Mariano Gioia è stato ordinato diacono, sabato, 7 aprile 2018 presso l’Antica Cattedrale di Bojano, nella solenne celebrazione eucaristica, con il rito dell’imposizione delle mani, che è stata presieduta dall’arcivescovo Mons. Giancarlo Maria Bregantini
(UMDI – UNMONDODITALIANI) Ordinazione diaconale del giovane seminarista del Pontificio seminario regionale di Chieti, Mariano Gioia, dove, nell’Antica Cattedrale di San Bartolomeo Apostolo di Bojano, sabato 7 aprile 2018 è avvenuta la solenne celebrazione eucaristica, con il rito dell’imposizione delle mani, che è stata presieduta dall’arcivescovo Mons. Giancarlo Bregantini. “È per noi tutti un grande segno di speranza e di futuro l’impegno per un’accresciuta vocazionale pastorale, che sa donare frutti seppur faticosa”, queste le parole pronunciate dal vescovo. “Nulla è impossibile a Dio. Carissimi amici, – il discorso di Mariano – ho scelto questa frase del Vangelo di Luca come “slogan” della mia vita diaconale ora, e presbiterale dopo, perché in questi anni di formazione ho compreso che l’angelo Gabriele aveva ragione. Si! Nulla è impossibile a Dio. Chi poteva immaginare che il Signore avrebbe scelto me, per un ministero così grande e carico di responsabilità? Già proprio me! Chi mi ha conosciuto sin da piccolo, sa che tutto nella vita avrei potuto fare, tranne che seguire il progetto di Dio nel sacerdozio. Lo sanno bene i miei genitori e mia sorella; quante volte hanno urlato contro la mia testardaggine, soprattutto mio padre. Lo sanno bene le mie maestre e i professori; quante insufficienze ho preso! E nel momento nel quale Dio mi ha mostrato il suo progetto, anche io, come Maria ho esclamato: “Come è possibile questo, poiché sono ignorante e pieno di difetti?” e il Signore, nel tempo, mi fatto capire tante cose e mi ha formato e trasformato. Certo sono il Mariano di sempre, ma con una grande certezza nel cuore: Dio davvero cambia la vita, Dio davvero toglie il cuore di pietra e dona un cuore di carne. Chi in questi anni di formazione mi ha accompagnato, ha certamente visto come il Signore, con immensa pazienza, mi ha trasformato, come mi ha fatto battere la testa sui miei limiti e allo stesso tempo mi ha sorretto nel rialzarmi e continuare il cammino. Oggi ho un unico ringraziamento da fare. Ringrazio il Signore, innanzitutto per il dono della vita e poi per avermi chiamato a realizzare un progetto d’amore insieme. Un progetto che però ha avuto bisogno di tante altre persone: la mia famiglia, gli amici, i conoscenti e tutti coloro che si sono fatti portavoce del Signore. In particolare tutte le parrocchie, le confraternite di Bojano e l’associazione di Castellone, che in diversi modi, nei tempi antichi, e non solo! mi hanno guidato, accompagnato e sostenuto. Poi anche due grandi parrocchie dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto: la Parrocchia di San Francesco Caracciolo in Chieti e San Michele Arcangelo in Miglianico (Ch), senza dimenticare la bellissima realtà del polo pastorale di Campodipietra, San Giovanni in Galdo e Toro. Un grazie al Seminario di Chieti, nel quale mi sono formato. Tutto quello che in questi anni ho acquisito e tutto ciò che ho fatto, non è solo merito mio, ma è soprattutto merito vostro, che mi avete consigliato, avete supplicato il Signore di avere tanta Misericordia di me. Nel nostro ambiente si dice spesso che non si prega per le vocazioni, visto il numero ridotto dei seminaristi e dei sacerdoti. Io posso attestare che questo non è affatto vero! Se non ci fosse stata la vostra preghiera, io ora non starei qui! Anzi, forse la colpa è mia, perché se in seminario fossi stato più bravo, la preghiera che avanzava poteva andare per gli altri, invece è servita tutta per me. Vi chiedo ora un grande applauso per i miei genitori e mia sorella! Sono loro che si sono occupati di me, soprattutto nei momenti di difficoltà.
E a lei, Padre Giancarlo, che oggi ricorda l’anniversario dell’ordinazione episcopale, dico grazie per la grande fiducia che mi ha donato in questi anni, spero di non deluderla. Oggi ho promesso filiale rispetto e obbedienza, mi auguro sempre di trovare in Lei e nei suoi successori, un padre che accoglie, guida e incoraggia e corregge suo figlio, perché se manca questa premurosa paternità, sarà difficile essere un buon figlio. Quello che ho è un debito enorme verso il Signore e verso di voi e non so se riuscirò a colmarlo, vi chiedo solo di continuare a pregare per me e di aiutarmi in questo cammino. Permettetemi di ringraziare tutte le autorità civili e militari presenti, l’Ufficio Catechistico Diocesano, il Centro Diocesano Vocazioni, la comunità dei frati minori di Campobasso, l’istituto alberghiero di Vinchiaturo e l’ANFFAS di Chieti. Poi un grazie a coloro che da molti mesi hanno lavorato per la buona riuscita della celebrazione: il coro interparrocchiale di Bojano, il coro LIS di Pescara, l’Ufficio Liturgico Diocesano e i collaboratori di questa chiesa per l’addobbo e tutto ciò che è servito per la celebrazione. Vorrei concludere con una preghiera a un grande sacerdote che mi ha accompagnato sin dai primi attimi della mia chiamata: don Stefano Gorzegno. Lui dal cielo, ha fatto e fa tanto per me e per tutti noi. Lo affidiamo al Signore insieme a tutte le nostre intenzioni di preghiera che abbiamo nel cuore. Grazie davvero a tutti, anche se il mio carattere è un po’ difficile, da “orso in libertà”, vi voglio davvero bene a tutti e ogni giorno pregherò per voi. Come gesto concreto di vicinanza e affetto, al termine della celebrazione, io, i miei genitori e mia sorella ci metteremo davanti l’altare e saluteremo e ringrazieremo tutti voi presenti”.