Marco Pannella è morto in una clinica privata a Roma, dove era ricoverato da mercoledì sera. Lo storico leader del Partito Radicale, considerato uno dei politici più importanti e influenti della storia Repubblicana dell’Italia, aveva 86 anni e da tempo era malato di cancro.
A dare gli ultimi saluti a marco Pannella c’erano il segretario Radicale Riccardo Magi e Mina Welby, Bobo Craxi e Fausto Bertinotti e l’ex presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, che ha ricordato il legame fortissimo tra Pannella e il mondo ebraico. Tutti gli altri potranno salutare Pannella alla camera ardente allestita a Montecitorio dalle 15. Mentre nella notte tra venerdì e sabato una lunga veglia al partito segnerà la vigilia dell’ultimo saluto allo storico leader: sabato tra la gente a Piazza Navona, la “piazza di tante battaglie”. La salma di Pannella sarà portata nella sua città natale, Teramo, e lì sarà sepolto. Di Pannella resterà l’immensa eredità delle battaglie messe in piazza: da quella per il divorzio a quella per la legalizzazione delle droghe leggere, da quella per il miglioramento delle condizioni dei detenuti a quella contro la fame del mondo. Manifestazioni, provocazioni, oltre 100 scioperi della fame, infiniti monologhi via radio hanno segnato la vita politica di un leader che, tra l’altro, fu il primo a indicare Oscar Luigi Scalfaro come il più adatto alla presidenza della Repubblica, salvo poi pentirsene. “Un protagonista mai legato al potere, che è riuscito a cambiare il Paese da minoranza”, ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella quasi sfiorando il rammarico che c’è tra i compagni più vicini al leader radicale: quello di non aver avuto mai incarichi di governo e, alla fine, di non essere neppure stato nominato senatore a vita. “Un leone della libertà”, è l’omaggio del premier Matteo Renzi, che ha interrotto la conferenza stampa con il suo omologo olandese per rendere omaggio a Panella.
Alfiere dei diritti individuali e antesignano della disobbedienza civile, Pannella è stato anche una figura controversa, capace di attirare tra i radicali i giovani contestatori degli anni settanta e poi, vent’anni dopo, di allearsi con Berlusconi. Ma nessuno direbbe che è stato opportunista. Sovversivo, rivoluzionario, per Marco Pannella era importante far vincere le sue idee. Tutti ricordano quando si fece arrestare per aver fumato uno spinello in pubblico nel 1975. Anche la sua vita privata è stata fuori dagli schemi: “Sono legato da 40 anni alla mia compagna Mirella, ma ho avuto tre o quattro uomini che ho amato molto. E con lei non c’è stata mai nessuna gelosia”. Nessun figlio dalla moglie; ma forse più d’uno, per sua stessa ammissione, sparsi in giro per l’Italia, frutto dei suoi amori giovanili. I successi li ha costruiti con due armi: le sue parole e il suo corpo. Era lui il “signor Hood” di una canzone che gli aveva dedicato Francesco De Gregori: “con due pistole caricate a salve e un canestro pieno di parole”.
Ed Emma Bonino, amica di una vita, intervenendo a Radio Radicale, lo ricorda così: “Mancherà a tutti penso persino ai suoi avversari Marco Pannella molto amato ma poco riconosciuto nei suoi meriti in questo paese che tanto gli deve. Credo che ora molti dovrebbero riflettere, ora che non è più in vita, sui suoi meriti e la sua presenza nella storia di questo Paese”.
Marta Ucciferri
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