47 milioni di britannici chiamati al voto, tra cui 50mila di origine italiana, per eleggere 650 elettori parlamentari. Dopo lo scioglimento della Camera dei Comuni, la May è tra i favoriti per continuare ad essere Primo Ministro fino al 2022.
Theresa May, Jeremy Corbyn, Nicola Sturgeon. Sono loro i principali candidati per le elezioni generali nel Regno Unito, per eleggere i 650 elettori parlamentari del 57esimo Parlamento del Regno Unito. La legislatura attuale si sarebbe dovuta concludere nel 2020, ma lo scorso 18 aprile, il primo ministro May ha annunciato una mozione in Parlamento per lo scioglimento della Camera dei Comuni. Seggi aperti oggi dalle 7 alle 22 (23 in Italia) in 650 collegi, con misure di sicurezza rafforzate dopo l’ultimo attentato avvenuto lo scorso 3 giugno. Un sondaggio condotto da YouGov ha dato i conservatori al 42% e i laburisti al 38%. Tra i 47 milioni di britannici chiamati a votare l’8 giugno tra Theresa May e Jeremy Corbyn, ci saranno oltre 50mila elettori di origine italiana. Sono i nati nel Regno Unito da genitori italiani o quelli che hanno ottenuto la cittadinanza inglese dopo anni dal loro trasferimento. Esponenti dell’economia, della cultura, professori universitari che si preparano ad esprimere la loro scelta, in quelle che molti ritengono essere delle “elezioni epocali” per il Regno Unito. “Jeremy Corbyn – ha dichiarato invece il ministro degli esteri, Boris Johnson – è stato per 30 anni amico dei terroristi di mezzo mondo”. Johnson si riferisce ai contatti che Corbyn ha avuto nel corso della sua lunga carriera con militanti nord-irlandesi dell’Ira o con rappresentanti palestinesi di Hamas in Medio Oriente.
Scontro tra la May e Corbyn
“Soltanto noi conservatori – ha dichiarato Theresa May – possiamo offrire una leadership forte e stabile”, ha ammonito la premier. “L’alternativa – ha continuato Theresa May – è una coalizione del caos guidata da Corbyn”. “Ogni voto – ha dichiarato la May nell’ultimo discorso prima della chiusura della campagna elettorale – per me è un voto per una Gran Bretagna più forte e più indipendente”. L’unica certezza è che l’Ukip, il partito populista antieuropeo, scomparirà o quasi, scendendo dal 13 al 4% o meno. “Theresa May – ha dichiarato Jeremy Corbyn – dovrebbe smetterla con i tagli alla polizia, invece di minacciare di smettere di proteggere la democrazia e i diritti umani. Abbiamo un giorno, quello del voto, per salvare l’Nhs, ovvero la sanità pubblica prostrata dall’austerità”.
di Giuseppe Priolo