Certe volte la realtà supera la fantasia e le decisioni prese da alcuni amministratori locali lasciano basiti anche i più ben predisposti. Verona è una città, come tante altre, che ha un grande problema da anni: la congestione da traffico
Un mattino di poco tempo fa. Dalla zona della Genovesa (all’estrema periferia sud di Verona) infilavo in auto Viale delle Nazioni per fermarmi poco dopo a causa d’una lunga colonna che lentamente cercava di raggiungere le vie d’accesso al centro cittadino intasate dal caotico flusso di mezzi usciti dal casello autostradale. E’ uno dei giorni di “piena” della 111^ Fieragricola, in programma a Verona fiere.
Le auto in coda, sia dall’uscita autostradale che da Viale delle Nazioni, s’arrangiavano come potevano a farsi largo tra frenate ed abbozzi di velocità a passo d’uomo. La confusione, inevitabile, rendeva nervosi soprattutto chi aveva fretta, quanti si preoccupavano d’un eventuale ritardo al lavoro e coloro che, tra tanta “anarchia automobilistica”, avrebbero preteso d’avere la precedenza. L’intera circolazione “impazzita” era affidata al buon senso di quelli al volante ed alle raccomandazioni di eventuali passeggeri a bordo.
Ormai in ballo perché era impossibile tornare indietro per tentare altre strade, scorgevo sulla mia destra un’auto della polizia locale e, dietro, tre vigili urbani intenti a parlottare tra loro. Sembravano proprio non interessarsi del pandemonio che avevano davanti, a pochi metri di distanza, che avrebbe potuto anche degenerare pericolosamente per qualche tamponamento o per l’”ordinaria follia” e l’esasperazione di qualcuno.
Non resistevo. Arrestavo il mio automezzo, accendevo le luci d’emergenza (per carità, il rispetto delle regole deve essere adempiuto dal normale cittadino!) e scattavo alcune foto con il cellulare per fissare il “quadretto dei contrasti”: da una parte la bolgia delle auto e dall’altra i vigili urbani “chiacchieroni” ed “inattivi”. Ma non era finita: dopo essermi aggiudicato il mio risicato spazio libero nel traffico al rallenty e prima d’immettermi nel sottopasso verso il centro, vedevo alla sinistra, accanto al guard rail, altri due vigili urbani intenti ad osservare le auto in piena baraonda, senza minimamente muoversi e far qualcosa per dirigere al meglio la circolazione. Di nuovo, non rimanevo impassibile e, bloccata ancora l’auto, li riprendevo con il cellulare nella loro… attività. Scrollavo la testa e m’accodavo andando per i fatti miei.
Mi domandavo: se in quei paraggi c’erano auto in divieto di sosta, i vigili urbani sarebbero stati altrettanto e così indifferenti o si sarebbero buttati a capofitto nella ghiotta occasione sanzionatoria?
Di Claudio Beccalossi
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