La sindaca della Capitale ha vietato l’uso di fuochi d’artificio e petardi, esattaente come hanno fatto un migliaio di altri comuni in Italia per tutelare l’incolumità e la salute degli animali. A Torino, l’esplosione di botti e petardi è vietata dal 2011. Idem a Cagliari, Bologna, Siena, Tortona, in provincia di Alessandria, San Giorgio a Cremano e Portici in Campania, In Liguria quasi tutti i Comuni, da Levante a Ponente, a Sestri Levante addirittura estesa l’ordinanza fino al 10 gennaio. In Abruzzo, da Chieti a Montesilvano. A Roma, dove non si terrà i tradizionale concerto, la Raggi ha annunciato una grande e suggestiva festa sui ponti per l’ultimo dell’anno.
Roma, la sindaca Virginia Raggi ha emanato un’ordinaza per probire l’uso di fuochi d’artificio e petardi per Capodanno, con buona pace degli amici degli animali, che da anni si battono per evitare una modalità di festeggiare che si rivela dannosa e addirittura mortale per molte creature. Capodanno, infatti è probabilmente la festa meno amata dagli animali, e dai cani in particolare, che rispondono spesso in modo esagerato al rumore, cercando di fuggire o metendo in atto comportamenti ansiosi (come urinare in giro, ululare, ansimare, tremare e tentare di nascondersi). In casi estremi, mostrano una sintomatologia simile a un vero e proprio “attacco di panico”. “È fatto divieto di usare materiale esplodente, fuochi artificiali, botti e razzi dal giorno 29 dicembre fino alle ore 24 del 1 gennaio 2017”, si legge sull’ordinanza emessa dalla Raggi il 21 dicembre. Nel testo si precisa che “è vietato usare materiale esplodente anche ‘declassificato’ a meno di 200 metri dai centri abitati, dalle persone e dagli animali”. Per i trasgressori sono previste sanzioni che vanno dai 25 ai 500 euro. Il Campidoglio è stato spinto a prendere provvedimenti per morivi di sicurezza legati ai rischi di incidenti dovuti ai materiali pirotecnici. Ma secondo noi di UNMONDODITALIANI la decisione era attesa e dovuta. La sindaca sotto attacco mediatico ha in effetti proceduto ad emettere un diviero dovuto, emesso in altri 850 comuni italiani, tra cui Milano, dove i fuochi artificiali erano stati banditi dal 29 dicembre fino al 1 gennaio e dal pomeriggio del 31 dicembre era stata vietata anche la vendita di contenitori in vetro. Una tortura da evitare il più possibile per gli animali. I botti causano la morte di migliaia di animali.
A Torino, l’esplosione di botti e petardi è vietata dal 2011 con un regolamento comunale che mira a tutelare l’incolumità e la salute degli animali. A Cagliari, dove il divieto è previsto dall’articolo 40 del regolamento comunale di Polizia urbana. Nella notte di Capodanno del 2016 si sono registrati 190 feriti a causa dei fuochi artificiali in tutta Italia, ma per il terzo anno consecutivo nessuna vittima. I divieti vigono anche a Bologna. A Siena la notte di San Silvestro è vietato non solo far esplodere botti e petardi ma anche prodotti “con effetto luminoso, tipo candela magica“. A Tortona, in provincia di Alessandria, sono addirittura vietati “festeggiamenti molesti e potenzialmente pericolosi anche in considerazione della recente congiuntura internazionale”. In molti paesi della Campania, come San Giorgio a Cremano e Portici, hanno imposto il divieto “a salvaguardia della sicurezza dei cittadini, degli animali e dei più piccoli“. In Liguria quasi tutti i Comuni, da Levante a Ponente, hanno deciso di vietare i botti. A Sestri Levante addirittura il sindaco ha esteso l’ordinanza fino al 10 gennaio. In Abruzzo, da Chieti a Montesilvano, molti comuni hanno adottato la stessa ordinanza. Infatti il forte rumore provocato dai petardi che esplodono in piena notte provocano reazioni istintive incontrollate; terrorizzate, le bestiole sono facilmente indotte a scappare. Il rischio maggiore riguarda i volatili che vivono vicino alle aree urbanizzate, perchè presi dal panico, lasciano i loro nidi o dormitori, e volando al buio vanno a schiantarsi contro muri, alberi, cavi elettrici o addirittura sulle auto, aumentando il rischio di incidenti stradali. Per i nostri amici a quattro zampe il terrore è così forte da indurli a fuggire dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico.
Ma torniamo a Roma. “Sussiste l’urgente necessità di adottare misure idonee a garantire l’incolumità pubblica, la sicurezza urbana – si legge sull’ordinanza della Raggi – la protezione degli animali e assicurare le necessarie attività di prevenzione attraverso la limitazione dell’uso dei botti e dei fuochi di artificio sul territorio comunale”. Nel 2015 l’uso di botti e fuochi artificiali era stato vietato nell’area del Circo Massimo dove si teneva il concerto di fine anno, ma permesso in tutte le altre zone della città. I cittadini romani non potranno più festeggiare l’ultimo dell’anno con il tradizionale concerto di piazza della sera del 31 dicembre, che negli ultimi anni si era tenuto al Circo Massimo.”Faremo una festa molto grande sui ponti”, ha promesso Virginia Raggi. “Sul concertone gli sponsor si sono ritirati per ragioni loro, noi stiamo organizzando una festa molto grande – ha dichiarato il sindaco Raggi – Io vi sfido a partecipare alla nostra festa sui ponti di Roma. Sarà una cosa organizzata per la prima volta, durerà da 18 a 24 ore. Sarà molto bella”. Il divieto di utilizzo dei botti risponde all’appello delle maggiori associazioni animaliste, non solo. Centinaia di migliaia di persone, con un tam tam mediatico continuo, post su facebook e twitter, chiedono ripetutamente di eliminare questo “divertimento” umano che tanto danneggia gli animali. Sono anni, im effetti, che sempre più comuni italiani, vietano i botti di Capodanno. Tutta questa attenzione all’ordinanza del sindaco di Roma ci sembra una scusa per dare addosso al primo cittadino pentastellato della capitale. Sempre più sindaci hanno preso coscienza della problematica, varando emendamenti e multe e vietando l’utilizzo di botti e petardi per tutto il periodo natalizio per tutelare la salute e la sicurezza di persone e animali, contenere i livelli di inquinamento e prevenire gli incendi. Le sanzioni per chi trasgredisce vanno da 25 a 600 euro.
di Davide Colacci
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