Allarme dai servizi sudcoreani. Adesso il Sud corre a difendersi: e armarsi. Insieme agli Usa si stendono piani per l’arrivo di una portaerei a trazione nucleare, nuovi bombardieri strategici per rispondere al test di Kim.
La Corea del Nord prepara un nuovo, incredibile lancio. Ancora un missile intercontinentale, capace di raggiungere gli Stati Uniti con l’ordigno che ieri Pyongyang ha provato nel test che ha fatto tremare il mondo e che lassù considerano un “completo successo”: e perché non continuare? È stato lo stesso Giovane Maresciallo ad annunciare d’altronde che il missile volato sopra la testa dei giapponesi la settimana scorsa, l’Hwasong-12 di medio raggio, era solo l’inizio, l’antipasto delle esercitazioni che il Nord continuerà a esibire nei prossimi giorni “per contenere Guam”, l’isola americana che il Nord considera la base per l’imminente invasione. Occhio che qui si balla davvero: già all’inizio di agosto Kim aveva minacciato di “circondare di fuoco” l’isola degli yankees. Minaccia messa soltanto in stand by annunciando di volere “aspettare ancora un po’” per capire che cosa avrebbero fatto gli americani: mentre aspettava, però, eccolo che preparava lo scherzetto del
test nucleare più potente della storia, cinque o sei volte più violento di quello che cancellò Nagasaki. Il piccolo e inquietante particolare è che da ieri Guam è diventata letteralmente la linea rossa che gli americani non potranno mai tollerare di vedere violata. L’ha detto chiaro e tondo il segretario alla Difesa Jim Mattis: allora gli Stati Uniti metterebbero in campo tutta la capacità distruttiva, “risposta militare sarà massiccia e schiacciante”.
I servizi di Seul ritengono che il missile potrebbe orientarsi “con la solita traiettoria” finendo nel Pacifico, ma evidentemente senza sfiorare l’isola americana di Guam. Ma chi può dire cosa passa davvero nella mente di Kim? L’annuncio della nuova imminente provocazione arriva mentre Seul dà il via libera all’ampliamento del sistema antimissile americano Thaad disponendo quattro nuovi intercettatori: proprio quello che il presidente Moon Jae-in in campagna elettorale aveva messo in dubbi. Adesso il Sud corre a difendersi: e armarsi. Insieme agli Usa si stendono piani per l’arrivo di una portaerei a trazione nucleare, nuovi bombardieri strategici e altri “potenti mezzi” per rispondere al test di Kim. Ormai è una corsa contro il tempo. “Per dimostrare che ormai è in possesso di un mezzo sicuro per raggiungere gli Stati Uniti” dice il ministro della Difesa Song Young-moo, il Nord potrebbe lanciare un altro missile intercontinentale”. Infatti. I servizi confermano: motori accesi, tutto pronto. Non ci resta che ri-allacciare le cinture.
di Antonio Rocco
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