Trans Fiore d’acciaio, nato tulipano e poi sbocciato come rosa stupenda. La storia di Giovanni D. scoperto bisessuale a 56 anni. Le storie raccontate dalla scrittrice Federica Ferretti, testimone speciale di Geo Film Festival, in compagnia dell’attrice de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Una piccola donna con l’anima ingombrante, punto di riferimento nazionale sugli argomenti delle pari opportunità, ha ricevuto un premio Donna per Comunicazione e Giornalismo.
(UMDI – UNMONDODITALIANI) Federica Ferretti, testimone esclusiva del Geo Film Festival, il cinema degli elementi, scrittrice e giornalista abruzzese, collaboratrice della rivista Mondadori “Confidenze tra amiche”, si racconta in esclusiva per noi di Un Mondo d’Italiani. A partire dalla sua ultima importante partecipazione al Geo Film Festival, organizzato dall’Associazione Culturale Officina delle Idee E passaparola edizioni con il Patrocinio del Comune di Cittadella, Telefono Amico Italia, Università degli Studi di Salerno, Istituto IRIGEM di Rosà (PD), in scena dal 5 novembre 2015 al 4 febbraio 2016, si è imposto come evento di spessore, segnalato infatti dalle più note riviste del Nord-Est. Dove, al centro, sono stati posti l’Ambiente e i suoi quattro elementi: Terra, Acqua, Fuoco, Aria; il Territorio; l’Alimentazione e le Energie Rinnovabili.
Destinato a far parlare a lungo di sé, quindi, anche per il bel riscontro di pubblico e critica. E forse pure per-ché, la nostra Federica,”donna piccola, ma con l’anima ingombrante”, come è solita definirsi, è stata Ma-drina d’eccezione, Senior, nella serata finale di gala, insieme alla madrina junior Francesca Amodio, la pic-cola protagonista del premio Oscar La grande bellezza di Sorrentino, e all’attore e modello Marco Crepaldi. Lanciando, d’accordo con il direttore artistico e regista Rocco Cosentino, l’ulteriore sfida: lavorare alla realizzazione di un cortometraggio su suo soggetto. Federica, però è questo e molto altro ancora. Ha già ricevuto un premio Donna per comunicazione e giornalismo. Ed una menzione speciale per il suo monologo teatrale “Sirena di terra”. Perché è ormai un punto di riferimento nazionale sugli argomenti delle pari opportunità.
Ciao Federica, partiamo dal progetto che ti vede impegnata anche nel cinema. Non siamo però così di-stanti dalla tua formazione, o sbaglio?
Cara Mina, buongiorno a te; grazie di avermi accolta sul tuo giornale e un caro saluto ai tuoi lettori! Sì, è ve-ro, io, che, tanto da laureata in Scienze politiche che da musicista, ho sempre studiato le relazioni del cinema (e/o la pubblicità) con il mondo, anche attraverso il linguaggio musicale, sono ora al lavoro per un soggetto che vorremmo girare tra Abruzzo e Veneto, all’insegna di una speciale solidarietà artistica ed umana con la nostra Regione verde d’Europa. Un bel traguardo, cui invitiamo ad aderire sia le università sia enti pubblici e privati, per aiutarci a riportare alta, l’attenzione su problematiche come l’eco-sostenibilità di un futuro ormai a portata di mano.
Sei già Premio Donna città di Teramo per comunicazione e giornalismo, il prossimo tra-guardo?
Non posso né voglio definirlo. Semmai, ogni singolo giorno, minuto, corro a braccia aperte incontro al futuro. Di certo,però, non mi sentirò mai arrivata. Ho anzi, ancora infinite cose da imparare. Credo che sia necessario per migliorarsi. Mi piacerebbe al tempo stesso, coinvolgere un numero via via crescente di persone, uomini soprattutto, a sostegno dell’emancipazione femminile. Un argomento che mi è stato da subito molto a cuore, sin dai miei esordi come tirocinante in un piccolo online abruzzese. Lo dimostrano le svariate campagne rosa intraprese nel tempo. Su giornali e blog diversi, per importanza e trattazione. E poi, come donna che raccoglie le più svariate Confidenze di donne abusate, sfruttate, emigrate e infibulate. Molto spesso crocifisse ad un’esistenza che non appartiene più loro da tanto. Quelle parole, mi bruciano addosso, un po’ come le mani di una delle ultime storie raccolte, quella di Laura, approdata infine alla psicologia infantile per cercare di riscattare l’onta della vergogna di un’esistenza intera. Spero servano da monito a chiunque entri in contatto con tali emozioni, sensazioni, paure.
