Platea attenta per la lezione di ripresa dopo la pausa natalizia del seguitissimo Corso di Genealogia che ha ottenuto l’attenzione dell’immensa comunità degli italiani all’estero. Lo Stato Civile come fonte.
Cosa succede dopo la morte? Non parliamo di religione o spiritualità, e neppure di risposte agli interrogativi di sempre. La domanda si riferisce alle procedure burocratiche che accompagnano il “caro estinto” dopo la sua dipartita terrena. Atti pubblici, sepolture, tumulazioni, esumazioni. Sono solo alcuni degli argomenti della quarta lezione del corso di Genealogia che si è tenuta sabato, 14 gennaio, presso la sede del quotidiano internazionale dedicato agli italiani in Italia e all’estero “Un Mondo d’Italiani”. Dopo un breve riepilogo delle scorse lezioni, il docente, Domenico Carriero, ha introdotto i metodi per trovare un atto di matrimonio e successivamente ha spiegato come si svolgevano le nozze tra il 1809 e il 1866 e dopo il 1866. E ha introdotto l’argomento della nuova lezione: il Post mortem, cioè quello che succede dopo che un soggetto chiude gli occhi e lascia i suoi cari. Il procedimento per registrare la morte è il seguente: dopo il funerale religioso, i parenti del defunto devono compilare presso l’Ufficio dello Stato Civile l’atto di morte grazie al quale si dichiara la morte di una persona. I corsisti hanno così appreso come trovare un atto di morte tramite un approccio deduttivo. Il periodo del decesso si può cercare in un intervallo di tempo: dall’ultima maternità per le donne o da nove mesi della nascita dell’ultimo figlio, oppure dall’ultima volta che la persona è apparsa in un atto.
“Riprendiamo il corso di Genealogia dopo la pausa per le vacanze natalizie – ha dichiarato la direttrice del corso, Mina Cappussi – e continua la ricerca genealogica per scoprire chi erano i nostri antenati emigrati all’estero”.
“Il Post-mortem, – dichiara il docente, Domenico Carriero – ossia la fase che include tutti gli eventi successivi alla morte di un individuo, è un argomento molto interessante e complesso da un punto di vista genealogico in quanto la determinazione della data di morte, della data di sepoltura e di quella di dissepoltura va approcciata con metodo scientifico. Ed è quello che abbiamo imparato a fare oggi nel corso: dovendo, ad esempio, determinare la data di morte di un individuo abbiamo capito quali sono i criteri per restringere l’intervallo temporale nel quale andare a ricercare l’atto di morte all’interno dello Stato civile. Ed abbiamo anche visto come gli atti di morte possano fornirci dei dettagli interessanti e curiosi sul tragico evento della morte, dettagli che possono magari confermare le tradizioni orali che si sono tramandate sull’evento. E allora è apparso chiaro come la ricerca genealogica possa andare a braccetto con la storia di famiglia”.
“Abbiamo così completato l’iter di ricerca nello Stato civile, che è iniziato con la ricerca degli atti di nascita, con quelli di matrimonio e terminando con gli atti di morte. Una mole di documenti – ha concluso Carriero – che abbiamo visto come organizzare in maniera scientifica mediante codifica univoca delle fonti seguendo dei criteri razionali Un argomento complesso che ha appassionato i corsisti. Sono molto soddisfatto del livello che hanno raggiunto i corsisti nelle loro ricerche: mi hanno posto domande molto specifiche su alcuni “ostacoli” genealogici che hanno incontrato, segno evidente del livello di padronanza dell’argomento”.
Il docente ha introdotto un percorso storico delle sepolture: dal IX secolo al 1800 i defunti venivano sepolti in Chiesa, ossia nel luogo in cui erano conservate le reliquie dei Santi. Venivano sepolti in Chiesa: ecclesiastici, personaggi illustri, ma anche persone comuni in grandi tombe collettive sotto il pavimento. Dopo il 1800, Napoleone con l’editto di Saint Cloud, correttamente: Décret Impérial sur les Sépultures del 1804, prescrisse di seppellire i cadaveri in cimiteri lontani dall’abitato per motivo igienico-sanitari e per la crescita della popolazione. Con l’unificazione dell’Italia, la legge sanitaria ribadisce non solo l’obbligo di seppellire i cadaveri nei cimiteri, ma stabilisce anche che tra questi ultimi e l’abitato devono intercorrere almeno 200 metri.
I registri di sepolture, ultimo argomento della lezione, contengono informazioni sulla: inumazione, cioè la sepoltura della salma in fosse scavate nella terra ed ha la durata di dieci anni. La tumulazione, ossia la sepoltura delle salme in loculi o tombe che ha la durata da dieci a trent’anni e l’esumazione, il recupero della salma. In conclusione è stato presentato il legame tra le fonti, i soggetti e il software, un legame che spiega che ogni fonte deve essere univocamente determinata da un codice che la identifica.
La prossima lezione del corso di Genealogia, dedicata completamente alla carriera militare, si terrà sabato 28 gennaio, nella sede del quotidiano “Un mondo d’Italiani” in Piazza Giovanni Paolo II, in Località Terre Longhe a Bojano, perché, sabato 21 gennaio, i corsisti avranno l’opportunità di mettere a frutto le nozioni apprese con una lezione pratica, aperta a tutti, per la ricerca e la costruzione dell’albero genealogico.
di Mina Cappussi e Giuseppe Priolo
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