Covid lockdown: 6 Italiani dimenticati a bordo della Oasis of the Seas. “Siamo stati lasciati allo sbando”. La Farnesina fa sapere che si sta muovendo per aiutarli. I ragazzi si dicono spaventati dalla situazione. A bordo ci sono stati 3 morti.
Covid lockdown: 6 Italiani dimenticati a bordo della Oasis of the Seas. “Siamo stati dimenticati”, un disperato grido di aiuto arriva dalla Florida. 9 i connazionali a bordo di una nave da crociera della Royal Caribbean, 6 dei quali chiedono di rimpatriare. Un mese e mezzo è trascorso e nulla è cambiato per loro. Gabriele Parpiglia, noto giornalista italiano contattato dai ragazzi, ha lanciato la notizia. Tanti i volti noti dello spettacolo che hanno mostrato solidarietà nei loro confronti. Gli italiani lavoravano sulla Oasis of the Seas quando è scoppiata la bomba Coronavirus. Gli ospiti sono stati fatti scendere subito dopo l’ordine di fermare le crociere, ma diverso è stato il destino per i “marittimi”, i lavoratori a bordo dell’imbarcazione. “La situazione si è evoluta non migliorando – racconta Giovanna Salis, croupier di Carbonia – Dopo un caso di positività, noi siamo stati lasciati allo sbando nella nave, senza mascherine, senza guanti”.
Covid lockdown: 6 connazionali bloccati a Miami. La vicenda
Parpiglia, infervorato dagli eventi, prima in un lungo post su Instagram e poi alle telecamere di Pomeriggio Cinque, ha raccontato l’accaduto. I ragazzi sono stati bloccati sulla nave dal 15 marzo e dal 28 marzo sono stati lasciati senza contratto, senza assicurazione sanitaria e gli è stato trattenuto anche il passaporto. Cristiano Musillo, Console Generale d’Italia a Miami, esprime vicinanza ai giovani italiani e assicura che si sta occupando della vicenda. La Farnesina, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, fa sapere che sta seguendo la situazione degli italiani bloccati a bordo e che stanno mantenendo stretti collegamenti sia con la Oasis of the Seas che con le famiglie dei giovani. Ammette, poi, che dovevano tornare con il volo da Orlando, che ha fatto rientrare altri connazionali, ma, per non aver ottenuto diverse autorizzazioni in tempo, non è stato possibile.
La testimonianza di Riccardo Rapisarda e Giovanna Salaris
I ragazzi sono detti chiaramente spaventati dalla situazione. La nave è in quarantena e all’equipaggio non è permesso sbarcare. Acqua e cibo sono razionati, mancano i dispositivi di sicurezza più basilari e non sanno se e quando riusciranno a tornare a casa. Sulla nave si è sviluppato un focolaio di Covid-19 e a bordo si sono già registrati 3 morti. “Siamo stati dimenticati”, il grido di aiuto di Riccardo Rapisarda. Il giovane italiano fa sapere che, finora, non hanno percepito l’aiuto di nessuna istituzione, a parte una chiamata fatta dalla Farnesina per rincuorare le famiglie. Anzi, protagonista di una spiacevole vicenda, in una situazione già scomoda, racconta che, quando volevano metterli in sicurezza su una nave priva di contagi, sono stati rifiutati e mandati indietro. Un augurio di un rapido rimpatrio va a tutti coloro bloccati a bordo dell’Oasis of the Seas, sicuri che ci saranno presto risvolti nella vicenda.
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