Iniziò nel 1964 a lavorare nella radiofonia RAI, dove ebbe un grande successo insieme a Renzo Arbore con programmi cult come Bandiera Gialla e Alto gradimento. Scrisse Il mondo, successo mondiale di Jimmy Fontana e Ragazzo triste per Patty Pravo. Approdò sugli schermi tv della Rai dove fu autore e regista di programmi come Pronto Raffaella? e Domenica In. Negli anni ’90 fu regista del noto programma della Mediaset Non è la Rai
Giandomenico Boncompagni, meglio conosciuto come Gianni, è stato un conduttore radiofonico, paroliere, autore televisivo e regista televisivo italiano. E’ scomparso all’età di 84 anninel giorno di Pasqua. In un’intervista pubblicata su “Io Donna”, supplemento al Corriere della Sera del 2012, ha dichiarato: “Io sono sempre stato ateo e morirò ateo”. Nato in Toscana da padre militare dei ruoli amministrativi e madre casalinga, a 18 anni si trasferì in Svezia, dove visse dieci anni svolgendo vari lavori, diplomandosi all’Accademia svedese di grafica e fotografia. Tornato in Italia, vinse nel 1964 il concorso RAI per programmatore di musica leggera ed iniziò a lavorare nella radiofonia RAI, dove ebbe un grandissimo successo assieme a Renzo Arbore grazie a programmi culto a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta come “Bandiera Gialla” e “Alto gradimento”, determinanti per la diffusione della musica beat in Italia. La coppia creò un nuovo modo di fare intrattenimento, basato sul non-sense, sulla creazione di tormentoni, sull’improvvisazione e l’imprevedibilità. Nel 1965 debuttò anche come cantante, con il nome d’arte di Paolo Paolo, incidendo per la RCA Italiana. Nello stesso anno scrive insieme a Gianni Meccia il testo per “Il mondo”, successo mondiale di Jimmy Fontana, che gli frutta solo nel primo anno dieci milioni, con cui si compra la prima casa; tra le altre canzoni scritte da Boncompagni ricordiamo anche “Ragazzo triste” per Patty Pravo. Nel 1977 Boncompagni approda sugli schermi tv della RAI, dove conduce il programma musicale Discoring, anche questo di straordinario successo: fu uno dei primi programmi musicali destinato a un pubblico esclusivamente giovanile, con un proprio gergo, e con le ultime tendenze del momento sia musicali sia nell’abbigliamento. Sua è pure la voce nella sigla della “Guapa” ballata da Gloria Piedimonte, che ispirerà anche un film. Da allora le esperienze televisive si susseguirono continuamente: “Superstar” e “Drim” nel 1980, dopodiché – per quasi 10 anni in coppia con Giancarlo Magalli come autore – “Sotto le stelle” e “Che Patatrac” nel 1981, Illusione, musica, balletto e altro nel 1982 e Galassia 2 nel 1983.
Ma negli anni Ottanta si conferma soprattutto come autore e regista di trasmissioni di grande successo popolare grazie a “Pronto, Raffaella?” dal 1983 al 1985, che consacrò la sua ex compagna Raffaella Carrà con il titolo di personaggio televisivo femminile a livello europeo consegnato dalla European TV Magazines Association nel 1984 e per la quale scrisse spesso i testi di alcune delle sue più famose canzoni. Proseguì con “Pronto, chi gioca?” dal 1985 al 1987 che lanciò la carriera televisiva di Enrica Bonaccorti. Dal 1987 al 1990 curò l’ideazione e la realizzazione di “Domenica In”, dove sdoganò Edwige Fenech – già famosa come icona sexy grazie ai film scollacciati degli anni Settanta – e Marisa Laurito, che grazie a lui consolidò la sua fama televisiva. Fu proprio a Domenica In che nacque l’idea a basso costo del cruciverbone e del pubblico di ragazzine figuranti, dotate di talento o semplicemente carine e petulanti, che preludevano quelle che saranno poi protagoniste di Non è la RAI. Risale al 1991 il passaggio alle reti Fininvest, oggi Mediaset, appunto con “Non è la RAI”: l’ennesimo programma di culto con Enrica Bonaccorti, in onda fino al 1995. In quelle quattro edizioni Boncompagni è stato sempre al centro delle attenzioni dei media a causa degli scandali legati al programma condotto dalla ancora minorenne Ambra Angiolini. Lo stesso anno realizzò anche “Primadonna” con Eva Robin’s, seguito da “Bulli & pupe” e “Rock ‘n’ Roll”, praticamente degli spin-off nati dal successo della trasmissione pomeridiana. Il suo alter ego in quel periodo era Irene Ghergo, coautrice dei suoi programmi. Oltre ad Ambra, che all’epoca fu un vero e proprio fenomeno di costume, dalla fucina di Non è la RAI furono moltissime le personalità del mondo dello spettacolo che ebbero il loro debutto e che in seguito si distinsero in vari campi dello spettacolo: da Claudia Gerini a Laura Freddi, da Sabrina Impacciatore a Nicole Grimaudo, da Antonella Elia a Miriana Trevisan e Francesca Gollini. Nella stagione 1995/1996 collaborò ad un ultimo programma in Mediaset: il pomeridiano “Casa Castagna”, presentato appunto da Alberto Castagna.
Ritorna in Rai dove nel 1998 ha fatto parte della Commissione Artistica del Festival di Sanremo ed ha collaborato con Piero Chiambretti per “Chiambretti c’è”. Nel 2008 è tornato a lavorare come autore per Raffaella Carrà nella nuova edizione di “Carràmba che fortuna”. “Un artista – ha dichiarato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni – che ha rivoluzionato, con garbo e ironia, gli schemi dello spettacolo, della televisione e della radio italiana”. “Gianni Boncompagni – ha dichiarato invece Pippo Baudo – è stato un pilastro, ha segnato la storia della radio e della tv. Con ironia e creatività ha rivoluzionato la radio con Renzo Arbore, con “Alto gradimento” che era una trasmissione modernissima. Penso ai tanti personaggi che ha inventato. Poi, quando si è dato alla tv ha portato la sua cifra anche sul piccolo schermo. E’ stato un grande scenografo, un eccezionale regista, un abile creatore di effetti. E non dimentichiamo che ha scritto anche tante nelle canzoni”. “Nel ricordo di Gianni Boncompagni – ha affermato Maurizio Costanzo – penso agli anni trascorsi insieme lavorando in radio, alla sua intelligenza e alla sua ironia”. “Tutti noi – ha dichiarato Fiorello – che siamo nati con la radio dobbiamo qualcosa a Gianni Boncompagni. Ai tempi della trasmissione cult Viva Radio2, condotta con Marco Baldini e considerata da molti erede della mitica “Alto gradimento”, ci stimava e ci seguiva con affetto ma ci ricordava, sempre sorridendo sornione, che eravamo secondi. L’ironia lo ha accompagnato fino agli ultimi giorni del suo cammino. Grazie, grazie di tutto Gianni… W la Radio!”. “L’intelligenza, l’allegria e l’ironia di Gianni Boncompagni – ha dichiarato Fabio Fazio – ci mancheranno tantissimo…”.
Di Giuseppe Priolo
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