Con la Compagnia Stabile del Molise, il Comune di Bojano, le scuole superiori, per una iniziativa che intende riportare in auge i Salotti Letterari delle donne illuminate della storia. Quando gli Albanesi eravamo noi, i nomignoli, gli stereotipi. L’emigrazione, l’apartheid, i Pellirosse. Quando le donne non potevano votare e i malati venivano sacrificati. Le ragioni dell’eugenetica. Ospite speciale il prof. Giulio de Jorio Frisari dell’Università di Tessalonica
Discriminazione, intolleranza, fanatismo, pregiudizio, razzismo. E, al contrario, integrazione, cosmopolitismo, mescolanza. “Non sono razzista, però…” è l’incipit dell’appuntamento culturale più cool, istituzionalizzato quest’anno dal comune di Bojano. Il tema è quello del razzismo. Ad affrontarlo, il prossimo giovedì 9 febbraio dalle 17.30, nell’aula universitaria di Palazzo Colagrosso, con i suoi riverberi nella letteratura e con gli esempi minimi nelle nostre vite quotidiane, l’assessore comunale alla Cultura, Michelina IANNETTA, che ha inteso sposare l’esperienza vincente degli eventi Turchese organizzati dalla testata Un Mondo d’Italiani, diretto da Mina CAPPUSSI, in collaborazione con la Compagnia Stabile del Molise, presieduta da Paola CERIMELE e con gli istituti scolastici superiori rappresentati da Biase D’ANDREA. Un connubio interessante, che lega istituzioni, organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, le scuole e un quotidiano internazionale che si è votato a quell’emigrazione italiana nel mondo che ha offerto il fianco, nel passato, a tutta una serie di discriminazioni. Ospite speciale, per l’occasione, Giulio DE JORIO FRISARI, Visiting professor dell’Università Aristotele di Tessalonica, membro del Comitato Scientifico dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici che ha recentemente perso il suo capostipite, mentore e fondatore, Gerardo Marotta. La grafica è di Eliana Cappussi.
“Porta un libro e tornerai con un’idea” – spiega l’ideatrice del Caffè Letterario Turchese, Mina CAPPUSSI – è il sottotitolo dell’evento, che mette l’accento sulla partecipazione e la condivisione da parte di tutti gli intervenuti, invitati a prendere spunto dalla letteratura, dalla poesia, dall’arte, dal giornalismo per partecipare al dibattito, per portare il proprio contributo d’idee, per innescare un circolo “vizioso” positivo che dia forma ed essenza all’archetipo, al concetto. Vogliamo ragionare sulla questione attingendo a chi ha scritto di razzismo in senso lato, dal macro-tema alle sue innumerevoli derivazioni spicciole. Il focus è stato fortemente voluto da Paola Cerimele, nota attrice e direttrice, con Lello Lombardi, della Compagnia Stabile, e dall’assessore alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Bojano, Michelina Iannetta. A differenza dell’anno scorso, il Caffè non ruota attorno ad un unico testo di cui viene data lettura, ma è il pubblico che porta libri per condividerne il contenuto. Insomma un arricchimento esponenziale perché il Caffè sia un vero e proprio Salotto Letterario, come quelli della lunga tradizione che parte dal symposium greco, ma che ha trovato la sua massima espressione nelle donne illuminate che riunivano intellettuali e personaggi di spicco per influire sulla formazione dell’opinione pubblica e sulla politica dello Stato. Un progetto ambizioso, che ha intercettato una domanda di cultura importante”.
Si faranno riferimenti linguistici, culturali, religiosi. Si parlerà di Greci e Romani che definivano barbari gli stranieri, dello sfruttamento di indios e africani, della distruzione dei Pellirosse, dei diritti negati delle donne, dell’isolamento sociale che esiste ancora oggi, della teoria della differenziazione biologica dell’umanità in razze operata da Linneo nel 1735, del Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane (1853-55) di de Gobineau, della strumentalizzazione dell’evoluzionismo di Darwin, e persino di Cesare Lombroso, che riteneva gli italiani meridionali biologicamente predisposti alla delinquenza. Ma parleremo anche di forme di razzismo spicciolo, di pregiudizi e discriminazioni che usiamo tutti i giorni quando giudichiamo il diverso da noi. E si parlerà, ne siamo certi, dei migranti che giungono oggi nel nostro Paese, per ricollegarci alla Grande Emigrazione Italiana nel mondo, che in un primo periodo ha visto i pionieri del Bel Paese etichettati con stereotipi, nomignoli, aggettivi offensivi. Oggi, per fortuna, completamente superati.
“Essere complementari – anticipa il prof. De Jorio Frisari – è una esigenza dettata dal senso vitale che è in noi: la forza di quel senso è trascinante e può essere tanto intensa da generare dinamiche distorte, contorsioni psicologiche e semantiche. Fughe dalla libertà e servitù volontaria. Ecco che il trincerarsi dietro alle proprie abitudini, il rinchiudersi nei propri spazi, il rifiutare le diversità sono tutte modalità comportamentali, da pragmatica della comunicazione, che fanno parte di una negazione dello spirito vitale che pervade l’universo. Ma attenti! anche il divertissement sfrenato rientra in una forma di autoesaltazione funzionale ad escludere chi vuole mantenere la barra ferma lungo il tracciato della razionalità, quella legata alla sopravvivenza”. E il prof. Frisari annuncia letture da La Bottiè, Leopardi, Manzoni, Malcom X, Francesco Soave, Bhagdavaghita.
“I nostri Caffè Letterari aggiunge la Cappussi – sono in effetti dei veri e propri Salotti Culturali. Tradizionalmente i salotti sono tenuti essenzialmente da donne spesso appartenenti all’alta borghesia: esse vantavano amicizie influenti e ospiti illustri in grado di elevare il livello della discussione. Il primo celebre salotto letterario parigino fu quello aperto da Catherine de Vivonne de Rambouillet marchesa de Rambouilet (1588-1665), e il salotto di Madame Geoffrin che invitava celebrità letterarie e filosofiche come Diderot, Marivaux, Grimm, Helvétius. Ma la storia pullula di decine e decine di donne “salottiere” che hanno indirizzato e diretto la cultura. Si ricordano quelle in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Gran Bretagna, e in Italia, quelle di Firenze, Milano, Napoli, Roma e Venezia”.
Appuntamento, dunque, giovedì 9 febbraio 2017, dalle 17.30, a Palazzo Colagrosso a Bojano. Si ragionerà sul tema attorno ad una tazza di tè fumante gustando pasticcini. E non dimentichiamo di portare un libro, per condividere idee, posizioni, pensieri, per tornare a casa più ricchi e più consapevoli.
Di Fernanda Bruno e Sabina Iadarola
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