPiù” dedica l’apertura al tema della scuola e lo fa promuovendo un forum tra favorevoli e contrari alla didattica a distanza
Dad si o no? E’ questo il tema al centro del settimanale DiPiù. Per la prima categoria l’autore del pezzo, Metello Venè, intervista Mario Rusconi, presidente per il Lazio dell’Associazione nazionale presidi, il quale senza mezzi termini afferma che: “La Dad dopo tutti questi mesi ha rovinato i nostri ragazzi. Li priva di una componente fondamentale del loro sviluppo e cioè quella che i sociologi chiamano ‘gruppalità’”. Sulla sicurezza nelle classi, Rusconi non ha dubbi: “Distanziamento rigoroso, mascherine, termoscanner all’entrata. La prevenzione è garantita. Al primo colpo di tosse, l’alunno o l’alunna vengono isolati in un’aula apposita e arriva subito il medico”.
Dad si o no? Entrare a scuola è un rischio enorme
Di parere opposto, Giampiero Castellotti, responsabile dell’Ufficio comunicazione dell’Unsic, sindacato che ha raccolto 200mila firme a sostegno della Dad fino al termine dell’emergenza Covid. “Ci sono studi – afferma Castellotti – che dimostrano con chiarezza come la riapertura dello scorso settembre sia stata un errore madornale. Il 25 agosto i contagiati nella fascia da zero a 19 anni erano 9.500. Il 6 novembre, dopo quasi due mesi di superiori aperte, erano dieci volte di più. Lo sappiamo anche noi che in presenza sarebbe meglio, ma ora come ora è prematuro. Allo stato attuale entrare a scuola è un rischio enorme. Perché mancano le condizioni. Non è tanto la situazione all’interno dell’aula a fare la differenza, ma quello che c’è fuori”.
Dad si o no? Parla Massimo Galli
Il settimanale tira le somme con l’infettivologo Massimo Galli, primario dell’Unità delle malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Scrive l’autore del pezzo: “Dopo avere esposto le ragioni di chi preme per il rientro in aula e di chi, invece, dice che è meglio studiare a casa, affidiamo la sentenza finale ad uno dei più illustri infettivologi italiani”. “Diciamo intanto che – spiega Massimo Galli – indipendentemente dal fatto che la scuola sia in sé sicura, una riapertura si associa inevitabilmente a un aumento dei contagi: il virus infatti cammina con le nostre gambe, e più gambe si muovo e più si diffonde”.
Servono più tamponi
Il professore consiglia di curare maggiormente la diagnostica, ad esempio attraverso l’uso estensivo del tampone, meglio ancora dei nuovi test salivari. “Andrebbero fatti a tappeto in tutti gli istituti – consiglia Galli- procedendo poi con le quarantene”. “In conclusione, cosa si sente di dire a chi si accapiglia sul ritorno a scuola? – gli domanda Venè. “Che bisogna pazientare – conclude Massimo Galli -. C’è chi mi chiede: ‘Perché l’aperitivo è permesso e la scuola no?’. Fosse per me, le dico la verità, allo stato attuale non permetterei né l’uno né l’altra”.
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