Aumento Covid: a dare l’allarme è Lav, Area Animali Selvatici, secondo cui la caccia è un enorme wet market. Queste tecniche barbariche, che riguardano gestione dei corpi degli animali uccisi nelle battute di caccia, prevedono, in particolare per gli ungulati
Aumento Covid a causa di un’enorme attività di caccia? Oltre a comportare l’uccisione di milioni di animali, insorgono gravissimi rischi sanitari, che ne dovrebbero comportare l’immediata sospensione. A dare l’allarme è Lav, Area Animali Selvatici, secondo cui la caccia è un enorme wet market. Per questo l’associazione torna a chiederne fermamente la sospensione di tale attività. Queste tecniche barbariche, che riguardano gestione dei corpi degli animali uccisi nelle battute di caccia, prevedono, in particolare per gli ungulati, l’eviscerazione e il dissanguamento degli animali sul posto dell’uccisione, ma anche – in molti casi – la gestione delle prede che ha il proprio culmine nell’esibizione pubblica dei corpi degli animali uccisi. Successivamente i cacciatori provvedono alla lavorazione della carcassa. In queste occasioni, decine di persone entrano in contatto con liquidi organici e interiora di animali selvatici, che non sono stati sottoposti ad alcun controllo sanitario.
Aumento Covid: le analisi di Lav
“Nel 2016 – spiega l’associazione Lav – i risultati di uno studio effettuato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, hanno evidenziato che gli ungulati sono portatori di numerosi agenti patogeni che possono dare origine a diverse zoonosi”. “Se poi aggiungiamo che per questi agenti – afferma Massimo Vitturi, responsabile Lav – la definizione di un caso sospetto è possibile solo a fronte di esami di laboratorio, è evidente come, alla luce di questi presupposti, il nostro Paese si configuri come un immenso Wet Market legato alle prassi venatorie che prevedono il contatto diretto delle persone con gli animali selvatici e i loro liquidi organici, dal quale possono derivare pericolose zoonosi dagli esiti imprevedibili.”
Emergenza Covid ancora in corso?
“Con l’emergenza Covid ancora in corso non possiamo accettare di correre un rischio di questa portata, che potrebbe generare la diffusione di ulteriori nuove patologie – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Area Animali Selvatici – abbiamo quindi scritto ai Ministri della Salute e dell’Ambiente, chiedendo loro un intervento urgente per sospendere da subito ogni uccisione di animali selvatici su tutto il territorio nazionale.”
Inumani retroscena di caccia
Secondo il Regalamento UE 1069/2009 portante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano, a precisare che intestini e altre parti degli animali possono essere lasciate sul terreno, prevedendo così che ogni anno tonnellate di interiora vengano abbandonate all’aperto, diventando una fonte di cibo per altri animali che poi a loro volta vengono uccisi e manipolati dai cacciatori, trasformandosi così in possibili vettori di patologie, ovvero potendo favorire il salto di specie, ad esempio da volpi, corvidi e altri predatori.
Aumento Covid: le conclusioni di Lav
“E’ evidente che in queste condizioni non è neppure pensabile l’avvio della caccia di selezione e della prossima stagione venatoria – conclude la LAV – non possiamo correre il rischio che si diffondano nuove malattie, solamente per assecondare il sanguinario passatempo dei cacciatori!”
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