Ci lascia l’ultimo astronauta ad aver solcato il suolo lunare. Un uomo dalla vita straordinariamente avventurosa, fu il terzo a compiere una passeggiata spaziale attorno alla Terra a bordo di Gemini 9
Morto Eugene Cernan, l’ultimo astronauta ad aver camminato sulla Luna. Era nato nel 1934 a Chicago nel Illinois (USA). Venne selezionato dalla NASA nel 1963 e volò per la prima volta nello spazio nel giugno del 1966, con la Gemini 9 intorno alla Terra. Durante il volo realizzò la seconda uscita extraveicolare americana e la terza in assoluto di tutti i tempi. Venne poi assegnato alla missione Apollo 10 come pilota del modulo lunare. Grazie a quella missione la NASA si avvicinò fino a 14 km dalla superficie della Luna, sperimentando tutte le manovre necessarie per l’allunaggio. Con il volo successivo Neil Amstrong e Buzz Aldrin scesero per la prima volta sul suolo lunare. Cernan venne poi prescelto come comandante della missione Apollo 17, la missione che segnò la fine di un’epoca, quella dell’esplorazione lunare.
Il sito scelto per quella missione si trovava sul bordo del Mare della Serenità, una sorta di paradiso per i geologi. Nel centro della valle, si vedevano numerosi crateri riempiti da frane. La scelta di Cernan da parte della NASA per la missione non fu semplice poichè l’astronauta aveva già compiuto una missione lunare, quella di Apollo 10, ma alla fine l’ente spaziale americano puntò su di lui perché senza dubbio era il più preparato per un allunaggio in un luogo così complesso. E infatti, dimostrò di essere all’altezza della missione.
Il 14 dicembre Cernan, con il suo compagno Harrison Schmitt, lasciarono la luna. Poco prima di ripartire dalla Luna, Cernan tracciò sulla polvere lunare le iniziali di sua figlia Tracy. Si tratta di un episodio molto noto, ma che Cernan raccontò in modo molto speciale a Paolo Attivissimo durante la visita al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano in occasione della donazione della roccia lunare da lui raccolta. L’astronauta raccontava: “Le sue iniziali sono là. Qualcuno mi ha chiesto quanto ci resteranno, e io ho risposto: per sempre. Non so quanto duri “per sempre”, ma non c’è vento e non c’è pioggia, non c’è nulla che che possa spazzare via quelle iniziali. Quanto a lungo resterà la bandiera? Quanto resteranno le mie impronte? Per sempre. A meno che qualcuno vada là e le cancelli.”
di Federica Notte