Carro del principe sabino di Eretum. Dalla Danimarca torna in Italia il reperto grazie al Mibact

Cultura

Restituito all’Italia il prezioso carro sabino a decorazioni dorate custodito nel museo Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen. La trattativa sottoscritta prevede una serie di collaborazioni scientifiche, di scambi e di prestiti a lungo termine tra i due Paesi.

(UMDI – UNMONDODITALIANI) Torna ad affascinare la storia dei sabini, antico popolo proveniente dalla sabina. La tradizione vuole che una volta arrivati in territorio sannio, in seguito alla cerimonia del Ver Sacrum, da loro si sarebbero originati i Sanniti. Lo storico Strabone scrisse: “i Sabini conducevano una lunga guerra contro gli Umbri. In quel periodo dedicarono ad Ares tutti i figli che nascevano e quando questi furono adulti li mandarono via alla ricerca di nuove terre. Un toro guidò il loro cammino e quando giunse nella terra degli Opici, il toro giacque a terra per riposare. I Sabini allora scacciarono gli Opici e si accamparono in quella regione. Secondo quanto avevano detto i loro indovini sacrificarono il toro ad Ares, che lo aveva concesso loro per guida”. Per un’altra ipotesi, l’origine dei Sabini sarebbe da ricercarsi nell’antico uso dei popoli italici, passato poi anche agli stessi Sabini, del ver sacrum, di consacrare i nati nello stesso anno al dio Marte e, una volta ventenni, spinti a lasciare le proprie terre per fondare nuove città. Per altri dalla comunanza tra la lingua sabina, apparentata col gruppo Osco, che a sua volta era affine alla lingua umbra, ne discenderebbe la discendenza dei Sabini dagli Umbri.

E’ stato reso noto l’annuncio dell’accordo dato dallo stesso ministro Franceschini per la restituzione al nostro Paese del  prezioso carro sabino a decorazioni dorate e di altri pezzi conservati nel museo danese. La trattativa sottoscritta è di più ampio respiro e prevede una serie di collaborazioni scientifiche, di scambi e di prestiti a lungo termine tra i due Paesi. L’accordo prevede che le restituzioni cominceranno a dicembre di quest’anno per completarsi – assicurano dal museo danese – entro il 2017. Prima tappa una grande mostra nazionale, poi tutti i tesori verranno riportati là dove erano stati rubati e ricontestualizzati nei diversi musei locali. In cambio l’Italia si impegna a prestare a Copenaghen anche per lunghi periodi, altri gioielli del suo patrimonio. “Assisteremo a un’intensificazione della cooperazione museale e scientifica tra le istituzioni italiane e il museo di Copenhagen, dal momento che l’accordo contribuirà a rafforzare le già strette relazioni collaborative tra le istituzioni culturali e scientifiche dei due Paesi” precisa una nota del ministero.

“L’accordo sottoscritto – ha dichiarato il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – trasforma una crisi in opportunità, superando un contenzioso attraverso una stretta collaborazione che da un lato permetterà al Ny Carlsberg Glyptotek di rinnovare periodicamente la propria offerta museale e all’Italia di recuperare importanti reperti del proprio patrimonio culturale che presto torneranno alle comunità da cui provengono”. “Ciò che a prima vista sembrava potesse risolversi in uno stallo legale e politico – dichiara il Direttore della Glyptotek, Flemming Friborg – si è trasformato in un accordo potente e visionario, grazie a un intenso dialogo accademico. Siamo entusiasti della lungimiranza con cui siamo stati accolti dal Ministro della cultura. Lavorando insieme abbiamo creato un clima ideale in cui implementare un accordo che si tradurrà di fatto in nuove iniziative museali a beneficio dei visitatori del museo e degli studiosi, sia in Italia che in Danimarca”.

Tra i Beni restituiti anche le 12 lamine dorate del “Carro del principe sabino di Eretum” depredato negli anni ’70 dalla  necropoli di Eretum, città sabina dell’antico Lazio, che mani abilissime di artisti ciprioti o fenici avevano sbalzato decorandole con le figure di animali veri o fantastici. Ma anche i gioielli, il pettorale d’oro del principe, le armi, gli scudi, le cinture, i bronzi, le ceramiche che ora potranno ricongiungersi agli altri reperti della necropoli nel museo di Fara Sabina. Ha ricordato la soprintendente Alfonsina Russo: “lastre e decorazioni architettoniche strappate da edifici templari di Cerveteri, e un ciclo di antefisse con menade e satiro, anch’esso proveniente da Cerveteri” e smembrato dai trafficanti che ne vendettero una parte al museo di Copenaghen e l’altra al Getty Museum di Los Angeles (poi restituito ndr).

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