NEL GIORNO DELLE NOZZE IL MARITO, IL CESELLATORE LUIGI STRADA, LE FECE TROVARE IN REGALO UNA BICICLETTA ROSSA FIAMMANTE. NEL 1924, TRA MILLE POLEMICHE, IL DIRETTORE DELLA GAZZETTA DELLO SPORT, EMILIO COLOMBO, L’AMMISE AL GIRO D’ITALIA E FECE SCANDALO; CON UNA BICI PESANTISSIMA, APPREZZATA DAI CAMPIONI VERI COME GIRARDENGO LA STRADA PRESE PARTE A TUTTE LE TAPPE, MA I SUOI TEMPI NON FURONO CONTEGGIATI IN CLASSIFICA. IN QUELL’EDIZIONE DEL GIRO ARRIVARONO AL TRAGUARDO SOLTANTO 30 CORRIDORI, COMPRESA LEI.
Molti artisti o menti eclettiche hanno in comune l’esser nati in marzo e per giunta il 16, come il grande Regista Bernardo Bertolucci, o il filoso Tonino Guerra, ma la storia non è stata fatta solo da uomini, bensì anche da donne pioniere che avendone l’opportunità hanno saputo dire la loro!
E’ il caso di Alfonsina Morini Strada, nata il 16 marzo, terza di nove figli, nata in una famiglia di contadini all’antica, che vedeva di malocchio la passione di Alfonsina per il ciclismo, che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita. Erano gli anni ruggenti quelli, ma per le donne lo spazio era ancora poco. Eppure un colpo di scena travolse la Strada proprio quando stavano per obbligarla ad appendere al chiodo la bici.
Il marito, nel 1915, proprio nel giorno delle nozze le fece trovare in regalo una bicicletta rossa fiammante e la esortò a correre, offrendosi di appoggiarla in pieno e accompagnandola personalmente!
La velocista dunque sposò con il cesellatore Luigi Strada, che apprezzò il suo talento sportivo e le permise di trasferirsi a Milano per inseguire il sogno di correre, e in quella città la “temeraria” poté allenarsi con tranquillità. Nel 1924, tra mille polemiche, il direttore della Gazzetta dello Sport, Emilio Colombo, l’ammise al Giro d’Italia e fece scandalo; soffrì la ragazza con una bici pesantissima, ma i campioni veri come Girardengo seppero apprezzarla e la sostennero.
Quell’anno la Strada corse le prime sette tappe, posizionandosi nelle retrovie del gruppo ma riuscendo spesso ad arrivare davanti a vari colleghi maschi arrancando nel fango, per poi soccombere durante la L’Aquila-Perugia, in cui arrivò fuori tempo massimo, ma con onore!
Inizialmente alcuni membri della giuria (tra cui lo stesso Colombo) non vollero estrometterla dalla corsa, considerando anche che la Strada perse molto tempo a causa di cadute e ripetute forature. Alla fine fu scelta la linea dura, e Alfonsina fu esclusa dal Giro e tale decisione fu probabilmente dovuta al clima maschilista che si respirava inevitabilmente all’epoca, dove la parità tra uomo e donna era ben lontana dall’essere raggiunta, per cui una donna che, non solo sfidava apertamente gli uomini, ma che addirittura battesse alcuni di essi, era mal tollerata.
Alla fine nel turbine della polemica, si arrivò ad una situazione di compromesso, senza indispettire alcuni uomini che la stimavano e sostenevano, come Costante Girardengo appunto.
La Strada prese parte a tutte le tappe, ma i suoi tempi non furono conteggiati in classifica. Considerando che in quell’edizione del Giro arrivarono al traguardo soltanto 30 corridori, compresa lei, Alfonsina avrebbe sicuramente ottenuto un piazzamento superiore al trentesimo posto e per una donna con una bici pesantissima sarebbe stato un primato, anzi lo fu comunque.
Il maschilismo imperante le impedì di partecipare ancora al Giro, ma la Strada si tolse lo stesso le sue soddisfazioni, vincendo ben 36 corse contro colleghi maschi e conquistando la stima di numerosi ciclisti celebri. Nel 1938 a Longchamp stabilì il record femminile dell’ora (35,28 km).
La vita rocambolesca di questa donna nata il 16 marzo finì in un incredibile incidente stradale mentre era a bordo della sua moto Guzzi, parabola magica e incredibile di una pioniera!
C’è una qualche magia in alcuni personaggi ricchi di fantasia nati il 16 marzo, un po’come me!
NOTA DEL DIRETTORE
Già, c’è un po’ di magia, cara Simona. Per te, valida ed intraprendente giornalista nata il 16 marzo come una pioniera quale è stata Alfonsina Strada, gli auguri di UN MONDO D’ITALIANI, della Redazione e del suo Direttore.
di Simona Aiuti
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