Covid: pandemia causata dagli allevamenti intensivi, focolai per il salto di specie dei patogeni

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Gli allevamenti intensivi con grandi numeri di animali sono spesso sotto accusa quando si parla di rischio di generare nuovi virus. Sul web i dati della Mudanjiang city mega farm. La storia si ripete e non ci insegna mai niente. La riflessione dell’agronomo Duccio Caccioni, pubblicato recentemente sul sito AgroNotizie

(UMDI – UNMONDODITALIANI) La pandemia che ha colpito in nostro mondo, ha dato vita, oltre alla paura , ha diverse opinioni, contrastanti sull’origine della sua nascita. Alcuni scienziati sostengono che il Coronavirus sia causato da un sottile squarcio tra l’eccesso dell’uomo, e il velo sugli allevamenti di specie selvatiche proprio qui in Cina (LEGGI QUI, PER MAGGIORI INFORMAZIONI), dove l’addomesticamento della fauna selvatica è stato in questi anni incentivato dal governo in quanto, a detta dello stesso, dovrebbe essere una parte fondamentale dello sviluppo rurale, dell’ecoturismo e della riduzione della povertà circa 20000 allevamenti ora chiusi, dove si allevavano 54 specie selvatiche, alcune anche a rischio di estinzione. Gli allevamenti intensivi con grandi numeri di animali sono spesso sotto accusa quando si parla di rischio di generare nuovi virus, ovvero il passaggio di un microrganismo patogeno da una specie ospite a un’altra. La riflessione dell’agronomo Duccio Caccioni, pubblicato recentemente sul sito AgroNotizie. “Cari amici agricoltori italiani – ha domandato Caccioni – sapete che cosa è una mega farm?” “È qualche cosa che noi umani del Bel Paese non riusciamo neanche a immaginare – ha dichiarato l’agronomo – io su indicazione di un amico sono andato a controllare sul web i dati della Mudanjiang city mega farm. Fatelo anche voi” ha consigliato Duccio Caccioni. Questa mega farm ospita infatti 100mila bovini da latte che producono 800 milioni di litri all’anno: siamo a dimensioni 40-50 volte maggiori dei maggiori impianti in Ue, e almeno 3 volte quelli Usa, già ciclopici. Mudanjiang è una joint venturenata nel 2016 proprio per rispondere all’embargo dei prodotti lattiero caseari dell’Unione europea verso la Russia. Gli embarghi hanno quasi sempre conseguenze inaspettate. La storia non ci insegna mai niente. A molti potrà sembrare una profezia esagerata, ma i dati e le previsioni del report hanno basi solide, fondate su quanto sta accadendo a livello mondiale nel settore e su simili evoluzioni che in passato hanno reso obsoleti prodotti e tecnologie con grande rapidità. A far collassare un sistema che oggi nel mondo alleva un miliardo di animali (quello bovino, il totale di animali allevati nel mondo è invece di circa 80 miliardi) sarà una sempre più rapida sostituzione degli ingredienti animali con equivalenti moderni, dal minore impatto ambientale e che presto costeranno anche meno.

Spagnola, vaiolo e morbillo: ecco come sono nate tutte le malattie

Qui Il biologo statunitense Jared Diamond spiega il forte nesso storico fra l’allevamento animale e la diffusione delle malattie o meglio il loro passaggio fra il mondo animale e gli umani, basandosi su “Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi 13mila anni” (Einaudi)”. Lo sfruttamento intensivo degli animali permette rapidissime evoluzioni degli organismi patogeni (come i virus) che poi vanno a oltrepassare la barriera della specie. Vaiolo e morbillo si svilupparono in allevamenti come anche la famosa influenza spagnola, altro non era che un virus di aviaria, che provocò fra i 20 e i 40 milioni di morti nel 1918. Mega stalle e mega allevamenti avicoli stanno diffondendosi non solo in Usa e in Cina ma anche in Brasile e Africa. In Cina pare che oggi il 70% degli allevamenti siano landless farms ,fattorie senza terra – e infatti in 40 anni la Cina ha quadruplicato la propria produzione animale ed è l’avidissimo mercato di mangimi, come la soia, oggetto, non a caso, dei litigi daziari fra cinesi e americani. La spaventosa crescita dell’industria suinicola cinese ha già provocato mutazioni: il virus della diarrea epidemica suina (Pedv) causata da un coronavirus si trasformò in Sindrome della diarrea acuta suina (Sads- CoV) che fece strage di suinetti nel 2017. Siamo nella regione del GuangDong, la stessa dove nel 2004 partì la famigerata Sars. È una di quelle in cui l’anno scorso l’influenza suina africana (Asf) ha decimato la popolazione di suini, facendo poi impazzire il mercato delle carni mondiale.

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