I ragazzi del progetto Turchese continuano ad essere ospiti fissi tutti i giovedì della casa di riposo di Bojano. Ogni volta con progetti nuovi ed entusiasmanti. Un contributo alla comunità, tra gag comiche, canti e balli tipici gli anziani dell’alloggio fondato da Monsignor Nuzzi trovano un momento di spensieratezza e ilarità. Tutto questo è reso possibile grazie ai ragazzi del Servizio Civile e alla Redazione UN MONDO D’ITALIANI diretta da Mina Cappussi.
Prosegue con successo la serie di appuntamenti con gli anziani della casa di riposo SS Cuori di Gesù e Maria di Terre Longhe. I ragazzi dell’animazione Turchese sono ormai una presenza costante tutti i giovedì del mese per portare intrattenimento e una ventata di vivacità per gli anziani che soggiornano nella casa di riposo fondata da Monsignor Antonio Nuzzi. Un’avventura stimolante, emozionante e a volte toccante l’esperienza nata cinque mesi fa, che ha fatto interagire giovani pieni di energia a confronto con anziani che convivono con la sofferenza, la malattia e la disabilità. Due mondi apparentemente lontani che si avvicinano, il giovedì mattina, come un appuntamento fisso. E’ uno scambio quello che avviene. La presenza continua con gli anziani aiuta a comprendere il processo naturale di invecchiamento, ad accettare le persone con disabilità e a dare incondizionatamente amore e attenzioni. Un piccolo ma grande aiuto per la comunità, per combattere la solitudine della vecchiaia, scrigno di esperienze edificanti e illuminanti. Un’avventura che arricchisce soprattutto noi ragazzi del Servizio Civile, che ci portiamo dietro ogni volta un bagaglio di esperienze raccontate e vissute, che non si imparano neanche sui libri. La sensazione che si prova è come se ci fossimo sempre stati, come se tutti quegli anziani fossero nonni e zii.
Alle prese con la musica, il teatro e la vestizione di alcuni abiti tradizionale del Molise, con semplicità, li distogliamo dalla loro solitudine, dal malessere fisico e dall’avvilimento dovuto al fatto di non avere accanto i loro affetti, la loro famiglia .Tutti loro hanno un estremo bisogno di attenzioni, basta poco per rendere felici gli anziani della casa di riposo, costretti quotidianamente a vivere tra le mura di una casa di riposo, seppur qualificata come quella di Bojano. Una struttura qualificata in cui vengono trattati con le migliori cure, si nota sin da subito un buon interessamento del personale nei loro confronti e una profonda cura dei loro sentimenti e bisogni. Ogni giorno dedicato a loro è una giornata speciale, trascorsa tra una chiacchiera in allegria e un sorriso. L’esperienza del Servizio Civile è soprattutto questo, un modo per riuscire ad annullare le distanze tra quelli che sembrano essere due opposti, trovare il modo giusto per risolvere la solitudine della vecchiaia è uno stimolo continuo. Gli anziani si mostrano sempre più aperti con noi, pronti a raccontare storie di vita straordinarie. Come quella di zia Nina che a 101 anni dice di aver ricominciato un nuovo ciclo di vita. Ha l’anima di una ragazza nel corpo di una centenaria. Vestita sempre di colori vivaci, cerca sempre le mani dei ragazzi, li guarda fissi negli occhi e gli parla come fossero tutti suoi nipoti. Sempre impegnata a leggere qualcosa, letture religiose o altro chiede sempre alle volontarie di Isernia di portarle un lavoro al tombolo per poterne apprezzare il valore artigianale, la linea degli intrecci e la pregiata lavorazione. Zia Maria invece, racconta spesso della sua infanzia a Termoli, del mare e di come non l’avesse più rivisto una volta trasferitasi a Bojano con i fratelli. Il suo sguardo è fisso e tenero al tempo stesso e quando ci tiene le mani non vorrebbe lasciarci mai. E poi ci sono loro, gli inseparabili Adelina e Tony. Una coppia vincente, originari di Spinet, si aprono subito con noi e mentre Adelina ci racconta tutta la sua vita, Tony non le toglie gli occhi di dosso, come se il loro amore non conoscesse tutti gli anni passati insieme. La prima cosa che ci dice, con fierezza e l’espressione un po’ imbarazzata è che hanno appena festeggiato le nozze di diamante. Sono sposati da oltre cinquant’anni. Lei racconta di quando da giovane non faceva che pensare a lui, rinunciando addirittura agli studi. Va avanti ininterrottamente ad elencare i fatti della loro storia, il duro lavoro e poi il nome dei suoi figli e nipoti, rammentando tutti i sacrifici fatti per farli studiare. E’ grazie a quei sacrifici che ora uno dei suoi figli è medico e l’altro è ingegnere. Dopo aver assistito suo marito per circa 5 anni a casa, Adelina va a trovarlo in casa di riposo quasi tutti giorni e ogni volta che va via, lo saluta con un bacio mentre lui comincia a stringerla a sé, fino alle lacrime. In una società sempre più arida e diffidente nei confronti delle sofferenze altrui, un’esperienza come questa acquista ancora più importanza.Conoscere il loro “mondo”, dare loro attenzioni, momenti di spensieratezza, di intime confidenze, ha rivoluzionato le nostre vite e ci riallaccia con i valori più importanti dell’essere umano.
di Marta Ucciferri
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