Antonio Canova Musei Vaticani, fino al 31 gennaio 2024 nel bicentenario della morte del grande artista italiano. Antonio Canova fu un personaggio fondamentale per la politica culturale papale. Per la prima volta nella storia aperta al pubblico la “Sala delle Dame”, nata per accogliere “le dame, che attendevano di essere ricevute dal Pontefice, la chicca dello studio in cui dava vita ai suoi capolavori
Antonio Canova Musei Vaticani è un’occasione ghiotta per chiunque voglia conoscere più da vicino la vita e le opere di quello che è tra i più grandi scultori italiani al mondo.
Antonio Canova Musei Vaticani nel bicentenario della morte
E’ dedicata infatti alla stretta e feconda produzione artistica del massimo esponente del Neoclassicismo in scultura, la mostra “Antonio Canova nei Musei Vaticani” allestita nel bicentenario dalla morte del grande artista. L’esposizione, curata da Alessandra Rodolfo, Curatore del Reparto per l’Arte dei secoli XVII e XVIII, con il coinvolgimento del Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta, chiude in effetti le celebrazioni canoviane del 2022-2023.
Il recupero delle opere trafugate dalla campagne napoleoniche
Siamo di fronte ad un progetto espositivo molto ampio che vuole celebrare il grande scultore italiano che ebbe però anche, nell’ambito delle collezioni pontificie, un ruolo istituzionale di grande spessore, in qualità di “sovrintendente, direttore e figura fondamentale per il recupero delle opere prelevate dalle campagne napoleoniche.
Canova, personaggio della politica papale
Antonio Canova dimostrò di avere particolari doti organizzative nel portare avanti con mirabile “spirito di servizio” e vivo interesse la tutela e la salvaguardia del patrimonio artistico, di cui fu attento ed eccezionale custode. “Negli anni cruciali dell’occupazione napoleonica e della Restaurazione”, come ha sottolineato Barbara Jatta, “Antonio Canova fu un personaggio fondamentale per la politica culturale papale che ne valorizzò le doti umane, a supporto di quelle, eccezionali, di artista.
Antonio Canova Musei Vaticani dall’eredità del cardinal Zurla
I Musei Vaticani devono tanto a questo personaggio ed è per questo – riprendendo Barbara Jatta – che i “musei del Papa” hanno voluto rendergli omaggio con una mostra così particolare che ha visto al centro dello spazio espositivo un gruppo di opere canoviane, per lo più di soggetto religioso, provenienti dall’eredità del cardinale Placido Zurla.
Per la prima volta aperta al pubblico la Sala delle Dame
E’ stata così aperta al pubblico la “Sala delle Dame”, che era nata appunto per accogliere “le dame, che attendevano essere ricevute dal Pontefice, un ambiente meraviglioso con vista sulla cupola e sui giardini, decorata da paraste raffiguranti motivi delle Logge Vaticane, che testimoniano il culto di Raffaello nell’Ottocento, ma soprattutto con un bellissimo soffitto affrescato nel XVII secolo da Guido Reni e recentemente restaurato”.
Bozzetti, gessi e altro
All’interno della sala sono stati quindi collocati bozzetti, opere e gessi realizzati da Canova, insieme ad opere di artisti a lui vicini, quali Giuseppe De Fabris e Cincinnato Baruzzi. E’ da sottolineare come la sala, fatta realizzare da Papa Paolo V Borghese tra il 1608 e il 1609, fino ad oggi non era mai stata accessibile al pubblico, ma da ora, è destinata a rimanere aperta in modo permanente.
Gli incompiuti
Nella sala appaiono bozzetti inediti di Canova, alcuni inediti e restaurati per questa occasione, dal “Laboratorio di restauro metalli e ceramiche dei Musei Vaticani, oltre a gessi che, pur “non finiti”, rivelano la grande forza creativa dell’artista.
Diverse poi le sezioni proposte all’interno dei Musei Vaticani, che offrono ai visitatori la possibilità di ammirare una vasta selezione di opere di Canova, che ne mettono in luce l’importanza e l’influenza nell’arte del suo tempo e ne evidenziano la personalità e la maestria tecnica.
Entriamo nello studio dove Antonio Canova scolpiva le sue opere
Ma ora vorremmo soffermarci sulla grande efficacia espressiva che suscita, all’interno della esposizione, la ricostruzione dello Studio Romano di Canova, nella Sala XVI della Pinacoteca Vaticana, di consueto utilizzata come spazio per presentare le iniziative espositive di Museums at Work. Di grande fascino e viva suggestione è sempre stato infatti poter essere avvolti, nell’affrontare la conoscenza di un grande artista, dalla atmosfera accattivante del luogo in cui egli ha dato lustro e visibilità alla propria forza creativa.
L’atelier tra via delle Colonnette e via San Giacomo
Ricordiamo che lo scultore, nel 1783, aveva stabilito il suo atelier tra via delle Colonnette e via di San Giacomo, oggi via Antonio Canova. Ed ecco quindi, oltre a poter vedere tutte le attrezzature e gli strumenti necessari alla realizzazione delle sue opere eccelse, la possibilità di captare la vivacità e la tensione del momento creativo, attraverso i gessi e i bozzetti, anche “in itinere”.
Tappa per i viaggiatori del Tran Tour
Lo studio di via delle Colonnette era stato peraltro meta di attente visite, nonché tappa dei viaggiatori del Gran Tour e di diplomatici, aristocratici, e intellettuali e artisti dell’epoca, particolarmente giovani, che volevamo poter essere in qualche modo ispirati e guidati dal grande scultore, che spesso li aiutava anche sostenendoli in modo munifico. Al busto di Canova di Antonio d’Este è, inoltre, affiancato un tondo in ceramica con il ritratto di Canova realizzato dal Maestro Luigi Ontani, che oggi lavora in uno degli ambienti dello studio di Canova.
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