Primo professore di Scienza della politica a Firenze e autore di fondamentali volumi, teorizzò una classificazione dei sistemi partitici. Tale classificazione si basa sulla differenza tra il formato del sistema partitico e la meccanica funzionale
Giovanni Sartori, politologo e sociologo italiano. E’ scomparso all’età di 92 anni a causa di complicazioni respiratorie. Era considerato uno dei massimi esperti di scienza politica a livello internazionale, quindi il più importante scienziato politico italiano. In Italia si deve a lui la nascita della scienza politica come disciplina accademica. Autore di fondamentali volumi, Sartori ha scritto di democrazia, di partiti e di sistemi di partito, di teoria politica e di analisi comparata, di ingegneria costituzionale. Durante la sua vita è stato insignito di otto lauree honoris causa e nel 2005 ha ricevuto il prestigioso Premio Principe delle Asturie, considerato il Nobel delle scienze sociali. Dal 1979 al 2004 ha ricoperto la cattedra “Albert Schweitzer Professor in the Humanities” alla Columbia University ed è stato professore emerito di Scienza politica all’Università di Firenze. È stato anche editorialista per il Corriere della Sera. Nato a Firenze, ha frequentato il liceo classico conseguendo la maturità nel 1942. Si iscrisse alla Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri dell’Università di Firenze, ma fu chiamato alle armi nel 1943 dalla RSI e passò un anno e mezzo nascosto in una stanza. In quel periodo lesse libri di: Croce, Kant, Hegel e Gentile. Queste letture costituirono la base per seguire i corsi universitari di Storia della Filosofia moderna, materia che insegnò dal il 1950 al 1956. Successivamente passò all’insegnamento di Scienza della politica, una nuova materia appena istituita nell’università fiorentina. Molto importante è la sua teoria riguardante la classificazione dei sistemi partitici. Tale classificazione si basa sulla differenza tra il formato del sistema partitico e la meccanica funzionale. Non sempre a un dato formato partitico corrisponde l’equivalente meccanica. Quest’ultima può essere dei seguenti tipi: non democratici, che a sua volta si dividono in: sistema a partito unico, dove non ci sono opposizioni legali, e sistema a partito egemone, dove vi sono altre formazioni politiche che contribuiscono all’elaborazione della linea di governo. L’equivalente meccanica democratica invece può avere: un sistema a partito predominante, pluralismo semplice, moderato e polarizzato, un multipartitismo segmentato e l’atomizzazione. Alle elezioni politiche del 2008 ha proposto di adottare uno schema di voto impropriamente denominato “disgiunto” in segno di protesta contro la legge elettorale (Legge Calderoli) e contro l’impossibilità di esprimere preferenze nominali.
E’ stato lui ad inventare i termini “Porcellum” e “Mattarellum” alle leggi elettorali, per poi smontare passo dopo passo la riforma elettorale ideata da Renzi. “Grazie professore – ha dichiarato il presidente del Senato, Pietro Grasso – è stato un grande onore conoscerla. Da voce autorevole e indipendente, ha dato lustro al nostro paese”. “E’ stato – continua Grasso – uno dei massimi politologi del nostro tempo, un grande intellettuale che ha dato lustro al nostro paese nelle più prestigiose università al mondo. La sua è stata una voce autorevole e indipendente che ha rafforzato e nutrito l’opinione pubblica. Di lui mi hanno colpito la passione e la lucidità con le quali ancora affrontava i temi della vita politica. Pochi mesi fa ha donato migliaia di suoi volumi al Senato per metterli a disposizione dei tantissimi studenti e cittadini che frequentano ogni giorno la nostra biblioteca. Grazie professore: è stato un grande onore ascoltare le sue riflessioni, leggere i suoi articoli e studiare i suoi volumi”. “E’ stato – ha dichiarato invece il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – maestro della scienza della politica, spirito libero e indipendente, ha sempre incoraggiato e insegnato la formazione del giudizio critico. La molteplicità delle sedi in cui ha sviluppato ed esposto il suo pensiero – scientifiche, didattiche, giornalistiche – lo ha reso autorevole protagonista del confronto culturale sulle istituzioni, non soltanto in Italia, contribuendo al rigore del dibattito sulla democrazia”.
Di Giuseppe Priolo
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