Un’avventura lunga 285 gol, molti scudetti, una Champions League, una Supercoppa UEFA, una Coppa Intercontinentale e, tra le molte altre cose, anche un titolo di Campione del Mondo. Ma anche umiltà, tenacia, correttezza e sacrificio. Potenza dello sport, quando è puro ed autentico.
Lo si sapeva da quattro mesi:
Dejl Piero se ne va dalla Juventus e dopo 19 anni pensa ad un futuro, composto ancora da cinque anni attivi, negli
USA. In verità già a maggio dello scorso anno l’annuncio del presidente Andrea Agnelli, che aveva detto, di fronte ai giornalisti stupiti, che Del Piero a fine campionato se ne sarebbe andato. E sin da allora la tribù di Alex, cioè una bella fetta di tifosi bianconeri, che aveva gioito a dicembre per il “Premio alla carriera” dall’ International Sports Conference del Dubai Sport Council, aveva espresso il suo disappunto, soprattutto sul web. Ma, il 5 febbraio, trapela un’altra notizia e di segno opposto. La società bianconera, dopo aver dichiarato con troppi mesi d’anticipo l’addio di Del Piero, ci starebbe ripensando.
L’idea societaria sarebbe quella di proporre un contratto a gettone e a premi al
capitano bianconero che quindi dovrebbe accettare una
riduzione dell’ingaggio.
Il giocatore sarebbe disposto a dimezzarsi lo stipendio pur di continuare a vestire la maglia bianconera e darebbe una grande mano alla squadra in vista della provabilissima partecipazione alla Champions League nell’anno calcistico che verrà.
L’altra sera a
S. Siro, Del Piero ha giocato
una bellissima partita (annunciato come l’ultima con la fascia di capitano), contribuendo alla
vittoria sul Milan: 2-1, nell’andata di Coppa Italia, con una partita giocata con saggezza, sfruttando tutte le qualità che permettono alla
Juve di comandare in serie A.
La solita frenetica squadra che corre, pressa e fa girare la palla, con al centro sempre lui:
Del Piero.
E anche se
Conte lo ha sostituito, al 22’ della ripresa,
Alex resta un eroe della serata.
Al
Milan adesso, toccherà
l’impresa del ribaltone a Torino nella gara di ritorno, fra un mese e mezzo, quando i rossoneri saranno però impegnati (in caso di passaggio ai quarti) anche in
Champions League. Senza dimenticare che a metà strada, tra tre settimane, ci sarà anche lo scontro diretto che potrebbe cambiare gli equilibri in campionato.
Invece il problema della
Juve è quello di
chiarire e sbrogliare la matassa Del Piero.
Conte dice di avere ben altri pensieri: il nuovo affollamento dell’agenda, cosa che la
Juve avrebbe volentieri evitato.
Dopo il terribile
Siena di Domenica e il Milan, il
18 la squadra affronta il Catania e, in totale, i bianconeri
avranno cinque partite in 14 giorni. Se, come pare, la Lega ufficializzerà per
mercoledì 15 il recupero della partita di Parma, anche se il
club di Agnelli gradirebbe rimandare tutto a marzo, dando respiro e qualche grado in più di calore, saranno davvero impegni gravosi.
Ma anche se questi impegni sono proibitivi per
un uomo di 38 anni, non si può dimenticare che
Alex, il 24 gennaio scorso, ha realizzato la
sua prima marcatura stagionale nel nuovo stadio juventino,
nel 3-0 ai quarti di finale di Coppa Italia contro la Roma, siglando una rete da antologia.
Parlare di
Alessandro Del Piero significa
parlare della storia stessa del calcio italiano e della sua storia migliore. Sul piano del talento, come per tutti i grandi campioni le evidenti doti innate si sono manifestate da subito.
Già giovanissimo quando calciava il pallone si potevano ammirare
la classe, l’eleganza e quel modo
imperturbabile ma ingannevole di affrontare i campi da gioco. Chi lo conosce, sa bene che dietro quell’apparente freddezza (la stessa che gli ha permesso di realizzare i suoi magnifici
gol “alla Del Piero”), si nasconde una grande
sensibilità umana e una rigorosa correttezza (è uno dei calciatori più rispettosi che si conoscano).
Definito, in termini puramente tecnici, un
“fantasista” o una “seconda punta”, non rende a sufficienza il talento di un atleta dalla classe cristallina e dalla correttezza esemplare, capace di dare un nuovo volto allo “stile Juve”, squadra di cui rappresenta senz’ altro l’anima più autentica. Indiscutibile bandiera bianconera,
capitano amatissimo dai tifosi e, fuori dal campo,
ragazzo umile e riservato, Alessandro Del Piero, ribattezzato “
Il Pinturicchio” per i virtuosismi di cui è capace con un pallone tra i piedi, può essere raccontato soltanto ripercorrendo la storia delle sue imprese sportive. Un’avventura lunga
285 gol,
molti scudetti, una Champions League, una
Supercoppa UEFA, una
Coppa Intercontinentale e, tra le molte altre cose, anche un titolo di
Campione del Mondo.
Ed è
tenace, come ogni grande atleta,
Del Piero. All’apice della carriera subisce uno stop di nove mesi, dopo il
gravissimo infortunio occorsogli a Udine.
E’ l’8 Novembre del 1998 quando, durante la partita Udinese-Juventus, si scontra con un giocatore avversario riportando gravi
danni ai legamenti del ginocchio destro.
Dopo quasi nove mesi fa il
suo ritorno in campo ed è subito in grado di dimostrare che è ancora
quell’animale da rete che è sempre stato.
A Novembre dello scorso anno,
Roberto Savino gli ha dedicato
un libro “Alex Del Piero minuto per minuto”, in cui è scritto che
Del Piero è un “
autentico monumento dello sport”, inteso come esempio di vita.
Qualche giorno fa, una sua
fan dodicenne di Cosenza, è
uscita dal coma, anche grazie a due
messaggi, uno audio ed uno video,
che il calciatore, richiesto dal padre,
le aveva inviato.
Potenza dello sport, quando è puro ed autentico.