Chiesa Nostra il film tra documenti riservati e immagini di archivio. Non sempre la Chiesa è stata portatrice coraggiosa di messaggi di fede. Ma sono tanti i casi di sacerdoti e religiosi vittime della violenza mafiosa. Le feste patronali con la presenza dei “padrini” alle processioni, e il rito dell’affiliazione a Cosa Nostra, compiuto bruciando un santino. Le processioni, occasioni per omaggiare i boss. Sguardo antropologico su simboli, feste e rituali
Chiesa Nostra il film prodotto dalla World Video Production, del regista del regista Nastro d’argento nel 2018 con il doc su “L’Ora”, sarà presentato martedì 1° ottobre 2024, alle ore 21.00, al cinema Nuovo Aquila di Roma. A presentare il film, Vincenzo Vita, Presidente dell’AAMOD, che dialogherà con il regista, con il già Presidente del Senato Pietro Grasso e con Francesco La Licata, giornalista e co-autore del film.
Chiesa Nostra il film che parla di poteri sovrapposti
Chiesa Nostra, scritto da Bellia e dal giornalista Francesco La Licata (già Nastro D’argento per il suo contributo alla scrittura per Il traditore di Marco Bellocchio), è un documentario sul complesso e ambiguo rapporto tra Mafia e Chiesa, dal dopoguerra ai giorni nostri. Un viaggio di luci ed ombre che racconta come il potere mafioso e quello religioso si siano a volte sovrapposti, a volte scontrati. Le ambiguità, le complicità con i poteri occulti, l’impegno dei vescovi e dei preti di frontiera. La presunta religiosità ostentata dai boss e la risposta decisa, ma spesso tardiva, di un numero esiguo di uomini di Chiesa. Fino ad arrivare alla svolta di Papa Francesco e alla sua scomunica alla mafia.
Il ruolo della Chiesa in Sicilia
Questo film ha il merito di documentare il ruolo che la Chiesa ha ricoperto nel tessuto sociale siciliano, analizzando come, nella storia recente, la Chiesa, la società e i poteri – legali e illegali – abbiano intrecciato il loro sviluppo.
Documenti riservati e immagini di archivio
La cifra stilistica e quella antropologica rendono Chiesa Nostra un documentario prezioso che “mette ordine”, da un lato, ed esplora, dall’altro, un terreno insidioso. Lo fa senza retorica, mettendo al primo posto la realtà storica e attuale. Un contributo inedito raccontato con uno stile narrativo originale che collega la ricostruzione storica alla rappresentazione filmica, la memoria all’attualità, le immagini di archivio a documenti riservati e illustrazioni animate.
Un grande interprete
L’interpretazione magistrale di Pippo Delbono (per la seconda volta insieme ad Antonio Bellia, dopo La corsa de L’Ora) ci porta in mondi fin qui poco esplorati fatti di riti e connivenze, spesso pericolose.
Chiesa e Cosa Nostra
Ripercorrendo gli eventi del secolo scorso, si mostra quanto drammaticamente numerosi siano gli episodi che hanno visto sacerdoti e religiosi vittime della violenza mafiosa, ma anche come, nel Mezzogiorno, non sempre la Chiesa sia stata portatrice coraggiosa di messaggi di fede. Questo docufilm raccoglie e ricostruisce alcuni avvenimenti che mostrano un clero impreparato – o talvolta dall’operato controverso – nei confronti di Cosa Nostra.
Processioni per omaggiare i boss
Si ripercorrono le celebrazioni delle feste patronali, con la presenza dei “padrini” alle processioni, e il rito dell’affiliazione a Cosa Nostra, compiuto bruciando un santino. E ancora, processioni trasformatesi nel tempo in occasioni per omaggiare i boss. Lo sguardo antropologico sul tema di simboli, feste e rituali, fa emergere una chiara distorsione dei valori cristiani messa in atto dalla mafia.
Bellia: sono cresciuto nella realtà siciliana facendomi domande
“Quando ho iniziato a lavorare a questa idea mi sono trovato di fronte a una complessità e una ricchezza di temi quasi disarmante”, afferma il regista Bellia, che nel 2017 ha firmato la regia de La corsa de L’Ora – sulle vicende gloriose e complesse del noto giornale – premiato nel 2018 con il Nastro D’argento come miglior docufilm. “Sono cresciuto immerso nella realtà siciliana – continua Bellia – per anni non ho capito come la Chiesa di fronte a fatti cruenti non prendesse una posizione di ferma condanna. Ho visto cambiare in pochi anni, grazie al lavoro dei “tanti padre Puglisi”, l’istituzione più conservatrice che ci sia. Ho ascoltato e apprezzato le dure parole di Papa Francesco e la scomunica verso i mafiosi. E oggi ho voluto raccontare tutto questo”.
La Licata: una lettura storica
“Il discutibile atteggiamento della Chiesa cattolica e del Vaticano nei confronti del fenomeno mafioso, nel corso degli ultimi decenni, è venuto alla luce in modo sporadico e inorganico – afferma Francesco La Licata, coautore del docufilm – spesso è accaduto che gli stessi, cruenti avvenimenti abbiano funzionato da impedimento ad una corretta lettura storica del rapporto fra Chiesa e mafia. Questo lavoro potrebbe perseguire lo scopo di riempire i vuoti della irregolare attenzione sul fenomeno, fino alla “lieta novella” rappresentata da Papa Francesco che finalmente usa parole chiare contro la violenza e la prevaricazione della mafia”.
Esperti, autorità, istituzioni, uomini di Chiesa
Da Pietro Grasso a Roberto Scarpinato, da Don Luigi Ciotti ad Alessandra Dino, e ancora, Leoluca Orlando, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, e padre Cosimo Scordato. Il film conta sulla testimonianza di esperti, autorità, rappresentanti delle istituzioni, uomini di Chiesa che, secondo il loro personale punto di vista, danno un contributo di analisi sul complesso e vasto mondo di influenze tra la Chiesa e la Mafia.
Il sostegno del Ministero della Cultura
Chiesa Nostra è stato realizzato con il sostegno dei Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema, e con la collaborazione dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS e del CRICD.
E ancora
- 3 giugno, Giornata dell’Emigrante Italiano in Argentina
- Lockdown Milano e Napoli. La soluzione per ridurre i contagi troppo alti
- Sintomi Covid e Influenza: ecco come distinguerli
- Addio a Ray Manzarek, l’architetto dei Doors
- Fontana eletto presidente Senato Lancellotta fa sentire la voce del Molise. Le pagelle politiche