Vegano da alcuni anni, dopo un abuso di pellicce e battute di caccia. Uno degli uomini più ricchi del mondo, trasformerà la ristorazione in Arabia. La decisione è nata nel suo palazzo da 136 milioni di dollari, dove dopo una lunga riflessione ha deciso di abbracciare una dieta più salutare.
(UMDI – UNMONDODITALIANI) E’ il figlio di uno degli uomini più ricchi del mondo, membro della famiglia reale degli Emirati Arabi. Si tratta di Khaled bin Alwaleed, principe cresciuto a Riyadh in un palazzo da 136 milioni di dollari. Fino chi anni fa ha indossato pellicce, mangiato animali, partecipato a battute di caccia. Ma proprio queste esperienze, col passare del tempo lo hanno cambiato. Così nel 2009, dopo aver avuto anche problemi di salute, ha deciso di rivoluzionare la sua vita. Come racconta lui stesso, ha maturato un profondo amore e rispetto per gli animali (i suoi profili social sono pieni di appelli e denunce contro maltrattamenti e allevamenti intensivi) e abbracciato uno stile di vita vegano. Ma non solo. Ha deciso di usare la sua ricchezza e la sua influenza per costruire un futuro “più verde” per il Medio Oriente, investendo in energie alternative.
Un investimento da 50 milioni di dollari
Così, dato che Alwaleed è prima di tutto un uomo d’affari, ha annunciato un iniziale investimento di 50 milioni di dollari nella Breakthrough Energy Ventures, un fondo creato da Bill Gates, Jeff Bezos (e altri) per supportare start up e imprese innovative che vogliono puntare sulle energie pulite ed è anche diventato il proprietario del primo ristorante vegano del Medio Oriente, il “Plant Cafe”: aperto in Bahrain a fine 2016. L’obiettivo del principe saudita è di diffondere la filosofia vegan in Medio Oriente.
Il mondo non è pronto
“Ma senza usare quella parola che inizia con v – avrebbe commentato in un intervista – Perché sembra che in questo momento attiri l’ostilità. Io preferisco parlare di alimentazione vegetale perché il mio obiettivo è parlare a più persone possibili. Il mio obiettivo è contribuire a una svolta importante in Medio Oriente dove stiamo assistendo a una vera e propria epidemia di obesità, soprattutto in Qatar e Arabia Saudita. Il governo – avrebbe concluso – ha la responsabilità di educare le persone ad un’alimentazione più salutare, scoraggiando il consumo di carne, anche tassandolo in qualche modo. Solo così potremmo combattere e contenere l’emergenza sanitaria dei prossimi 20 anni.”