Avrebbero chiesto addirittura l’intervento del Prefetto i cittadini di Castelpetroso, piccolo comune montano in provincia di Isernia, che da mesi ormai sono costretti a convivere con le continue sospensioni del servizio idrico, con conseguenze inimmaginabili sul piano sociale e sulla qualità della vita in generale. “A novembre – fanno presente alcuni cittadini – siamo rimasti ben quattro giorni di seguito senza acqua. Ma quando siamo andati a protestare in municipio ci è stato risposto che bisognava fare un reclamo scritto al Sindaco”. Da allora i disagi sono continuati ad oltranza, con giorni di flusso, alternati a periodi, anche lunghi, in cui i rubinetti restano completamente asciutti. Tutta la parte alta di Guasto, tra via Fiume e la strada principale della borgata lamenta il disservizio ormai da molti mesi. “Abbiamo segnalato più volte la problematica – ci racconta una signora – ma ogni volta rispondono che stanno provvedendo. A volte ci “regalano” un paio di ore di acqua intorno alle 11, chiudendo la valvola che alimenta la parte inferiore dell’abitato. Ma per chi lavora dalla mattina alla sera due ore in piena mattina non servono proprio a nulla. Rientro la sera e non posso cucinare. I piatti e le stoviglie si accumulano e sono costretta ad andare da mia madre, che abita in un altro comune, con un contenitore pieno di stoviglie sporche. Ma la mattina mio marito si alza presto, non può fare la doccia. Stiamo perdendo la pazienza, ne risente anche la vita familiare. Abbiamo cominciato a litigare perché i nostri nervi sono messi a dura prova da mesi e mesi di disagi ripetuti. Chi ha la riserva va avanti per un paio di giorni, ma non tutti dispongono di un serbatoio da 500 litri necessario per accumulare l’acqua necessaria alle operazioni ordinarie di pulizia personale, per cucinare, per lavare i piatti. E la lavatrice? Dobbiamo forse tornare a lavare i panni al fiume come si faceva una volta? Siamo nel 2009 e tutto questo ci sembra assurdo!”. Nella contrada ci sono famiglie con bimbi piccoli, addirittura con neonati. “Sono dovuta andare dai miei – ha confessato una neomamma – perché la situazione era davvero insostenibile. Ma la mia vicina di casa, che ha anche un bimbo che va alle Elementari, non si è potuta trasferire per non fare perdere giorni di scuola all’altro figlio. Così a volte prego mia mamma di portarle qualche tanica di acqua, perché mi rendo conto di quanto possa essere difficile andare avanti in quelle condizioni. E’ assurdo che per un guasto, o chissà cosa alla rete idrica, passino oltre sei mesi senza risultato. Ci hanno detto che possiamo rivolgerci al Prefetto. Sappiano che è una donna, potrà capire quali enormi disagi stiamo sopportando. Siamo convinti che il suo autorevole interessamento servirà a dare risposte alle famiglie”.
di Mina Cappussi
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