Biden firma nuovi ordini: gli Usa rientrano nell’accordo di Parigi sul clima. «C’è molto da ricostruire» Joe Biden ha giurato come 46esimo presidente americano. Nel discorso d’insediamento ha puntato sull’unità degli americani, su una nazione che deve ricostruirsi dopo i danni della pandemia e delle divisioni politiche. Ma ha anche mandato un segnale al mondo: basta isolazionismo, l’America è tornata
Biden firma nuovi ordini esecutivi a poche ore dal giuramento al Campidoglio, segnando così definitivamente il cambio di passo dall’amministrazione precedente. 17 gli ordini esecutivi, che cancellano le precedenti politiche di Donald Trump, a partire da immigrazione, cambiamento climatico, uguaglianza razziale e Covid. Oltre a cancellare il vecchio ordine di amministrazione di Trump, Biden segna un nuovo inizio. “Lavorerò – afferma il nuovo presidente – a favore del Paese”.
Biden firma nuovi ordini: il primo il distanziamento sociale contro il Covid
Il primo ordine firmato dal presidente è stato quello che impone l’obbligo di mascherina e distanziamento sociale negli edifici e nei territori federali contro la pandemia per i primi cento giorni della sua amministrazione. Tra gli altri il rientro nell’accordo di Parigi sul clima, la revoca del divieto di ingresso negli Usa ai cittadini di alcuni Paesi musulmani, lo stop all’oleodotto Keystone tra Canada e Usa, la fine della dichiarazione di emergenza per dirottare fondi per il muro col Messico. E c’è anche quello per fermare il processo avviato da Trump di ritiro della dall’Oms, un’organizzazione definita essenziale nel contrasto alla pandemia, che il magnate nei mesi scorsi ha sempre attaccato, accusandola di complicità con Pechino. Con un’altra misura ha poi avviato il rientro nell’accordo di Parigi, sempre rovesciando una politica di Trump. Un atto che sarà depositato presso le Nazioni Unite e gli Stati Uniti ne faranno ufficialmente di nuovo parte tra un mese.
La fine del “Muslim ban”
Continuando poi nelle azioni simboliche di ripudio delle politiche di Trump, un altro ordine esecutivo mette fine al cosiddetto ‘muslim ban’, controverso architrave della politica anti-immigranti dell’ex presidente repubblicano. La misura attualmente in vigore limita l’accesso negli Usa per motivi di sicurezza ai cittadini provenienti da Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen, oltre a quelli provenienti dal Venezuela e dalla Corea del Nord. Ma forse il gesto simbolicamente più importante è quello dello stop alla costruzione del muro anti-migranti al confine con il Messico, con la cessazione immediata della dichiarazione di emergenza nazionale che fu usata come “pretesto” per finanziare il muro.
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