Anno 2020 Covid starts: la rivista specializzata monitora la situazione della salute ambientale ormai dal 2015, anno in cui venne firmato l’accordo sul clima di Parigi dagli stati membri delle Nazioni Unite, ma ad oggi sembra che i miglioramenti a livello pratico negli ultimi cinque anni, siano stati davvero pochi
Anno 2020 Covid starts, secondo la rivista medica The Lancet, il 2020 infatti non porterà via con se ne la crisi climatica ne la pandemia di Covid–19. Che tra l’altro sembrano essere tra di lodo due questioni collegate. Serve quindi una risposta rapida e commisurata alla gravità della situazione che siamo ormai costretti ad affrontare da circa un anno. The Lancet ha infatti lanciato l’allarme con il proprio report annuale Countdown on Health and Climate Change. “Crisi climatica e pandemia da Covid sono due questioni strettamente legare – si legge nella rivista Lancet – e qualsiasi risposta al cambiamento climatico deve sfruttare, pitutosto che danneggiare, questa connessione fra clima e salute”.
La rivista specializzata monitora la situazione della salute ambientale ormai dal 2015, anno in cui venne firmato l’accordo sul clima di Parigi dagli stati membri delle Nazioni Unite, ma ad oggi sembra che i miglioramenti a livello pratico negli ultimi cinque anni, siano stati davvero pochi.
Anno 2020 Covid starts: crisi climatica
Dalla ricerca effettuata da The Lancet, si identifica un’inversione precoce, ma sostenuta, delle tendenze positive identificate nei report precedenti già analizzati. Le emissioni globali di anidride carbonica globale (CO2) continuano ad aumentare costantemente, senza nessun convincente o prolungato abbassamento, con il conseguente aumento attuale della temperatura media globale di 1,2 °C. Per i ricercatori, questi sono stati i cinque più caldi anni registrati dal 2015. Nonostante i numerosi segnali preoccupanti, tuttavia, la risposta globale al cambiamento climatico si è attenuata e gli sforzi nazionali continuano a essere inferiori agli impegni assunti nell’accordo di Parigi.
Carbonio
L’intensità del carbonio nel sistema energetico globale è rimasta pressoché immutata per 30 anni, con l’uso globale del carbone in aumento del 74 per cento durante gli ultimi tre decenni. La riduzione dell’uso del carbone globale che era stato osservato a partire dal 2013 si è invertita negli ultimi due anni. Tra il 2016 e il 2018, il consumo di carbone è aumentato dell’1,7 per cento.
Settore alimentare e agricolo
Anche la risposta del settore alimentare e agricolo è stata altrettanto preoccupante. Le emissioni inquinanti causate dal bestiame sono cresciute. Allo stesso tempo, le diete poco sane stanno aumentando in tutto il mondo, con l’eccesso di consumo di carne rossa che ha contribuito a circa 990mila morti solo nel 2017.
Anno 2020 Covid starts: quali le conseguenze dell’inquinamento sulla salute
Più di un milione di decessi si verificano ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico provocato dall’energia a carbone. Ai cittadini di Italia, Belgio, Ungheria, Romania, nello stesso anno, il particolato e costato in media 8 mesi di vita. 43 sono gli indicatori presi in considerazione da The Lancet per misurare l’evoluzione del cambiamento climatico e le sue conseguenze per la salute umana evidenziano poi che è costantemente aumentata la frequenza e l’intensità dei cosiddetti eventi estremi, come: ondate di calore, siccità, incendi, inondazioni, uragani, con relativi costi economici e sociali.
Anno 2020 Covid starts: aumentano le malattie
Anche la sicurezza alimentare globale è minacciata dall’aumento delle temperature e dagli aumenti della frequenza di eventi estremi. Il potenziale di rendimento globale per le coltivazioni principali è diminuito. Inoltre, il cambiamento climatico ha contribuito al rapido aumento della trasmissione delle malattie infettive dagli anni ’50 ad oggi, con un aumento del 15 per cento dei causati dal batterio Aedes albopictus nel 2018, insieme ad aumenti regionali di infezioni di malaria e batteri Vibrio.
Cosa ci riserva il futuro?
Per rimanere in linea con l’accordo di Parigi, i governi di tutto il mondo dovranno ridurre le emissioni di CO2 del 7-8 per cento ogni anno da qui al 2030. In sostanza, nel 2030 dovremo emettere circa 25 miliardi di tonnellate di CO2 poco meno della metà del livello attuale.
“Abbiamo visto i danni delle nostre crisi – ha ribadito in una dichiarazione pubblica Renee Salas, fra le principali autrici dello Us Lancet Countdown Policy Brief, nel corso dell’anno appena trascorso – convergenti, ossia Covid-19, disastri climatici e razzismo sistemico”. Il 2020 è stato “un’anteprima di ciò che ci aspetta se non riusciamo a fare urgentemente gli investimenti necessari per proteggere la salute”.
Politiche climatiche più ambiziose
I ricercatori delle 35 principali istituzioni accademiche e agenzie delle Nazioni Unite che hanno redatto il Lancet Countdown suggeriscono che delle politiche climatiche più ambiziose, che limitino il riscaldamento a 1,5 °C entro il 2100, genererebbero un beneficio economico globale. L’obiettivo principale delle Nazioni Unite nel 2021 sarà costruire un’alleanza globale per le emissioni di anidride carbonica carboniche zero entro metà secolo.
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