Assalto a Cristoforo Colombo nell’America Democratica, espressione di scontento nella società civile. L’intervento di Marco Circelli, referente di Filitalia, su ‘La Barcunata’
Assalto a Cristoforo Colombo nell’America Democratica, l’ultimo a Baltimora, dopo i numerosi movimenti di protesta in seguito all’omicidio di George Floyd. Filitalia International & Organization ha organizzato diversi sit-in e ronde in difesa della memoria storica italiana. L’ultimo intervento a riguardo, a cura di Marco Circelli, referente dell’organizzazione, è stato pubblicato sull’ultimo numero de ‘La Barcunata’. “Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere dell’età passata, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza” – con questa citazione del dott. Pasquale Nestico, fondatore di Filitalia International, Circelli inizia il suo articolo.
Assalto a Cristoforo Colombo, espressione di malcontento nella società
Il referente di Filitalia International spiega che la citazione del dott. Nestico è un aforisma di Marco Tullio Cicerone, avvocato, politico, scrittore e oratore romano, nato nel 106 a.C., utilizzata per sottolineare l’importanza della difesa delle statue che rappresentano la comunità italiana negli USA. “Viviamo in questo periodo dominato da un forte desiderio di riscattare la nostra società civile da ingiuste e anti-storiche divisioni, discriminazioni e disparità di genere, religiose ed etnico-razziali.” – continua il referente di Filitalia – “La voglia di cambiamento che ha attraversato gli Stati Uniti a seguito dell’omicidio di George Floyd, brutalmente ucciso dalla polizia di Minneapolis, ha purtroppo alimentato un odio etnico sfociato in un “tutti contro tutti””.
Attacco a Cristoforo Colombo
I movimenti di protesta sono degenerati, diventando un vero e proprio attacco al patrimonio storico e culturale. Tra le importanti figure storiche attaccate compare Cristoforo Colombo, per il “genocidio” da lui perpetuato attraverso l’occupazione e l’assoggettamento delle popolazioni indigene. “Attraverso la pubblicazione del libro “A People’s History of the United States” di Howard Zinn negli anni ‘60, Cristoforo Colombo divenne il peggiore genocida della storia, nonostante alcune biografie del passato scritte da Bartolomeo de Las Casas e Washington Irving lo avessero descritto come un incredibile uomo di fede cristiana, devoto alla missione di cristianizzare gli indigeni del Nuovo Mondo” – sostiene Circelli.
Emigranti italiani, ispirati da Colombo
Ciò che è testimoniato, però, non è solo questo. “Se pensiamo alla storia della comunità italiana nelle Americhe, bisogna ricordare che i tanti migranti che partirono nei primi del Novecento iniziarono a identificarsi con Colombo, non per il ruolo di colonizzatore, ma per il suo coraggio verso l’ignoto e il desiderio incessante della scoperta.” – continua l’italo-americano Circelli – “Ideali a cui ogni italiano in America si ispirava, sapendo che dopo tanta fatica e perseveranza le proprie aspettative si sarebbero realizzate con successo. Ecco perchè si nota rabbia e amarezza negli occhi di chi si oppone contro l’abbattimento delle statue di Colombo”.
La memoria della comunità italo-americana
“Non solo è in atto un revisionismo storico a danno della memoria di una figura storica italiana, al seguito di cui iniziò un periodo di prosperità e civilizzazione per il mondo intero; ma anche un atto di odio verso la nostra comunità di italo-americani, rappresentati come vili seguaci di un colonizzatore barbaro e sanguinario. Perdendo le statue di Colombo, si rischia di perdere la memoria di quei migranti che hanno finanziato con i loro sacrifici quelle statue, identificandosi con lo scopritore del Nuovo Mondo, una terra che è diventata ricca e feconda anche grazie al loro contributo del loro duro lavoro e dedizione”. Marco Circelli conclude così il suo intervento, ricordando e rivendicando un passato storico che ha contribuito a rendere grande l’America.
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