Covid Vs Sant’Antonio Abate, una vittoria temporanea, da parte del virus che infesta il mondo, su una delle feste più sentite del capoluogo della regione Molise. E’ mancato il grande fuoco, le fave lesse, i cavatelli , i tanti animali per la benedizione e “Ulesse areturnà a Sant’Antuone”.
Covid Vs Sant’Antonio Abate, un match particolare, che fa sorridere, se non fosse tremendamente attuale. E’ saltata, infatti, la ricorrenza di domenica 17 Gennaio che oltre a segnare l’inizio del Carnevale, rappresenta, per tutti i campobassani, il ritrovarsi nel luogo più antico e suggestivo della città. A causa della pandemia un’altra delle più belle e tradizionali feste della città di Campobasso non si è svolta.
Il fuoco, le fave, le maitunate
‘’Ci mancherà tantissimo il grande fuoco – raccontano i campobassani – ci mancheranno le fave lesse, i cavatelli , ci mancheranno i tanti animali per la benedizione, ci mancherà “Ulesse areturnà a Sant’Antuone“, lo spettacolo musicale di canzoni campobassane e maitunate di Nicola Mastropaolo, praticamente ci mancherà tutto.’’
La tradizione di Sant’Antonio Abate
Negli ultimi anni la festa è cresciuta tantissimo. Il segreto è la semplicità di una tradizione antica, la magia delle piccole cose. Il ritrovarsi vicino al fuoco il 17 Gennaio è diventato per tutti un momento di spensieratezza e allegria, dove riscoprire i valori più genuini e sinceri delle tradizioni. “L’importante è guardare sempre al futuro con ottimismo – precisa lo stesso Mastropaolo – con l’augurio di ritrovarci il prossimo anno tutti insieme “abbasce Sant’Antuone”.
Messa Solenne
Si è tenuta, naturalmente, la Messa solenne, alle 18:00, presieduta da S.E. Mons. Bregantinii, vescovo della Diocesi Bojano-Campobasso, insieme al parroco, Don Ugo Iannandrea e al diacono Don Antonio Di Niro, il tutto nel pieno rispetto delle regole anti Covid.
La benedizione degli animali
Sant’Antonio Abate, secondo la tradizione, è il protettore degli animali domestici soprattutto animali della tradizione contadina. Il rituale, di solito, viene svolto con una invocazione di ringraziamento a Dio per il dono degli animali e un “invito all’uomo a rispettarli, custodirli, curarli come fa il pastore con le sue pecore”. Gli animali domestici, durante questa festività, vengono portati nelle piazze dei paesi e ricevono la benedizione davanti alle chiese.
A cura di Lisa Iacovantuono
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