Il Molise affronta l’emergenza coronavirus seguendo le direttive del Governo e occupandosi della gestione degli ospedali. Il Ministero della Salute comunica il fabbisogno di medici, infermieri e operatori socio-sanitari sperando, però, in una mancata emergenza epidemiologica. L’invito a ogni cittadino è quello di rispettare tutte le misure preventive e le regole basilari per combattere l’espansione del virus
14 casi positivi al Covid-19 in Molise. Di questi, solo 2 sono in terapia intensiva, 4 in malattie infettive e 8 in isolamento domiciliare. Il Molise resta dunque un’isola felice, sperando che non abbiano portato il morbo le centinaia di persone che hanno affollato i treni dalle zone rosse al Sud Italia, subito dopo che era stata anticipata, con una mossa sconsiderata, l’ordinanza del consiglio dei Ministri che rendeva off-limits la Lombardia e altre 14 Province. Nel Lazio sono ricoverati 2 pazienti molisani. Il primo caso di coronavirus in Molise si è registrato tramite una donna di Montenero di Bisaccia che aveva contratto il virus in Campania. Alcuni componenti del personale di San Timoteo, dopo aver partecipato a un’uscita in Trentino, al rientro hanno iniziato ad accusare i primi sintomi, riscontrando, successivamente, la positività al tampone. A Termoli, quindi, sono stati eseguiti altri tamponi, 50 in tutto (si tratta di personale medico e pazienti), 12 ore il tempo necessario per lo sviluppo e successivamente ne saranno effettuati altri 50. La Direzione generale dell’Asrem ha inviato un medico per dirigere le procedure. L’ospedale San Timoteo di Termoli ha chiuso gli accessi esterni. E’ iniziata la sanificazione dei reparti con il trasferimento dei pazienti non affetti da coronavirus al Neuromed di Pozzilli. Il Gemelli Campobasso ha montato una tenda di pre-triage, presidiata da un infettivologo ed una equipe medica che si occuperanno di controllare l’accesso alla Struttura Sanitaria di ogni individuo. Sono pronti 20 posti letto in una nuova terapia intensiva, separata da quella ordinaria (che ha una sua capienza di 20 posti letto). A Isernia, invece, dopo la notizia del contagio di una dottoressa di Venafro, che prestava servizio a Roma, dove ha contratto il virus, hanno provveduto subito a mettere in isolamento i medici che ne erano venuti a contatto. Nei vari Ospedali molisani, che seguono le direttive centrali, sono state sospese le attività ambulatorie fino al 15 Marzo. La Regione ha incontrato anche le altre strutture private accreditate per discutere di un’eventuale emergenza epidemiologica che richiederebbe una maggiore disponibilità di posti letto. Intanto il Ministero della Salute ha provveduto a comunicare il fabbisogno di medici, infermieri e operatori socio-sanitari derivante dall’emergenza del coronavirus in Molise. Gemelli e Neuromed metteranno a punto con unità di crisi della Regione un piano di supporto all’hub del Cardarelli. C’è stato un primo incontro dove il presidente della regione, Toma, in una nota afferma: “il vero nemico da battere non è il covid-19 di per sé, quanto taluni comportamenti scorretti che potrebbero compromettere il lavoro messo in campo. È perentorio attenersi scrupolosamente alle disposizioni emanate dal Governo, dalla Regione Molise e dalle autorità sanitarie. Insieme, in un clima di fattiva collaborazione, supereremo questo particolare momento”.
Si invita, quindi, ogni cittadino, a rispettare le misure preventive e a seguire tutte le regole necessarie tra cui: Limitare gli spostamenti, divieto di permanenza in sale di attesa al Pronto Soccorso, divieto di mobilità per soggetti in quarantena, niente cerimonie civili e religiose, compresi i funerali, anticipare le ferie, sanificazione dei mezzi di trasporto pubblico, comunicazione all’Asl se si è passati da zona rossa. Inoltre è molto importante curare la propria igiene personale, lavarsi spesso le mani, non toccarsi occhi, naso e bocca, coprirsi con un fazzoletto monouso quando si starnutisce o tossisce, tenere pulite tutte le superfici e usare la mascherina solo se si sospetta di aver contratto il virus. Secondo alcune ordinanze emanate dal Governo bisogna mantenersi a distanza di 1 metro gli uni dagli altri, evitare posti affollati e contatti con persone che soffrono di patologie respiratorie, al fine di riuscire a contenere, il più possibile, l’espansione del nuovo coronavirus.
di Fabiana Carbone
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