Conflitto Russia Ucraina memoriale Saur-Mogila con un razzo conficcato nella scultura, a memoria imperitura. I racconti terribili degli evacuati. Ho documentato le tombe di combattenti indipendentisti rimasti uccisi tra il 2014 ed il 2015 durante gli scontri con i militari del governo di Kyïv. Le date di morte certificano gli anni in cui, effettivamente, esplose il conflitto tra russofoni secessionisti ed ucraini post colpo di Stato di Euromajdan e non quando la Federazione Russa, il 24 febbraio 2022, decise d’intervenire con la sua “Operazione speciale”. 7^ PUNTATA di un racconto alternativo al mainstream
Reportage esclusivo di Claudio Beccalossi 7^ PUNTATA
Conflitto Russia Ucraina memoriale di Saur-Mogila (in russo, Savur-Mohyla in ucraino) sorto su un’altura di circa 280 m, isolata ma strategica, dominante sulla vasta steppa attorno, nei pressi di Snežnoe (in russo, Snižne in ucraino), nella cresta più alta dell’altopiano di Donetsk. Si è trattato della triste tappa successiva al 28 gennaio 2023, quando, andandocene in auto da Šachtërsk, Vittorio, il fotografo ed io siamo rimasti per un po’ in silenzio, affranti nell’animo per le terribili avversità umane ascoltate dagli evacuati da Soledar.
Conflitto Russia Ucraina memoriale per i soldati sovietici caduti nel ’43
Il complesso monumentale è stato costruito nel 1963 su progetto dell’architetto Anatoly Ignashchenko (Zaharivtsi, 28 gennaio 1930 – Kyïv, 5 aprile 2011) per commemorare i caduti della Grande Guerra Patriottica dell’Unione Sovietica contro gli invasori nazisti ed i loro alleati (Italia compresa) tra il 1941 ed il 1945, nel ventesimo anniversario della liberazione della collina di Saur-Mogila, avvenuta nell’agosto 1943. Lungo il crinale della collina vennero eretti quattro elementi con figure in rilievo, in acciaio e cemento, raffiguranti dotazioni e militari di varie armi mentre sulla cima furono collocati un obelisco e la statua d’un soldato sovietico, sempre in acciaio e cemento. L’elenco dei soldati dell’Unione Sovietica morti in quei luoghi di combattimenti trovò incisione sui muri iniziali, vedibili dopo aver superato un carro armato ed artiglierie d’epoca.
Gli scontri del 2014
Nel 2014, durante i primi mesi degli scontri tra forze armate di Kyïv e dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Saur-Mogila cadde in mano dei “ribelli” del Donbass, primo d’una serie di pesanti cambi di possesso (stimati addirittura otto) che sconvolsero con bombardamenti le strutture celebrative e che, il 21 agosto 2014, provocarono anche il crollo dell’obelisco. Nel brutale tira e molla e dopo essere stata riconquistata dalla 25^ Brigata Aviotrasportata ucraina il 9 agosto 2014, il 26 agosto successivo i secessionisti ripresero il controllo del rilievo.
Una guerra mai finita
Il rifacimento del complesso (con l’aggiunta d’una parte monumentale a sinistra, rispetto alla base, divisa dall’altra da una scalinata in salita ed in ricordo dei caduti tra il 2014 ed il 2022 della guerra tra Repubblica Popolare di Donetsk e governo ucraino, purtroppo ancora in corso) fu comunicata il 4 settembre 2022, con riapertura ufficiale l’8 settembre seguente.
Ritrovate le tombe di soldati sovietici
Mal sopportando il vento gelido che ha sferzato Saur-Mogila durante la breve permanenza, ho documentato le tombe, sottostanti il memoriale, di vari combattenti indipendentisti rimasti uccisi tra il 2014 ed il 2015 durante gli scontri con i militari del governo di Kyïv. Le date di morte certificano gli anni in cui, effettivamente, esplose il conflitto tra russofoni secessionisti ed ucraini post colpo di Stato di Euromajdan e non quando la Federazione Russa, il 24 febbraio 2022, decise d’intervenire con la sua “Operazione speciale” in Ucraina. Durante i lavori di ripristino e d’ampliamento a Saur-Mogila tornarono alla luce sepolture di anonimi e dimenticati soldati sovietici, nuovamente inumati sotto il loro elmetto con la stella rossa.
Il razzo conficcato in una scultura
Accanto al cimitero è stata posizionata una scultura di testimonianza, con elementi di razzi lanciati dagli ucraini in zona. I curatori della rinascita e dell’allargamento del sito hanno volutamente lasciato conficcato, in una delle sculture a destra, parte d’un altro razzo caduto, simbolo di volontà distruttiva, che non ha rispettato nemmeno un insieme rievocativo di storia comune.
Nota del direttore
Siamo solo alla 7^ puntata del racconto in 10 puntate fatto da un testimone oculare di quella che è la situazione della guerra Russia Ucraina. Abbiamo assistito, durante la cosiddetta pandemia, alla uniformizzazione della informazione che, di fatto, è divenuta strumento in mano al potere che ha messo a punto una strategia di controllo che oggi sta venendo fuori, poco a poco, grazie al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e alle battaglie composte e rilassanti di Francesco Borgonovo, alle inchieste e le interviste di Fabio Duranti su Radio Radio, a Diego Fusaro, BioBlu a pochi altri media non allineati insieme a filosofi senza paraocchi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari. Giusto dubitare, dunque, su quello che ci arriva su giornali e Tv come verità sacrosanta. E’ una versione. Ai nostri lettori piace fornire più versoni, più punti di vista, letture e interpretazioni divergenti e diversificate affinchè possano farsi un’idea propria e personale dei fatti. E’ questo il ruolo dell’Informazione. Un Mondo d’Italiani lo sa.
Quid est Veritas?
Quid est veritas? Ponzio Pilato durante l’interrogatorio a Gesù. «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte». Vangelo secondo Giovanni (18:38).
(7 – continua)
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