Ieri è stato deciso che fino a Pasqua non cambierà nulla, i giorni di festa potrebbero essere una tentazione troppo forte per chi vuole uscire dopo settimane di clausura. Quando l’Italia sarà pronta potrà iniziare a passo di lumaca il cammino verso la normalità. Scuole e università: essendo luoghi di eccellenza per la diffusione del contagio, la loro chiusura sarà sicuramente prorogata, con la possibilità che per la riapertura si debba aspettare il prossimo settembre.
(UMDI-UNMONDODITALIANI) Quel che è stato deciso ieri è che fino a Pasqua non cambierà nulla, e che poi si vedrà. Cedere prima sarebbe un rischio troppo alto: i giorni di festa potrebbero essere una tentazione troppo forte per chi vuole uscire dopo settimane di clausura. Si prenderà una decisione, osservando ed interpretando la curva dei contagi. A tre settimane dal decreto del premier Giuseppe Conte in cui ha chiuso la maggior parte delle attività in Italia per fermare l’epidemia del Coronavirus, molte persone si chiedono quand’è che tornerà tutto normale e quand’è che torneremo ad aprire gradualmente negozi, bar, ristoranti. Dopo il weekend di Pasqua, a seconda di quali saranno i numeri dei contagi e il trend dei positivi, si potrà iniziare a pensare ad una ripresa, all’insegna della gradualità, se l’Italia sarà pronta potrà iniziare a passo di lumaca il cammino verso la normalità. Si partirebbe dalla riapertura delle industrie, dopo un consulto con le parti sociali, cioè con sindacati ed imprenditori. Dopodiché, potrebbe essere il turno di alcuni negozi, in particolare di quelli che non prevedono uno stretto contatto con i clienti e successivamente toccherebbe ai bar, ai ristoranti e alle in pizzerie. Scuole e università: essendo luoghi di eccellenza per la diffusione del contagio, la loro chiusura sarà sicuramente prorogata, con la possibilità che per la riapertura si debba aspettare il prossimo settembre. Per qualche mese dimentichiamoci anche concerti, discoteche ed eventi, sempre per evitare gli assembramenti e il pericolo di contagio. Un’ipotesi che si basa sul modello israeliano riguarda la quarantena interrotta per fasce di età: quindi prima potrebbero esserne esentati i più giovani, poi le fasce più a rischio come gli anziani. Oggi in Italia l’aumento del totale delle persone attualmente positive è di 1.648 malati in più (ieri erano 3.815 persone). I guariti sono 14.620: rispetto al bollettino di ieri +1.590 nelle ultime 24 (ieri erano cresciute di 646). Questo vuol dire essere una comunità, questo vuol dire affrontare il futuro, questo vuol dire dimostrare di sapersi risollevare con le proprie forze.