Dal miele all’ocra, le colorazioni di cinque arcate del Colosseo tornano a risplendere, grazie alle operazioni di restauro durate poco più di un anno. Per adesso scoperte solo cinque arcate, i lavori per il restauro delle restanti arcate è già iniziato. Il simbolo della città eterna mostrerà così a Roma e al mondo una nuova faccia, sempre “più simile a sé stessa”, più intrisa di storia e fascino grazie all’originalità dei colori riportati alla luce.
L’Anfiteatro Flavio è stato soggetto ad un ‘restyling’, per mezzo di acqua nebulizzata, che ha portato alla superficie i colori originali, ora visibili grazie alla rimozione dei ponteggi, che interessa per adesso cinque arcate. Lo smog accumulato nel corso degli anni aveva rovinato ed in parte nascosto la bellezza originale del monumento, simbolo di un’antichità che come pochi monumenti al mondo rappresenta i fasti di un’età, quella Romana, che si risveglia ogni volta con uno sguardo ad un’opera grandiosa qual è l’Anfiteatro Flavio. Una maestosità rimasta per lo più intatta, che racconta duemila anni di storia, che grazie al finanziamento di 25 milioni di Euro di Tod’s, può rivivere nello splendore di un tempo. “Al momento siamo un po’ in ritardo sui tempi, ma è normale in un cantiere di queste dimensioni che va rodato. Dunque, il ritardo sarà recuperabilissimo” afferma Rossella Rea, dopo che le prime cinque arcate sono state ripulite e mostrate al pubblico. Ora si prosegue per le successive. Questa prima tranche del restauro, affidata alla ditta Gherardi con un appalto da 8 milioni di euro ribassato poi a 6,5 circa, si concluderà il 2 marzo del 2016 e mira ad offrire al pubblico uno spettacolo ancora più grandioso di quello offerto dal Colosseo durante i suoi anni di vita, riportando alla luce i colori originali delle mura. Voluto dall’Imperatore Vespasiano e terminato da suo figlio Tito nell’80 d.C., era destinato all’intrattenimento: combattimenti fra gladiatori ed animali. E’ il più grande anfiteatro del mondo, strutturato su due livelli: quattro ordini di colonne si alternano all’esterno, mentre all’interno sorgeva l’arena, dove avvenivano i combattimenti, costituito da una piattaforma di legno coperta da sabbia, sotto la quale stavano i cunicoli destinati alle belve ed alle attrezzature. Il simbolo della città eterna mostrerà così a Roma e al mondo una nuova faccia, sempre “più simile a sé stessa”, più intrisa di storia e fascino grazie all’originalità dei colori riportati alla luce.
di Dalna Gualtieri