Alessandra Fabrizi, ciociara DOC, nata a Frosinone, diplomata ragioniera, un’educazione tradizionale, e una formazione familiare prettamente imprenditoriale, poco tempo libero, e una grande passione per la politica e la voglia di restituire qualcosa al suo territorio, e cerca di farlo candidandosi per le prossime elezioni al consiglio Regionale del Lazio.
Signora Fabrizi, come crede che la politica nel territorio locale possa aiutare le famiglie che hanno un disabile in famiglia?
Credo che in questo momento molte famiglie che hanno un disabile in famiglia siano in affanno e meritano ascolto e maggior sostegno concreto. Ritengo che molti soldi delle tasse versate comunque anche da queste famiglie, non rientrino nel circolo dei servizi che ci si aspetta di ricevere, è evidente. Ritengo anche che le risorse e il denaro che oggi è usato ad esempio, per sopperire alle esigenze dei migranti che solo circa per il 5% alla fine si riveleranno profughi veri e propri, potrebbero e dovrebbero finire nel circuito dei servizi per i disabili, gli anziani; categorie che ne avrebbero pieno diritto.
In che modo bisognerebbe intervenire per la terza età, visto che siamo un popolo di anziani?
Il territorio e i comuni dovrebbero dare più sostegno agli anziani, che certamente se hanno delle pensioni minime fanno fatica per pagare una badante e i figli devono mettere mano al portafogli. Ribadisco che oltre ad un aumento di pensione auspicabile dal governo centrale, anche i governi locali, devono ricevere più risorse per sopperire a quelle mancanze che oggi sono evidenti. Faccio notare che queste persone hanno lavorato una vita, hanno pagato le tasse e meritano di veder tornare dei benefici.
Parliamo di sicurezza, la gente non si sente sicura, come si può intervenire sul territorio a livello locale?
E’ vero che non c’è percezione di sicurezza, ed è così per via dell’efferatezza di taluni reati vista la cronaca. E’ necessario intervenire in modo massiccio per una campagna contro l’uso di alcol e delle sostanze stupefacenti che dilagano ahimè. Non vorrei essere monotona, ma non credo che l’ondata di spacciatori nigeriani presenti ovunque sia un elemento trascurabile, così come la presenza della mafia nigeriana stessa che controlla i ragazzi fuori dai negozi che chiedono una moneta. Serve controllo, e i Prefetti devono prendere atto di questa situazione.
Parliamo di sanità, la Ciociaria sembra sull’orlo del collasso.
E’ vero, io non apprezzo il lavoro di Zingaretti, non credo in questi tagli, e credo sia sbagliato chiudere strutture su strutture, perché si abbassa notevolmente il livello dell’offerta per l’utente, costretto a fare anche duecento chilometri al giorno per curarsi; per gli anziani si tratta di un sacrificio troppo grande. Dobbiamo invece assumere medici e infermieri e tornare a essere presenti in modo capillare, incentivare una campagna massiccia di prevenzione offrendo esami gratuiti ecografie, mammografie e pap test.
Dobbiamo essere vicini alle donne, alle giovani mamme che ora devono fare molti chilometri per partorire, dare loro sostegno dopo il parto, e i comuni devono curare maggiormente l’infanzia che è un investimento, non una spesa a fondo perduto.
Parliamo di asili allora?
Certamente, come fa una donna, specie se single, a lavorare e pagare seicento euro per asili nido e scuole private varie? Se vogliamo che le donne siano una forza lavoro più attiva, dobbiamo dare asili gratuiti, incentivi, sostegni, perché non tutte le famiglie possono contare sui nonni che fanno da baby sitter tutto il giorno; insomma, dobbiamo mettere le famiglie in condizioni di fare il secondo e perché no, anche il terzo figlio.
Stanno nascendo sempre meno bambini, sempre meno italiani e sarà così finché il denaro non comincerà a circolare davvero, non solo per i grandi marchi, ma anche a livello capillare. Inoltre come crede che si senta una mamma che deve spendere cifre folli per il suo bambino se vuole comprare il latte in polvere, macchinette per i denti, occhiali, per non parlare delle scarpe, mentre i figli delle migranti hanno tutto senza battere ciglio. Mi creda non è egoismo, dico solo “prima gli italiani”. I nostri bambini sono figli, nipoti e pronipoti di chi ha creato questa Nazione e meritano più di quello che stanno ricevendo.
Parliamo di economia locale, lei come intende difendere e promuovere l’imprenditoria locale?
Sono nata nell’imprenditoria e posso dirle che il territorio del basso Lazio ha grandi prodotti locali, e professionisti nell’edilizia e nell’artigianato che non hanno nulla da invidiare ad altre realtà italiane, ma le nostre eccellenze vanno protette, blindate, promosse, incentivate e soprattutto i ragazzi devono avere la possibilità di imparare certi mestieri.
E’ necessario abbassare le tasse affinché si assuma e solo così si crea benessere e ricchezza. Dobbiamo ricominciare a investire e i governi locali devono facilitare tutto questo percorso, come ripeto per fare circolare maggiormente il denaro. Si devono snellire certe procedure per aprire un’attività e puntare sulle imprese a conduzione familiare, che nel basso Lazio sono molto importanti.
Parliamo di edilizia popolare, serve costruire ancora?
Forse, ma credo che nella regione Lazio l’ATER sia avvolta da un certo torpore, e non tollero che ci siano famiglie per bene in lista d’attesa da anni e che ci siano alloggi popolari occupati da chi ha altri beni immobili, o gente che vive di espedienti e pur potendoselo permettere non paga l’affitto e le spese. Che si liberino le case occupate e che si diano prima agli italiani.
di Simona Aiuti
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