Eppure, ho letto di altrettante storie maschili, e dai più attuali risvolti sociali…
Raccolgo infatti esperienze molto diverse tra loro, da quella del Trans Fiore d’ acciaio, che era nato altero tulipano e invece è sbocciato progressivamente come rosa stupenda a quella di Giovanni D. che si è scoperto bisessuale a 56 anni. C’è pure chi aspetta di condividere la sua panchina con una donna che vive a kilometri di distanza per mezzo di un social. O un padre divorziato come Luigi, che affronta la sua giornata “ravvedendosi” e sperando di avere la sua seconda opportunità. C’è inoltre l’esperienza di un malato di pancreatite acuta, per cui si è configurato uno sconvolgente caso di malasanità. Ascolto cioè tutti coloro che hanno qualcosa da raccontarmi, come se potesse capitare a me. Cerco di restituire a tutti un po’ della voce smarrita. Non so se ci riesco fino in fondo, ma sicuramente ci provo senza mai demordere. Ciò significa che, dallo speciale dei miei esordi in testata, dedicato a “L’Aquila vista dai bambini”, sulla condizione disagiata dei piccoli alunni all’interno dei MUSP nel 5° anniversario dal terremoto, ho parallelamente contribuito alle Rubriche “Bello a sapersi”, “Eroi tra noi”, “Salute e benessere”, per la quale ultima ha fornito testimonianze relative ad una malattia “rara” come la Sindrome di Sjogren. Contenuti che sono stati commentati e supportati, il più delle volte da psicologi e psicoteraupeuti, ( es. Willy Pasini). Bisogna andare avanti, fare di più. Ci sono ancora tante persone che mi sento onorata di riuscire a rappresentare. Dando un nuovo corpo alle proprie idee.
Sei molto seguita anche come blogger. Sentiamo dalla tua viva voce gli ingredienti di un simile successo su ilcorrieredellasera.it, sezione Voci Romane…
Grazie Mina di avermi posto questa domanda. Non parlerei di successo vero e proprio. Che ritengo sia una qualcosa di effimero in sé e per sé. E che perciò, non mi interessa come fine a se stesso. Parlo invece di consapevolezza delle proprie potenzialità, che ho cercato di sfruttare al meglio in ognuno di campi in cui mi sono specializzata. E che ho cucito insieme, un po’ come accade nella trama di un film. Il resto, lo fa la mia scrittura, in mostra anche su blog e portali noti. Quale ad esempio Nel cuore di Roma, dove sono stata ospitata per circa due anni dalla collega ed amica Ester Palma, da scrittrice “abruzzese puro sangue”. Nel frattempo, c’erano state le ospitate sul blog Filosofia dell’amore erotico di F.Alberoni o quelle su Il portale delle donne di Marta Ajò. Ho raccontato d’amore, ma anche della quotidianità in cui si imbattono i sentimenti quando cercano di sopravvivere alla prima fase dell’ infatuazione. Sono sempre molto vicina alla gente. Talvolta, pensa che mi scrivono giovani dicendomi: Mi hai imprestato le parole, Grazie! Ecco, mi viene da riflettere se non sia questo il vero segreto per potere essere non tanto famosi, come accennavamo poco fa, ma almeno notati dalla gente che ti legge tutti i giorni. Questa, credo, sia la vittoria più grande. Piacere per la semplicità del proprio approccio letterario. In cui ci si può rivedere, fino a desiderare di appropriarsene.
Sei musicista accreditata tra le eccellenze del Centro milanese Leonardo Da Vinci dell’avanguardia “Metateismo”; annoveri collaborazioni come quella con il cantautore Don Backy al tuo Canto di Natale 2015 sui fatti di Parigi: cosa vuoi fare ancora nella tua vita?
Ho sempre scrutato con molta attenzione il mondo circostante, decidendo infine di diventare giornalista. Una formazione “diversa” tramite cui ho potuto conoscere personaggi di altissimo rilievo, spessore. Uomini e donne che, poi, il più delle volte, hanno deciso di appoggiare le mie idee, sposando le mie battaglie. Perché, solo insieme, si può pensare di sopravvivere al nonsenso, al grigiume di talune notizie che, in questo rinnovato clima di guerra mondiale, dove l’uomo è un lupo sempre più feroce rispetto all’altro uomo. Cosa ci resterà, se non le tracce che siamo riuscite a lasciare di noi nel mondo? Quando poi, nomi del genere arrivano a collaborare con me, penso che la mia umiltà, sia un valore che vada mantenuto ad ogni costo. Persino quello di restare piccola. Purchè l’anima diventi sempre più ingombrante.