Argentina vieta allevamento salmoni il primo paese al mondo a prendere una decisione molto importante per tutelare gli animali e l’habitat marino. Quello che i pesci subiscono negli allevamenti intensivi è inaccettabile. Non vogliamo che quello dell’Argentina rimanga un caso isolato. Ciò che accade negli allevamenti e nei macelli di tutto il mondo continua ad essere inaccettabile
Argentina vieta allevamento salmoni e non deve essere un caso isolato, ma un esempio da seguire, perché ciò che accade nei macelli di tutto il mondo è gravissimo. Una delle inchieste svolta sui salmoni nel Regno Unito da Animal Equality, importante organizzazione internazionale che lavora con la società civile, i governi e le aziende per porre fine alla crudeltà sugli animali allevati a scopo alimentare, ci racconta cosa accade alle povere creature indifese.
Argentina vieta allevamento salmoni
Per adesso, l’Argentina è il primo paese al mondo che ha vietato l’allevamento di salmoni. Tutti i paesi dovrebbero seguire questo grande passo. Animal Equality, ogni giorno, sensibilizza le industrie, i governi e le persone con lo scopo di ottenere risultati positivi per i diritti del mondo animale. Limitare la sofferenza sia per gli animali, ma anche per ridurre il devastante impatto ambientale che si ha con le industri di allevamenti intensivi.
La grande sofferenza degli animali marini
“Proprio come il piccolo e celebre Nemo – afferma Alex Polidori, doppiatore italiano che ha dato voce a Nemo, il protagonista del film d’animazione Alla ricerca di Nemo – tutti i pesci intessono complesse relazioni e hanno bisogno di muoversi liberamente. I salmoni, in particolare, in quanto pesci migratori, hanno il bisogno vitale di viaggiare. Dopo aver nuotato per migliaia di chilometri, riescono a riconoscere il posto in cui sono nati semplicemente dall’odore dell’acqua. Tutte le specie di pesci elaborano mappe molto complesse dei luoghi in cui vivono, ricordando dove cercare il cibo, di chi fidarsi o di chi aver paura. Figurati che i pesci, allo stato selvatico, vivono in complessi gruppi sociali e sono anche in grado di utilizzare strumenti per rifornirsi di cibo! Ci si dimentica troppo spesso di considerare queste creature marine degli esseri senzienti, capaci di provare pena, ansia e gioia. E anche se quando sentono dolore non gridano, la loro sofferenza è reale.”
Le vasche degli allevamenti
I pesci da allevamento sono costretti in spazi ridotti, ammassati l’uno sull’altro, nuotando senza una vera meta e soprattutto in condizioni igieniche pietose. Le immagini riportate dagli investigatori di Animal Equality, mostrano i maltrattamenti fatti sui salmoni. “Uccisi con una mazza – le descrizioni delle immagini – dopo che le branchie sono state tagliate o peggio, strappate a mani nude dagli operatori, macellazioni senza stordimento e animali che cercano di sottrarsi a un atroce destino, ancora pienamente coscienti.” Questo è ciò che subiscono i salmoni allevati a scopo alimentare all’interno di un macello scozzese della Scottish Salmon Company che grazie ad Animal Equality è uscito allo scoperto, anche sulle pagine del quotidiano britannico The Times.
Da dove provengono i miliardi di pesci consumati?
Di anno in anno, la consumazione dei salmoni aumenta, ma la vera domanda è: da dove provengono tutti i miliardi di pesci? Gli investigatori di Animal Equality riescono a dare la risposta: “La Scozia, che esporta il salmone scozzese in ben 50 paesi del mondo, è tra i maggiori produttori mondiali, preceduta soltanto da Norvegia e Cile. Il Governo scozzese, in vista dell’incredibile aumento della richiesta di carne di pesce, sta varando una serie di iniziative per espandere l’industria ittica entro il 2030. Ogni anno nel Regno Unito vengono allevati e macellati fino a 77 milioni di pesci, il che vuol dire vengono uccisi più di due animali al secondo. Oltre il 96% della produzione in Scozia è gestita da cinque aziende, tra cui proprio la Scottish Salmon Company; questa multinazionale esporta milioni e milioni di pesci nei paesi di tutto il mondo, tra cui anche l’Italia, che rientra tra i primi 10 importatori di salmone scozzese a livello globale. La condizione dei salmoni è gravissima.”
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