“Se gli utenti cliccano su un articolo e trascorrono tempo nella lettura vuol dire che il contenuto è valido. Se invece cliccano su un contenuto esterno al social network e subito tornano sulla piattaforma vuol dire che non hanno trovato quello che cercavano”. Questa la filosofia di Facebook per combattere il click baiting, ovvero la diffusione di notizie false presentate come notizie “in esclusiva”, “scandalose” per attirare utenti ingenui ma anche solo curiosi.
Nei giorni successivi alla decapitazione di Foley, ci si è resi conto, assieme ad altre cause che ne hanno amplificato la portata, di quanto il fenomeno del click baiting sia ormai dilagante. Vengono offerte cioè su un piatto d’argento delle informazioni, con titoli altisonanti, del tipo “Scandaloso! Notizia Shock! “Clamoroso, ne parlano tutti i giornali!” O più semplicemente i “clicca qui” che ‘allegano’ foto dell’ultima notizia, ma che in realtà poi, rimandano a notizie inventate, per lo più, o addirittura contengono virus. Una notizia bomba viene presentata come tale, ma poi il contenuto non rispecchia la realtà dei fatti. Che fare allora per evitare il ‘click baiting’? Zuckerberg insieme al suo team ha deciso di ‘filtrare’ le notizie che appaiono agli utenti, data la pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza informatica, sia delle informazioni in se stesse, che vengono esagerate, dilatate per catturare maggiore attenzione. La pratica del ‘provvedimento’ è che se un titolo, un post hanno contenuti ingannevoli, il post non sarà ‘favorito’. Il ‘metro’ per giudicare se una notizia è attendibile, e quindi ‘favorita’ e degna perciò di apparire sulla schermata home degli utenti, sarà il tempo speso dagli utenti per leggere la notizia (che non si sa come verrà calcolato ma da Facebook avranno sicuramente la tecnologia giusta per farlo) e il numero di condivisioni e interazioni con il link dopo averlo aperto. «Se gli utenti cliccano su un articolo e trascorrono tempo nella lettura vuol dire che il contenuto è valido. Se invece cliccano su un contenuto esterno al social network e subito tornano sulla piattaforma vuol dire che non hanno trovato quello che cercavano», spiegano Khalid El-Arini eJoyce Tang, uno ricercatore l’altro product specialist di Facebook. Inoltre Zuckerberg e i suoi da oggi premieranno i post con una foto e con un’anteprima che ne indichino il contenuto, per evitare la diffusione virale di notizie false, bufale e quant’altro, a scapito dei post con il solo link e l’immagine. In breve, non fidatevi dei titoli altisonanti, è meglio una notizia dal contenuto veritiero che una bufala mascherata da ‘principessa’.
di Dalna Gualtieri
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