Fu notata da un produttore a scuola, nascosta da un pianoforte. Il casco di capelli castani fu tinto di biondo e divenne riccia, per l’esattezza 54 boccoli. Vinse l’Oscar Giovanile appositamente istituito per lei, tra il 32 e il 34 fu la diva più pagati di Hollywood. Dalì le dedico un quadro e i Beatles la copertina di un disco e fu lei a consegnare l’Oscar a Walt Disney. Stimata ambasciatrice dell’Onu ha avuto tre figli e due mariti.
LOS ANGELES – Shirley Temple è morta ieri, lunedì 10 febbraio nella sua casa in California a 85 anni, prima bambina del mondo del cinema. Tutti stregati da quei “riccioli d’oro“, così era chiamata Shirley Temple, tutti incantati da quel sorriso che, secondo il presidente Roosevelt, dava alla gente messa in ginocchio dalla Grande Depressione “la forza di andare avanti”. Si è detto che Shirley, con il suo stesso aspetto fisico (viso paffuto con le celebri fossette sulle guance), “compensava” la vista deprimente dei bambini americani nei cinegiornali dell’epoca, magri, smunti, sporchi e rachitici a causa della povertà che affliggeva il paese.
Nata il 23 aprile 1928 a Santa Monica, Los Angeles, oggi sobborgo di Los Angeles, da George Francis Temple (1888–1980), banchiere, e Gertrude Amelia Krieger (1893–1977), casalinga ex-ballerina; ha due fratelli maggiori, Jack (1915-1985) e George Jr. (1919-1996). Gertrude aveva tanto desiderato una femmina, perché potesse seguire quella carriera da ballerina che le era mancata, e inizia a far partecipare Shirley, ancora piccolissima, a continue audizioni nella vicina Hollywood.
La piccola Shirley ha da poco imparato a camminare quando a soli tre anni prende lezioni di danza alla Meglin’s Dance School di Los Angeles. Ma la sua carriera di fronte alla telecamera inizia a cinque anni quando Charles Lamont, direttore della Educational Pictures, la sceglie durante una visita nella sua scuola (sebbene lei se ne stesse nascosta dietro il pianoforte) per due serie della Educational Pictures. Ma la svolta è dietro l’angolo. Castana di natura, la Temple divenne ‘bionda’ per volere dei produttori, con la mamma che ebbe la geniale intuizione di tramutare quel casco di capelli in una cascata di boccoli. 56, per la precisione. In pochi anni, tra il 34 e il 1937, Shirley gira una decina di pellicole per il grande schermo di enorme successo, vincendo anche un Premio Oscar ‘giovanile’ nel 1935 con il film La mascotte dell’aeroporto. Il suo viso d’angelo e il suo sorriso le spalancano presto le porte del grande cinema. Lavoro con attori del calibro di Cary Grant, John Wayne, Henry Fonda, Ronald Reagan, Gary Cooper, Randolph Scott, Robert Young, Carole Lombard, Jimmy Durante, Joel McCrea, Claire Trevor, Claudette Colbert, Myrna Loy, Joseph Cotten, Robert Walker, Victor McLaglen, James Dunn, Buddy Ebsen, Adolphe Menjou, Lionel Barrymore, Robert Taylor e Joan Crawford.
Per molti decenni successivi rimase parte dell’estetica pop di un paio di generazioni, poi passò a essere un nome mitico per le successive, e quelle di oggi non hanno praticamente mai visto un film di Shirley Temple, a conferma del suo essere stata più un pezzo di immaginario culturale che della storia del cinema: per tutto il Novecento Shirley Temple fu “scirlitémpol”, prototipo dell’attrice bambina, brillante e angelicamente graziosa.
Lei nel frattempo aveva già avuto – dopo enormi successi e guadagni: fece oltre 25 film tra il 1932 e il 1934 e fu in quel periodo l’attrice più pagata di Hollywood – una crisi professionale intorno ai vent’anni, quando i suoi film avevano cominciato a declinare e il suo personaggio a passare di moda: e a 22 anni si era ritirata.
Nel 1945, all’età di 17 anni, Shirley sposa l’attore John Agar. Nonostante la nascita di una figlia, Linda Susan, il matrimonio si rivelerà un fallimento anche a causa dell’alcolismo di Agar; la Temple chiederà il divorzio per crudeltà nel 1950 e nello stesso anno si risposa con l’uomo d’affari californiano Charles Black (da cui avrà un figlio, Charles Alden Black, Jr., e una figlia, Lori Black). Una volta sposata si ritirò quindi dalle scene ma non dalla vita pubblica, dedicandosi, apprezzata, alla carriera di ambasciatrice, usando il nome da sposata, Shirley Temple Black.
“Le rendiamo omaggio per una vita di notevoli successi come attrice, come diplomatica e come nostra amata madre, nonna e bisnonna” ha dichiarato la famiglia in un comunicato pubblicato dalla Bbc, che per prima ha diffuso la notizia del decesso.
A celebrarla ed omaggiarla artisti come Dalì, che per lei dipinse il quadro “Shirley Temple, il più giovane mostro sacro del cinema“, mentre nella cover di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles proprio Shirley è l’unico personaggio ad apparire due volte. Fu la Temple, inoltre, a consegnare il Premio Oscar a Walt Disney per Biancaneve e i sette nani.
L’immensa popolarità della Temple fu sfruttata anche in senso commerciale. Numerosi prodotti basati su di lei furono realizzati durante gli anni’30. La Ideal Toys progettò le bambole Shirley, vestite con i costumi dei suoi film, che furono fra i giocattoli più venduti di quegli anni. Oggi le bambole originali Shirley Temple Dolls sono valutate dai collezionisti migliaia di euro. Altri prodotti di successo col marchio Shirley Temple furono nastrini, braccialetti, fermacapelli. Poi fece molte cose, si impegnò anche in politica e divenne ambasciatrice delle Nazioni Unite, fu spesso alla tv americana.
di Beatrice Verderosa
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