Campeggio vietato a Bojano, con una ordinanza del commissario Pigliacelli che ha scatenato il finimondo. Manco Silla riuscì in siffatto modo a scatenare le ire e le proteste dei padri Sanniti. Contemperare la tradizione, il rispetto dell’ambiente, le esigenze per garantire la pubblica incolumità. Decisivo l’incontro con l’associazione Sant’Egidio
Campeggio vietato a Bojano, in virtù di una ordinanza del commissario prefettizio che porta la data del 29 luglio, pubblicata il 5 agosto sull’Albo Pretorio on line della città. Una ordinanza che, come era prevedibile, ha scatenato il finimondo. L’antica capitale sannita ha subito nei millenni le conseguenze terribili della damnatio memoriae di Silla: “Roma non sarà mai al sicuro, sino a che ogni Sannita non sarà annientato”, è risorta da terremoti distruttivi come quelli del 1456 e del 1805, e dalle devastazioni della seconda guerra mondiale. Nemmeno il Covid l’ha fermata: il virus è passato alla larga da Bojano e dal Molise.
Campeggio vietato a Bojano: polemiche senza fine
Ma Sant’Egidio non si tocca! E così ha scatenato un vespaio di polemiche l’Ordinanza del commissario straordinario del comune di Bojano (CB) avente ad oggetto il divieto di campeggio, bivacco e accampamento nell’ambito del territorio comunale (prot. P/2020/11949/05-08-2020). Un atto lecito e legale, ci mancherebbe, volto a tutelare l’ambiente, ma che attacca la tradizione con argomentazioni che non trovano ascolto tra la gente.
Pigliacelli: no all’uso indiscriminato delle risorse
Campeggio vietato a Bojano, rischia di saltare la ricorrenza di Sant’Egidio, con tutte le conseguenze del caso. “Bojano è priva di aree attrezzate – i chiarimenti di Pierpaolo Pigliacelli raggiunto al telefono da Un Mondo d’Italiani – e mancano strutture igienico-sanitarie in quelle zone raggiunte normalmente da campeggiatori, soprattutto di fuori regione. Ci siamo trovati a dover operare in bilico, in posizione non certo facile, tra le giuste e sentite esigenze di svago e di relazioni umane, e quello che è invece il compito preminente di un commissario che deve cercare di prevenire tutte quelle situazioni a rischio igienico-sanitario e soprattutto in grado di attentare alla incolumità delle persone. Parlo del degrado ambientale causato da un uso indiscriminato delle risorse, e della normativa Covid.
Invasione di campeggiatori, impotente la Polizia Municipale
“In particolare – prosegue il commissario prefettizio – l’area di Sant’Egidio è interessata ad una invasione massiccia di campeggiatori in settembre mostra un ampio e profondo degrado ambientale, così come relazionato dal comandante della Polizia Municipale. Centinaia di persone radunate nello stesso posto, senza servizi igienici, con il pericolo di innesco incendi dovuti a fornelli, bombole di gas, cicche, costituiscono un vero e proprio attentato nei confronti di un’area di grande bellezza naturalistica e di interesse ambientale. In ogni caso, l’incolumità delle persone viene prima di tutto”.
Il commissario che ha conquistato la fiducia della gente
Già, ma perché i pericoli nascono proprio ora, a ridosso delle elezioni? Il commissario Pigliacelli ha conquistato la fiducia della popolazione, allacciando strettissimi rapporti e un dialogo costruttivo con le associazioni, che da sempre lavorano per il bene comune e il futuro della città. Certamente una regolamentazione era opportuna, proprio per evitare di trasformare il Matese in un enorme camping, ma magari si poteva dialogare con l’attiva associazione Sant’Egidio retta da Gianmarco Romano, con Ignazio Contursi, Nicola Amatuzio, Francesco Puzo, Renato Schiavone, Antonio Iannetta, Nico Nappi, Antonio Marro del Direttivo, che potrebbero rappresentare un interlocutore importante per la soluzione della problematica.
L’associazione Sant’Egidio in prima linea
“Avevamo appuntamento domani con il commissario – precisa Ignazio Contursi – ma la riunione è stata disdetta e spostata a Campobasso. Speriamo di riuscire a trovare un punto d’incontro”. Noi di Un Mondo d’Italiani ne siamo certi. Vista la disponibilità e l’apertura del commissario, e stante la mancanza di personale in capo alla Polizia Municipale guidata dal capitano Liberato Colalillo, potrebbero essere proprio i responsabili e i soci del sodalizio a vigilare sul rispetto ambientale e ad assumersi la responsabilità dell’integrità dei luoghi.
L’eremo del IX sec.
L’eremo risale al IX secolo e sembra sia stato realizzato dai Cistercensi o dai Templari. L’abside conferma la datazione dell’edificio ad un periodo compreso fra i secoli IX e X. Situato sul massiccio del Matese a quota 1025 metri s.l.m. fa parte della parrocchia dei santi Erasmo e Martino in Bojano, diocesi di Bojano-Campobasso-, raggiungibile solo a piedi, nell’ultimo tratto, partendo dalla strada provinciale di Civita. L’edificio consiste in una chiesa annessa al rifugio, in realtà l’antico cenobio costruito con funzioni di eremo e di ricovero per viandanti che, specialmente nel medioevo, seguivano le strade montane colleganti i due versanti del massiccio del Matese.
Campeggio vietato a Bojano, a rischio Sant’Egidio, simbolo di Bojano
Sant’Egidio è la festa, la ricorrenza, il simbolo più importante di Bojano, scavalca addirittura il Patrono, San Bartolomeo Apostolo. Si perde nella notte dei tempi la tradizione del 1 settembre, quando si giunge a piedi a onorare il santo e la processione religiosa, capeggiata dal vescovo, percorre rovi, rocce, il sottobosco, con la curiosità della cosiddetta “processione” profana, che si tiene addirittura il giorno prima, il 31 agosto, facendo sosta alcoolica nelle abitazioni lungo tutto il percorso.
Salviamo capra e cavoli!
Ora l’ordinanza che vieta tutto: campeggio, bivacco, accampamento, non solo con le tende, ma addirittura con i sacchi a pelo e le coperte. Significa che se si vuole trascorrere una notte sotto le stelle tra la frescura e il verde del Matese, si va nell’illegalità. Anche una coperta stesa a terra, un panino e una chitarra ti rendono latitante o delinquente. E allora confidiamo nel buon senso e nella lungimiranza del dr. Pigliacelli, affinché revochi e modifichi il documento per salvare, come si dice, capra e cavoli, Sant’Egidio e il protocollo!