Bambini tra gli otto e i quattordici anni, vengono comprati o rapiti, per soddisfare sessualmente i loro proprietari. Quest’ultimi approfittano della condizione di povertà dei bambini e delle loro famiglie, sapendo che non possono rifiutarsi, perché sono troppo potenti e influenti. I bambini sono costretti anche a compiere delle missioni suicide dei talebani.
(UMDI – UNMONDODITALIANI) Bacha – bazi. Chi sono? Sono dei bambini, che hanno tra gli otto e i quattordici anni, provengono da famiglie povere, vengono comprati o rapiti, costretti a ballare indossando abiti femminili e a soddisfare sessualmente i loro “proprietari”. “Bambini per gioco”, giovani vittime della pedofilia che in Afghanistan continua ad essere tollerata, a differenza dell’omosessualità, punita severamente. I bambini vengono rapiti, adescati per strada e negli orfanotrofi o venduti dalle loro stesse famiglie e, alla mercè dei loro “padroni”, finiscono per essere abusati. “I “proprietari” dei Bacha – bazi – ha dichiarato nel 2015 Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef – approfittano della condizione di povertà in cui vivono questi bambini e le loro famiglie, sapendo che i genitori non possono rifiutarsi o denunciarli, perché sono troppo potenti e influenti e nessuno avrebbe il coraggio di opporsi”.
I carnefici hanno un vero e proprio harem
Sono proprio i “signori della guerra” i principali responsabili di rubare l’identità e la sessualità dei ragazzi costringendoli a travestirsi da donne per il loro piacere. Per i comandanti militari, avere un proprio “harem” di Bacha – bazi rappresenta uno status sociale, simbolo di potere e influenza. Questa forma di sfruttamento ha cominciato a diffondersi nelle aree controllate dai talebani e tra le fila dell’esercito afghano. Nell’Afghanistan, gli aguzzini godono di totale impunità. Di fronte allo sfruttamento sessuale, le autorità locali fanno finta di nulla a causa del potere degli sfruttatori. “Durante la notte – ha dichiarato il padre del caporale Gregory Buckley, rimasto ucciso nel 2012 – li sentivamo gridare, ma non potevamo fare nulla. Non ci era permesso”. Oltre il danno, anche la beffa: i bambini finirebbero per essere accusati di omosessualità, un reato punito con la morte. “Essere un bambino danzante – ha affermato Andrea Iacomini – vuol dire subire un forte danno psicologico, dovuto al cambio di personalità, essere picchiato e vittima di ripetute violenze carnali da parte del proprio padrone o dei suoi amici”. “Le vittime – si legge da un rapporto della Commissione per i diritti umani in Afghanistan – soffrono gravi traumi psicologici. Nella mente dei ragazzi si instaura una sorta di disperazione e un sentimento di ostilità e vendetta, con il rischio che, una volta adulti, diventino a loro volta carnefici ripetendo il ciclo degli abusi”.
Oltre 11 morti nel 2016
La crescente violenza è certificata anche dall’Onu. La missione delle Nazioni Unite ha reso noto, che nel 2016 ci sono state quasi 11.500 vittime civili, un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. A pagare di più le conseguenze sono i bambini: sono quasi mille. I Bacha – bazi vengono sono impiegati anche nelle missioni suicide dei talebani. Nell’aprile del 2015, le forze di sicurezza afghane hanno arrestato un sedicenne prima che si facesse esplodere. Il suo obiettivo, costretto dai suoi carnefici, era il distretto centrale della polizia di Kabul. Un fenomeno, che indigna il mondo intero e rischia di essere dimenticato.